VIA ALLA SFIDA DELLE CONTRADE
di PAOLO VAGHEGGI - 2 luglio 1994
SIENA - Come sempre è tempo di Palio ed è tempo di polemiche anche se i nuvoloni che s'alzano sopra la città non si formano per fenomeni che avvengono a Siena. Arrivano da fuori, causati dalla fama della corsa intorno a cui s'è appena combattuta un' aspra battaglia televisiva.
Dopo vent'anni in Piazza del Campo esce la Rai ed entra Canale 5. È uno storico evento ma a Siena non ha suscitato grandi emozioni. Le uniche reazioni forti sono esterne: da quella di Paolo Frajese, che si è duramente scontrato, a parole, con il sindaco Pierluigi Piccini, a quella della Lav, la lega antivivisezionista: ha definito "incredibile" la decisione di Omar Calabrese, assessore alla cultura, di gestire in proprio le riprese "e di venderle a un megaspot travestito da televisione".
Sono parole scivolate sopra Siena che, dopo la tragica corsa dello scorso anno, per evitare polemiche con gli animalisti (sempre la Lav ha istituito una linea telefonica per raccogliere pareri sul Palio, Animal amnesty in caso di incidenti promette il boicottaggio dei prodotti senesi), segue ansiosamente solo la forma dei cavalli che la sorte ha affidato alle dieci contrade protagoniste di questa edizione: Istrice, Bruco, Pantera, Oca, Nicchio, Aquila, Valdimontone, Chiocciola, Tartuca e Selva.
L'animale migliore, Uberto, un baio di nove anni, è toccato alla Pantera. Il problema è Alibranda, una femmina di 6 anni, che è andata all'Oca. È leggermente ferita al fianco posteriore: potrebbe saltare la carriera di stasera. Ma ieri ha partecipato alla prova generale, vinta dalla Pantera. Si parla di questo sotto un sole cocente, e non di Tv, anche se l'accordo con la Fininvest, oltre alla Lav, non è piaciuto alle frange della sinistra più estrema, soprattutto perché questa edizione del Palio è dedicata al cinquantenario della Liberazione.
Gli alleati, truppe francesi al comando del generale Duval, entrarono in città la notte del 2 luglio del 1944. In piazza del Campo trovarono gli sbandieratori. Sono gli amici e i parenti di quegli sbandieratori che stasera compariranno sugli schermi di Canale 5 dove la manifestazione sarà commentata da Enrico Mentana. E sarà un Palio che, almeno parzialmente, sarà anche costellato da spot. Il consorzio delle contrade, che ha il monopolio delle riprese, permette inserimenti pubblicitari durante il corteo storico. Le interruzioni sono vietate dalle 19,30 quando i cavalli usciranno dall' entrone del palazzo pubblico. E Canale 5, che pagherà 70-100 milioni per la diretta, dovrà trasmettere la corsa fino all' ultimo istante. Il Tg5 dovrà andare in coda.
Questa è solo una delle clausole di un contratto di 22 pagine, considerato dalla Rai "un capestro". Ma è un accordo che Omar Calabrese, massmediologo e assessore alla Cultura di Siena, difende a spada tratta perché questa operazione, a suo dire, è una forma di "ecologia televisiva, di ecologia della mente". Sostiene: "Abbiamo affermato un principio: chi produce un evento costruito è il proprietario. Le riprese televisive sono gestite dalle contrade attraverso l' agenzia. Non è censura ma un servizio a pagamento quello che offriamo: forniamo immagini. I giornalisti sono liberi di commentare come vogliono. Per la prima volta inoltre la corsa non subirà interruzioni. Questo era il nostro obiettivo: se spezzi la corsa non permetti al pubblico di comprendere l' evento". Corsa "integrale" dunque per Mentana e i suoi giornalisti che dovranno affrontare un mondo complesso e complicato, carico di antichi riti, dotato di un proprio vocabolario e che in Rai ha dato buoni risultati di audience soltanto intorno alle 20, quando si avvicinava il telegiornale.
Per i senesi il Palio comunque non è audience ma lacrime e gioia, quella che esplode al termine della corsa che in questo luglio ha più di un protagonista. Tanto per cominciare c' è il Bruco: non vince da 39 anni e vorrebbe portare in contrada il Palio, dipinto quest'anno da Leo Lionni. La cabala sembra dalla sua parte. Il caso gli ha assegnato un cavallo che porta lo stesso nome di quello che tagliò il traguardo nel lontano 1955: Fanfara. Ma il sauro non è tra i favoriti.
IL PALIO ALLA PANTERA
PAOLO VAGHEGGI - 3 luglio 1994
SIENA - Ha vinto la Pantera, ha vinto il favorito, Uberto, un baio di nove anni montato da Massimo Coghe, detto Massimino.
