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Contrada della
Selva

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Vallepiatta

Ritorniamo alquanto indietro, e andiamo in Vallepiatta dove la Contrada cosi detta cominciando dalla Porta di S. Ansano alle Monache Ingesuate di S. Sebastiano, va terminando per la strada di sopra, e di sotto, al principio della via di Diacceto, infaccia all'antica Casa Accarigi, ora Savini, ma in faccia alla Pieve di S. Gio: Battista, occupa le case solamente a man sinistra. È detta Vallepiatta, come afferma il Benvoglienti, quasi lata, che va terminando lentamente, che fa per Insegna, come ancora si vede in una facciata di una Casa: Campo bianco con sei rose rosse, tre sopra, e tre sotto, con lista azzurra, con tre gigli d'oro.

Concistoro anno 1420: Vallis Piatte: campus albi cum rosis rubeis per campum cum banda azurra cum liliis aureis.

 
San Giovanni

Quasi appresso alla sopradetta di Vallepiatta è quella di S. Giovanni, che cominciando dalle Case Accarigi, e per la strada di S. Desiderio a man sinistra arriva fin sotto la Sagrestia del Duomo, dove da tutte due le parti per la strada de' Fusari, va terminando al Vicolo ripido di S. Girolamo, dietro le Case dell'Opera, ora Palazzo Archiepiscopale; usa per Arme campo bianco con lista rossa a dentelli, con quattro Gigli in essa.

Concistoro anno 1420: Sancti Iohannis: campus albus cum lista rubea ad dendellos cum liliis aureis in ea.

 

Tra queste due Contrade per essere così vicine passa tra loro alleanza, e sotto una sola Insegna compariscono in occasione degli Spettacoli. Conservandosi ancora la fama, che dove sono situate queste due Contrade fossero già luoghi selvaggi, e inaccessibili, perciò anno rappresentato più volte un Albero appesivi l'istrumenti necessarj alla caccia, e godono il privilegio queste Contrade, quando si fanno in Piazza grande, Caccie di Tori, o d'altre bestie feroci, d'esser le prime a comparire col loro Stendardo di Selvalta, e conducono per macchina un Rinoceronte, come fecero l'anno 1546, che comparvero con 80 Uomini tutti vestiti a Cacciatori. Il Rinoceronte, come racconta Plinio nel lib. 8 dei suoi naturali è un animale, che ha un corno nel naso, ed è molto inimico agli Elefanti, che avendo a combattere con loro aguzza il corno ad una pietra, e nella battaglia s'ingegna ferire nella pancia; è lungo quanto l'Elefante; ma ha più corte le gambe, è di color simile al bosso, e la prima volta, che fu veduto in Roma, fu ne' giuochi di Pompeo Magno.

 
Porta Salaia

La Contrada di Porta Salaja, ovvero Solaja s'estende dalla Costarella fino alla Casa Accarigi per la strada detta Galgaria, e poi voltando per Diacceto imbocca nella strada di S. Pellegrino, dove tengono residenza i quattro Consoli dell'Arte della Lana, e poi per il Vicolo Codennacci entra nella strada degli Uffiziali, e ripassando per la Costarella, va a terminare al Vicolo di Mattasalaja, detto Chiasso del Bargello, fa per insegna campo rosso con una Porta bianca a due Archi, con un gallo bianco sopra.

Concistoro anno 1420: Porte Salarie et Galgarie: campus rubeus cum ianua ad duos arcos cum gallo albo super ea.

 

Tratto da "Relazione distinta delle quarantadue Contrade..." di Giovanni Antonio Pecci e "Registro di consegna dei rispettivi vessilli ai Capitani del Popolo..." ASS. Concistoro, 2371. 1 luglio 1420.

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