Contrada Sovrana dell' Istrice

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Insegna

Nel 1506 si presentò alla caccia dei tori con una macchina a forma di istrice probabilmente per omaggiare il Re di Francia Luigi XII, il cui stemma era proprio un istrice, protettore dell'allora Signore di Siena Pandolfo Petrucci.

Stemma

Stemma d'argento all'istrice al naturale, armato; passante su base erbosa di verde e coronato all'antica; accompagnato in capo da due rose di Cipro e in punta da un nodo di Savoia azzurro, con capo di rosso alla croce bianca ottagona del Sovrano Ordine Militare di Malta.

Colori

Spiega bandiera bianca arabescata di rosso di nero e di blu in parti uguali.

Motto

Sol per difesa io pungo

Simboleggia

L'acutezza.

Arte e Corporazione

Fabbri

Numero di cabala

5

Santo Patrono e festa titolare

S.Bartolomeo Apostolo, 24 Agosto (generalmente celebrata la domenica successiva).

Terzo di appartenenza

Camollia

Società di Contrada

"Il Leone", Via Camollia, 209

Sede storico-museale

Via Camollia, 89

Casa del cavallo (stalla)

via Malta,13

Oratorio

Santi Vincenzo e Anastasio, via Camollia 93 (officiato dal 1788). Come ogni altra Contrada anche l'Istrice ha avuto diverse sedi-chiesa prima della sistemazione definitiva. Nel 1623 il popolo di Camollia si radunò nella Cappella della Magione dedicata alla Beata Vergine (detta di San Donnino), ma la Contrada vi avrebbe officiato in modo sporadico. Ascanio Piccolomini nella sua visita pastorale del 4 settembre 1670 scrisse che gli abitanti della Contrada, in quella chiesa, vi cantavano l'Uffizio della Madonna nei giorni festivi e vi eleggevano il Priore e il Camarlengo. Ma era consuetudine, nell'Istrice come in altre Contrade, riunirsi spesso in abitazioni private, tanto che negli Statuti della Contrada di Camollia, risalenti ai primi del 1700, si prescriveva che le riunioni del Consiglio si tenessero nell'Oratorio o nelle stanze attigue, ritenendo nulle le deliberazioni assunte in altro luogo. Non risulta documentato il periodo in cui l'Istrice officiò nella suddetta chiesa; di certo si sa che agli inizi del XVIII secolo passò nella chiesa di Fontegiusta, alla quale donò i drappelloni vinti nei Palii e fece ristrutturare l'altare presso il quale officiava spendendo 50 talleri derivanti dalla vittoria del 1709. Nel 1733 sorse un contrasto tra la Contrada e le autorità religiose della Chiesa di Fontegiusta (la causa sembra sia stata la discussa nomina di un sacerdote per celebrare le "Quarantore di adorazione") tanto che l'Istrice dovette trovare un'altra sede; cosa che avvenne nello stesso anno. La Curia infatti gli affidò la Chiesa di San Bartolomeo alla Castellaccia e la Contrada chiese la restituzione dei drappelloni donati alla Confraternita di Fontegiusta. Questa deliberò la restituzione trattandosi di "cose di poco momento e che a lungo andare si riducono in polvere". Nel 1788 la Chiesa di San Bartolomeo, ormai in rovina per infiltrazioni d'acqua, fu restituita alla parrocchia di Santo Stefano e la Contrada ottenne il suo attuale oratorio: la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio. L'Arcivescovo Tiberio Borghese permise che "la chiesa, assieme con i mobili ed arredi addetti alla medesima, fosse accordata agli abitatori di detta Contrada dell'Istrice, con il peso unicamente della manutenzione". Il primo giugno del 1789 l'Oratorio venne solennemente aperto al pubblico. Nel 1848 la Contrada ne ottenne il pieno dominio. L'Oratorio della Sovrana Contrada dell'Istrice è ubicato in Via Camollia. Secondo Sigismondo Tizio l'edificio fu consacrato il 29 agosto del 1114. Il Faluschi riporta nomi di alcuni rettori della chiesa dal 1308 al 1470. In una memoria della Contrada si accenna al fatto che la chiesa fu utilizzata dallo Spedale Santa Maria della Scala per dare ricovero agli ammalati. La chiesa si dimostrò subito angusta visto che si trattava solo di un piccolo ambiente annesso alla parte absidale. Il campanile danneggiato dal terremoto del 1869 fu ricostruito, su disegno di Giuseppe Radicchi, a spese degli istriciaioli. Nel 1874 la Contrada ricevette in dono dal nobile Ferdinando Pieri Nerli l'organo di sua proprietà. Il 20 settembre 1920 fu murato nella facciata il monumento marmoreo ai caduti della Grande Guerra. Nel 1975, d'intesa con la Soprintendenza, la Contrada ha fatto staccare le due lunette affrescate all'esterno della chiesa trasferendole nel Museo. Si tratta della "Madonna con Bambino e i Santi Vincenzo e Anastasio" (XVI sec.) e di un "Cristo Benedicente", addirittura dei primi del 1200, sullo stile di Guido da Siena. Durante i lavori di miglioramento e ristrutturazione del 1983, finanziati anche dalla Legge Speciale per Siena, è stata recuperata la "lastra tombale terragna" del cavaliere Provenzale Luigi de Chamenet (morto durante la peste del 1348) trasferita dal pavimento della chiesa al centro della sagrestia. La chiesa è a pianta rettangolare, scandita in cinque campate. Nella seconda campata, a sinistra, ha sede una tela raffigurante "Santa Marta (o Santa Eligia) che distribuisce le elemosine", scuola di Rutilio Manetti, dove in basso a sinistra figurano un'incudine e un martello che fanno presumere una donazione da parte della Consorteria dei Fabbri. Sullo stesso lato, sopra l'altare dedicato alla Vergine Maria. un dipinto su tavola di Sano di Pietro: "Madonna con Bambino con ai lati S. Bernardino, S. Antonio Abate e due angeli oranti". Infine una tela: "Madonna con Bambino e S. Giovannino" della "bottega" di Alessandro Casolani. Sul lato opposto altra tela: "Madonna Orante sulle nubi" dipinta tra il 1850 e il 1852 dall'istriciaiolo Giuseppe Faiticher; un "San Girolamo" della scuola di Astolfo Petrazzi (ma si fanno anche i nomi del Reni e del Nasini) e ancora una statua lignea policroma di San Bartolomeo (Torquato Casciani, 1932). L'abside fu dipinto nel 1745 da Carlo Amidei (nicchie con Santi Vincenti e Anastasio). Nella chiesa fu sepolto, nel 1513, Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio. Precedenti oratori:
- Oratorio della Beata Vergine Maria annesso a San Pietro alla Magione (dal 1623 al 1708).
- Chiesa di Fontegiusta (dal 1709 al 1733).
- Chiesa di San Bartolomeo alla Castellaccia di Camollia (dal 1733 al 1788).

Fontanina battesimale

opera di Vico Consorti, realizzata nel 1962, reca il motto della Contrada ed è situata in Via Malta