Ancora una volta il fato vince sulle previsioni.
Selva. Un urlo ininterrotto e dopo centinaia di mani si sono alzate sotto il palco dei capitani per ricevere il Drappellone e correre al Duomo per il Te Deum di ringraziamento alla Madonna, quella vergine senza volto, luce pura, dipinta da Tino Stefanoni, che ha sorpreso i senesi per questa presentazione così concettuale, ma subito accolta positivamente.
Nove le Contrade allineate al canape. La Torre non ha partecipato al Palio perché Desmon, il baio di 7 anni andatole in sorte, non ha potuto correre per una algia che, seppur temporaneamente, ha impedito al popolo di Salicotto di sperare.
Quarantacinque minuti di interminabile attesa per un allineamento fra i canapi che non rispetta l'ordine ripetuto. Senza sosta il mossiere Daniele Masala prova a ripeterlo e per quattro volte richiama l'Aquila che non vuole mollare il posto vicino alla rivale Pantera, vincitrice del Palio di luglio.
Per quattro volte i barberi vengono fatti uscire dai canapi, ma non bastano. Una mossa non valida e un abbassamento di canape forzato dalla Tartuca con la caduta di Luigi Bruschelli rallentano ancora i tempi, fino a quando, finalmente, la Selva entra dando il via alla corsa.
Parte in testa il Valdimontone, seguito dall'Aquila, dal Bruco e dal Nicchio.
Dopo poche decine di metri, all'altezza di Fonte Gaia, la Selva è già prima, dietro Tartuca, Aquila, Valdimontone e Drago.
Alla prima curva di S. Martino girano Selva, Tartuca, Drago e Aquila. Al Casato la Selva continua ad essere inseguita da Tartuca, Drago, Valdimontone e Bruco.
Stessa sequenza al secondo S. Martino fino a quando, alla curva del Casato, il Valdimontone sorpassa il Drago.
All'ultimo giro di San Martino la Selva è sempre in testa, dietro il Valdimontone e la Tartuca che, allargando, fa passare il Bruco. Ad arrivare per primo al Bandierino, Salasso su Caro Amico, che regala il Cencio al popolo di Vallepiatta.