Le previsioni della vigilia sono state rispettate ma il cavallo ha tagliato il bandierino al termine di una drammatica carriera. Sette dei dieci cavalli sono arrivati al traguardo "scossi", cioè senza fantino. Soltanto Massimino, Aceto, che portava i colori dell'Aquila, e Cianchino dell'Oca, sono arrivati regolarmente al traguardo.
Imperatore, il baio della Chiocciola è finito sull'anello di tufo. Ma si è rialzato senza problemi. Per gli animali non ci sono state conseguenze ma gli uomini sono finiti in ospedale. Sono andati al pronto soccorso Bastiano dell'Istrice e Mistero della Selva: entrambi hanno una tibia rotta.
Uno spettatore è stato travolto dal cavallo della Pantera all'arrivo. Le immagini in tivù sono state drammatiche e hanno fatto temere il peggio ma l'uomo è rimasto illeso e se l'è cavata con un grande spavento. Una corsa senza incidenti, dunque, arrivata dopo quaranta minuti di "giochi" tra i canapi, dopo una falsa partenza, richiami ufficiali per il Nicchio, che affiancava uno storico nemico, il Montone, e l'Istrice che partiva di rincorsa.
Proprio il fantino dell'Istrice non dava la "mossa". Soltanto alle 20,20 c' è stata la partenza. Il Bruco ha preso la testa ma alla curva di San Martino prima è caduto il Montone, poi l'Istrice.
Alla curva del Casato è toccato al Bruco e al Nicchio. La Pantera ha preso la testa e ha vinto.
È finita così, tra le urla di gioia dei contradaioli della Pantera, riuniti intorno al "cencio" dipinto da Lio Lionni.
È stata una vera giornata di festa che ha avuto una straordinaria vigilia. Valdimontone, Chiocciola, Tartuca, Bruco, Selva, Pantera, Istrice, Aquila, Nicchio, Oca - le dieci contrade che al tramonto di ieri si sono presentate in piazza del Campo - si sono aggredite solo verbalmente, attraverso ironiche strofe di canzoncine popolari. E il Bruco, la nonna del Palio, che non vince dal luglio del 1955, ha addirittura ingaggiato un gruppo di trombettieri. Hanno suonato in continuazione la carica dei bersaglieri perché il cavallo che gli era stato affidato dalla sorte si chiamava La Fanfara. Ma neppure le trombe sono riuscite a sconfiggere il fato avverso.
Ben diverso il clima che si è respirato fuori dalla festa, sia per le polemiche che hanno riacceso gli animalisti sia per il "Palio" corso da Rai e Fininvest. Da questa edizione le contrade, attraverso un consorzio, gestiscono in proprio le riprese televisive e i contratti per la trasmissione in diretta, per "ricomporre - queste sono le intenzioni - la frattura tra ciò che è la città e ciò che viene rappresentato". "Siena si è riappropriata della manifestazione", sostiene il sindaco, il pidiessino Pierluigi Piccini spiegando che il servizio non è troppo diverso da quello che viene offerto per la Formula uno o i Mondiali di calcio.
Sono state imposte severe regole, numerosi obblighi, una tariffa di 10 dollari al secondo ma senza alcun diritto fuorchè l'esclusiva della diretta. È un contratto che la Rai ha giudicato "un capestro". Così, dopo vent'anni è uscita di scena lasciando l'esclusiva della corsa a Canale 5. Nei prossimi giorni ci saranno nuove querelle.
A qualche senese non è piaciuto un intervento di Vittorio Sgarbi che ieri si è presentato al TG5 delle 13 e dopo aver proclamato il proprio amore per la città ha invitato i turisti a visitare gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, il ciclo del buon governo. "Il polo del buon governo prende il nome dall'opera di Lorenzetti", ha ricordato il presidente della commissione cultura. La frase è stata letta come una pubblicità al governo Berlusconi e non è stata digerita da quella fetta di senesi che già non gradiva che questo Palio della memoria, dedicato al cinquantesimo anniversario della Liberazione, fosse stato affidato a Fininvest.
Probabilmente non rivedremo il Palio su Canale 5. Il contratto, che ha permesso l'inserimento di numerosi spot pubblicitari durante il corteo storico (che hanno sollevato numerose proteste), riguardava solo questa edizione. Il sindaco non ha nascosto che sono in corso contatti con la televisione austriaca, con quella australiana e con quella giapponese. Proprio ai giapponesi potrebbe andare l'esclusiva del Palio di agosto e in questo caso in Italia non ci sarebbe la diretta.
Un "Palio giapponese" porterebbe a Siena più soldi e meno grane. Le immagini dell'ecatombe dello scorso anno hanno convinto gli animalisti - la Lega antivivisezionista e Animal amnesty - della necessità di continuare nell'attacco alla corsa anche se il sindaco non è preoccupato: "Abbiamo messo in piedi un sistema di garanzie totale, a cominciare dall'anagrafe equina. Sappiamo tutto dei nostri cavalli. Per gli incidenti non possiamo avere responsabilità". E la corsa di ieri gli ha dato ragione.