Paticolare traiettoria di corsa, di cui si attribuisce l'ideazione a Giuseppe Gentili detto Ciancone. Intorno agli anni 50 del XX secolo, quando Ciancone era già nel pieno della sua carriera, si cominciò a parlare del "viottolo di Beppe". Era considerata la traiettoria perfetta che solo questo fantino era capace di impostare. Alcuni sostenevano che il viottolo di Beppe seguisse il percorso che il Carroccio disegna sulla pista prima del Palio; per altri, il viottolo era la strada più corta percorribile dai cavalli, che solo Ciancone era in grado di seguire.
Il viottolo di Beppe in realtà è la trasposizione in leggenda di quello che Ciancone fu il primo a fare: rendere quella del fantino di piazza una vera e propria professione. Tra i tanti piccoli particolari che il Gentili portò in Piazza, come ad esempio correre con le scarpe da ginnastica, la principale innovazione fu la scientifizzazione delle traiettorie della Piazza. Il Gentili pose dei punti ideali di percorrenza e modo per affrontarli. Prendendo in esame, per esempio, la curva del Casato punto ideale di passaggio (che era riferibile alla distanza dal colonnino e Casato), doveva essere affrontato da centro pista perché consentiva il minimo accenno per alzare il cavallo e la miglior uscita dalla curva (ovvero non troppo larga). Per quanto fosse complesso nella sua ideazione ma facile di realizzazione (una volta memorizzato era qualcosa che veniva naturale), il viottolo di Beppe è rimasto, nell'immaginario collettivo, una traiettoria tanto misteriosa e "sacra", sempre posta come modello ideale a ogni giovane fantino.