Contrada della Chiocciola

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Insegna

Una chiocciola. Da un simbolo in uso agli antichi Etruschi che abitavano la zona, ripreso per allestire un carro durante le 'bufalate'.

Stemma

Stemma d'argento alla chiocciola strisciante al naturale, tempestato nel centro ed intorno dalle iniziali U e M (Umberto I e Margherita di Savoia, privilegio concesso in occasione della venuta dei Savoia a Siena nel 1887) intercalate da rose di rosso.

Colori

Spiega bandiera di rosso e di giallo listata di azzurro.

Motto

Con lento passo e grave nel campo a trionfar Chiocciola scende.

Simboleggia

La prudenza.

Arte e Corporazione

Cuoiai

Numero di cabala

8

Santo Patrono e festa titolare

Santi Apostoli Pietro e Paolo (29 giugno)

Terzo di appartenenza

Città

Società di Contrada

"San Marco", Via S. Marco, 77

Sede storico-museale

Via San Marco, 31

Casa del cavallo (stalla)

via San Marco, 62

Oratorio

Santi Apostoli Pietro e Paolo, via San Marco (officiato dal 1813). L'acquisizione di una sede identificabile con una propria chiesa era uno dei primi obiettivi delle Contrade e quelle più numerose e solide economicamente ne realizzarono una propria. La Chiocciola costruì la sua nell'anno 1656 e fu dedicata alla Madonna del Rosario per iniziativa del falegname Salvatore Biagio Scala, allora Priore della Contrada. Questa, in precedenza, era il luogo dove i contradaioli si erano riuniti e si trovava (come tuttora si trova) di fronte al pozzo pubblico dove la strada che sale via San Marco forma un bivio. In tale occasione fu redatto lo Statuto "della Chiesa e della Contrada" emanato poi nel 1663. In tale statuto si stabilivano le linee per la corretta gestione del luogo sacro. Strumento prezioso in quanto, essendo il più antico presente in città, consente di capire come la Contrada era giunta a strutturarsi. La facciata della chiesetta, adibita dal 1962 a "casa del cavallo" per il barbero assegnato per i Palii, è un bell'esempio di arte barocca. Il disegno è attribuito a Pietro d'Austo Montini o a Jacomo Franchini. L'immagine sacra sulla stessa facciata è la "Madonna del forcone", risalente al 1373 ed è molto venerata dal popolo della Contrada. La conferma la si ha anche dal fatto che i chiocciolini destinarono il ricavato del premio vinto nel Palio del 2 luglio 1722 (un bacile d'argento del valore di cento talleri) al restauro della chiesa inaugurata tre anni dopo. Il pozzo che si trova di fronte fu fatto costruire dal Cardinale Francesco Petrucci nel 1522. Nel 1820 la chiesetta (ex Oratorio della Contrada) fu interdetta al culto ma fu deciso di non guastarne la bella facciata. Dall'aprile 1814 l'Oratorio è presso la sede della Contrada; è intitolato ai Santi Pietro e Paolo e fu costruito nel XVII secolo su disegno di Flaminio del Turco. La facciata fu completata nel 1678; la lanterna della cupola fu riedificata nel 1818 su progetto di Agostino Fantastici dopo che il terribile terremoto del 1798 aveva fatto crollare la precedente. La costruzione fu decisa dalle monache del Convento di San Paolo nel 1609; fu intrapresa cinque anni più tardi e si concluse solo nel 1645 con l'edificazione della cupola, ma già nel 1622 vi si officiava. Presso l'Archivio di Stato si conserva il "Libro dei mutamenti del Monastero" ove si legge che "in questo libro si scriveranno tutte le spese che si faranno per la fabbrica della nuova chiesa, al tempo della nostra Badessa Madre Suor Eufrasia Piccolonini". La chiesa ha due corpi: uno su Via San Marco e l'altro su Via delle Sperandie, collegati attraverso un cavalcavia. Di fronte all'ingresso della chiesa si trova una cancellata in ferro battuto e forgiato nel 1711 anno in cui si pose in opera il suddetto cavalcavia. L'interno dell'oratorio è a croce greca secondo i canoni classicheggianti propri del Flaminio. L'opera più importante è quella sopra l'altar maggiore; è una grande tavola di Andrea Piccinelli detto Andrea del Brescianino e raffigura la "Incoronazione della Vergine tra i Santi Agostino, Paolo, Caterina d'Alessandria, Giovanni Battista, Pietro, Galgano e Girolamo". Sull'altare del lato sinistro una tela di Astolfo Petrazzi con la "Conversione di San Paolo". A Ventura Salimbeni è attribuita una "Santa Francesca Romana". Sul lato destro la "Madonna del Rosario" di ignoto del XIV - XV secolo. Il tutto è dominato dall'organo commissionato nel 1835 al novarese Giacinto del Guarda per la cifra di 300 scudi, che andò a sostituire quello che nel 1814 la Contrada ottenne dall'Arcivescovo, in quanto facente prima parte del soppresso convento delle Convertite, con il consenso del Parroco di San Quirico a cui era stato assegnato. Il "coro" che circonda l'organo, così come molti degli stucchi che decorano la chiesa, sono stati effettuati su disegno di Giovan Antonio Mazzuoli, nato nel 1639 e figlio di Dionisio, capomastro della prestigiosa fabbrica del Duomo di Siena. Precedenti oratori:
- Madonna del Rosario (dal 1656 al 1813).

Fontanina battesimale

Opera dello scultore Fulvio Corsini, fu la prima ad essere installata nel 1947. Sul basamento la scritta augurale: "Quando alla Chiocciola vittoria arriderà questa fontana buon vino getterà". Si trova davanti all'Oratorio della Contrada.