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Nobile Contrada dell'
Oca

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"Tutti armigeri e di valore." Così una cronaca del XVI secolo definiva i popolani del rione dell'Oca, esaltandone il contributo all'ultima lotta di Siena per la propria indipendenza (1552-1555).


Ma le imprese guerriere delle compagnie militari di San Pellegrino e di Sant'Antonio, che spiegava per insegna un'Oca bianca in campo verde – poi assunta a simbolo della Contrada – riprendevano una tradizione medioevale che segnalò i guerrieri dell'Oca già nelle battaglie di Montemaggio (1145) e di Monteaperti (1260) in seguito alla quale ebbe il titolo di "Governatora"; da segnalare è anche la battaglia di Camollia (1526) nella quale la Contrada schierò ben 900 uomini.


Per il valore dimostrato dagli ocaioli in queste imprese belliche alla Contrada fu concesso di potersi fregiare del titolo di "Nobile".


Dal XV secolo la Contrada è proprietaria della casa ove nacque Santa Caterina . I luoghi cateriniani divennero oggetto di particolare devozione, specie dopo la canonizzazione della santa nel 1461 ad opera del Papa senese Pio II.


L'anno seguente nacque la Compagnia laicale di Santa Caterina in Fontebranda, con scopi di culto, apostolato e di mutua assistenza fra i membri e gli abitanti del rione.


Oggi l'Oca presenzia alle celebrazioni in onore di Santa Caterina patrona di Siena , d'Italia e d'Europa e le dedica la festa titolare agli inizi di Maggio. La Nobile Contrada dell'Oca officia nell'oratorio di Santa Caterina, costruito fra il 1464 e il 1474 dagli abitanti di Fontebranda su progetto di Francesco di Giorgio Martini e contenente, oltre alla statua lignea di Neroccio di Bartolomeo de' Landi (1447-1500), affreschi che ne ripercorrono la vita e che sono opera di Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma, di Giacomo Pacchiarotti, di Vincenzo Tamagni, di Ventura Salimbeni, del pittore ocaiolo Sebastiano Folli e di Gerolamo del Pacchia.


L'Oca mantiene una secolare e vivacissima rivalità con la Contrada della Torre, contrapposizione inevitabile fra i due rioni storicamente più popolosi e popolari di Siena risalente almeno al XVI secolo e che non è mai venuta meno.


In Fontebranda nacque nel 1870 la prima Società senese di mutuo soccorso, poi fusasi con la Società Trieste, fondata nel 1919 e che prese il nome dall'omonima città da poco redenta.


Fra i documenti più antichi conservati nell'Archivio della Contrada sono un libro di Deliberazioni del 1601 e i Capitoli del 1675, ove si legge: "fiorisca tra noi quella pace e concordia ... sempre ammirata nella nostra contrada e lasciataci per eredità da' nostri antenati".


Ancora oggi l'Oca si presenta come una Contrada nella quale i segni della tradizione secolare del Palio e di Siena restano più fortemente impressi. La compatta solidarietà, la fierezza, la capacità organizzativa e la determinazione mai smentita a primeggiare fra le Contrade furono ripetutamente segnalate già nei secoli scorsi come la ragione ultima del fatto che l'Oca ha riportato nel Palio più vittorie delle altre contrade "perché - scriveva W. Heywood nel secolo scorso – i bravi ocaioli se possono vogliono sempre vincere. Essi sono un popolo coraggioso ... Per loro il fine giustifica i mezzi, e se c'è un qualsiasi loro sforzo che lo potrà ottenere, il palio verrà in Fontebranda".

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