'QUESTA NON È LA CORSA DELLA MORTE'
dal nostro inviato CLAUDIA RICONDA - 2 luglio 1996
SIENA - Guardatelo bene, perché questa è l'ultima volta: per le grandi cattiverie e per le strepitose carognate. "Fare il sentimentale non serve a niente. Prima correvo il Palio solo se avevo un buon cavallo - dice Aceto - Adesso mi va bene tutto, sì anche un brocco, pur di esserci. Gli affari sono affari". E anche gli anni: 53, una montagna. Tant' è che a Siena circola già la battuta: ad Aceto non serve un capitano, ma un geriatra. "Ma io non so quanti anni ho, sono gli altri a sbattermeli in faccia. Mi sento ancora un ragazzetto. I giovani fantini non mi fanno paura, resto il più forte: perché anche a terra sono un uomo migliore".
Eh, Pablo Picasso aveva già capito tutto: che inferno invecchiare se ti senti 21 anni dentro. E deve esserci un bell'inferno in corso dietro la faccia da apache di Andrea De Gortes, il fantino che ha vinto più di tutti in piazza del Campo, 14 successi, il primo 31 anni fa. Di lui si dice che è un grande sì, il migliore della storia, ma ormai fuori dai giochi.
E invece gli intrighi e i miliardi di questo Palio della Madonna di Provenzano, che si corre stasera alle 19.45 diretta su RaiUno, passeranno comunque dalle mani di Aceto. Correrà per la contrada della Torre, su Musetto, che però è un cavallino con poche chances. E allora meglio non far vincere la contrada nemica, e guadagnarci così qualche soldo: stringendo alleanze con l'Aquila per fermare l'Oca, rivale della Torre, e favorire il Bruco, la contrada a secco da più tempo, 41 anni, e che ha più soldi da spendere, un miliardo e mezzo da distribuire tra il suo fantino da scegliere in extremis (Cianchino ieri alla prova si è rotto una gamba), Aceto e i suoi complici.
Ma il Palio va come va, poi magari finisce che rivince Beppino Pes nel Montone che si è beccato il cavallo migliore, Bella Speranza, e tanti saluti. Le altre contrade in piazza sono Chiocciola, Giraffa da tenere d'occhio, Selva, Istrice che può spendere un miliardo, e Leocorno.
Su dieci cavalli, sette non hanno mai corso il Palio. E nove sono purosangue, veloci ma fragili: una scelta a rischio di incidenti e di polemiche per Siena. Che proprio una settimana fa si è ritrovata sbattuta sulle pagine del Times di Londra. Titolo dell'articolo: "Il Palio, la corsa medievale della morte". Una pagina che ai senesi brucia più di una sgassata della Fiat Palio, la nuova auto lanciata sul mercato sudamericano con quel nome, cosa che ha fatto arrabbiare i puristi. "No che non ci ha fatto piacere, ma legalmente non possiamo impedire alla Fiat di usare quella parola. Però le riviste di auto che parlando della nuova Fiat hanno pubblicato foto del Palio di Siena, quelle sì che sono state scorrette, i nostri legali sono già intervenuti".
Insomma, è sempre più un Palio a due anime, tra modernità e riti antichi e profumo di Medioevo deve averlo annusato anche Mel Braveheart Gibson, che girerà in autunno un film sul Palio e ieri sera si è presentato a Siena. Il produttore del film era qui fin dal pomeriggio. Ed è quasi pronto anche il contratto, scritto dai legali del Consorzio di tutela che difende l'immagine del Palio contro ogni sfruttamento, che mister Gibson dovrà rispettare per il film: un decalogo con prezzi e regole ferree. In sintesi: caro Braveheart, ci faccia avere la sceneggiatura, poi ne riparliamo.
DRAMMA AL PALIO IN OSPEDALE 4 FANTINI
CLAUDIA RICONDA - 3 luglio 1996
SIENA - Ha vinto l'Oca, ma che strazio, che botte, in questo Palio. Perché Minoredda, il cavallino della Chiocciola, alla curva di San Martino si è sfasciato su un bandierino di ferro. Mezza faccia gli è rimasta lì, la mascella piantata su quel pezzo di metallo. L'hanno visto tutti, in piazza del Campo, il sangue sul tufo, le lacrime dei contradaioli, stravolti: "Non ce la fa, non ce la fa". Ma non hanno visto il dopo, Minoredda chiuso nel furgone grigio, immobile, con i vigili urbani che tengono tutti lontani. E i responsabili del Palio che dicono no, si salva, siamo in tempo: "Gli abbiamo fatto l'anestesia, lo portiamo nella clinica veterinaria di Parma". Ma forse è una bugia. I capi della contrada dicono che l'agonia del cavallo, già rincretinito da troppe nerbate alla partenza, sia finita proprio in quel furgone.
Mentre all'ospedale sono finiti quattro fantini, travolti nel furore della corsa: per loro un bel po' di costole e ginocchia rotte. Ma per il popolo dell'Oca è solo tempo di festeggiare, la gente strapazza di gioia Trecciolino, Luigi Bruschelli, che in groppa a Quarnero, l'unico mezzosangue tra i dieci cavalli, ha riportato al successo una contrada ricca e potente che non vinceva da undici anni.
Ma che bella grandine di nerbate si sono dati, Trecciolino e Pesse, fantino del Montone, nel testa a testa finale. Con buona pace della Torre e di Aceto, il grande vecchio dei fantini, che esce da questo Palio più ricco, ma con una sconfitta che brucia: toccava a lui bloccare l'Oca, nemica della Torre, e invece s'è fatto fregare, Trecciolino gli è passato sotto il naso al secondo Casato.
Che fosse un Palio difficile, nervoso, s'è capito subito, fin dalla mossa. Con Minoredda della Chiocciola imbizzarrito, che non ne vuole sapere di stare lì, tra i canapi. E con la Giraffa di rincorsa, che non parte, aspetta che il Bruco, la rivale, sia schiacciata. Ma quando finalmente si parte, è proprio il Bruco che vola in testa, dietro la Torre, Giraffa, Istrice.
Dopo il primo San Martino, è il Montone, è Il Pesse, a comandare, Aceto dietro che arranca. L'Oca è indietro, gira quarta al Casato, ma Trecciolino sente che ce la può fare. Risale la corrente, risucchia la Torre, mentre ruzzola giù il Leocorno, giù la Giraffa.
In piazza, nella bolgia di trentamila persone, c'è anche Lejla, la ragazzina di Sarajevo simbolo della guerra in Bosnia, la bimba della foto con l'occhio ferito da una granata. L'anno scorso il Palio se l'è visto accanto al sindaco, ma quest' anno per lei niente inviti. "Siena ci ha dato una casa, il babbo camionista ha trovato lavoro, stiamo bene. Però sono sola: tutti quelli che sono venuti a trovarmi l'anno scorso in ospedale, che mi scrivevano, che dicevano che sarebbero tornati, sì anche Veltroni, boh, spariti tutti, scomparsi. E ora che è finita la scuola e la città va in vacanza, passo le giornate a vedere la tv". È per questo che Lejla ha deciso di partire, tra pochi giorni, di tornare per un mese a Sarajevo, per riacciuffare quel che resta delle sue radici.
Mentre ora in piazza è l'Oca che tenta di riacciuffare il Montone, che sembra destinato a vincere. Ma la rincorsa di Trecciolino è forsennata, e al terzo San Martino si beve anche Il Pesse, e galoppa verso il successo con il cuore coraggioso. Proprio sotto gli occhi del vero Braveheart, di Mel Gibson, che ha visto il Palio da una finestra su piazza del Campo. E si deve essere un po' impaurito anche lui, che già alla prova generale aveva sussurrato: "Accidenti, non mi aspettavo niente di simile". Il coraggio dovrà trovarlo lo stesso, perchè se Gibson vorrà girare un film sul Palio, dovrà sottostare a un sacco di regole imposte da Siena. "Ci riserviamo un controllo sulla sceneggiatura. Cercate di capire: se nel film ci ritroviamo un fantino con il fiasco in mano, i baffi a manubrio, e che bestemmia, bè, non possiamo accettare" dice Alessandro Falassi, professore di antropologia culturale alla University of California, l'uomo che il Palio ha incaricato di vigilare sul ciak. "Ma dai primi colloqui, mi sembra che Gibson abbia capito lo spirito del Palio" prosegue Falassi. "E se poi questo film vincerà l'Oscar, andremo tutti a Los Angeles". Ma l' invasione di Hollywood in questa terra non è finita: è qui anche David Seal, pezzo grosso della United Artists, vorrebbe girare a Siena uno dei prossimi film di 007 James Bond.