Una vittoria. Una grande liberazione. Il Leocorno conquista il Cencio dopo 26 anni di digiuno, e allo stesso tempo si libera della cuffia, "donatagli" dalla Lupa nel 1973, che cede al Bruco.
Come nella precedente Carriera di luglio, mancano Urbino, Panezio e Rimini e i favoriti sono sempre gli stessi: Uana de Lechero e Zalia de Ozieri.
Il lotto è completato da tre esordienti (Nibbio, Umanità e Putnick) e cinque veterani, tra cui Lamadina, che ritorna in Piazza dopo due anni di assenza.
I giorni delle prove trascorrono senza grossi problemi: Onda, Montone, Bruco, Pantera e Torre confermano chi prima, e chi dopo aver montato qualche giovane, le scelte di luglio.
Il Nicchio fin dalla prima prova si aggiudica l'autorevole monta di Bastiano su un cavallo di esigue possibilità.
Chiocciola e Giraffa giocano la carta del giovane puntando alla valorizzazione di Mario Giacomoni e Antonello Casula; il Leocorno, la favorita della tratta, punta alla monta di maggior prestigio: Andrea Degortes detto Aceto, che come consuetudine scende in Pantaneto alla terza prova.
Per ultima, ma non come scelta, la Civetta, che accoglie benvolentieri Adolfo Manzi sulla grigia Tessera.
La mattina della provaccia piove, così come nel pomeriggio tanto da indurre le autorità a rimandare il Palio al 17.
Il giorno verrà corso il Palio. Una corsa che si decide in seguito ad un'estenuante mossa. E se al termine della Carriera che conferma Aceto Re della Piazza con il decimo sigillo guadagnato sul campo, tra i canapi il vero protagonista in senso assoluto sarà Mauro Matteucci detto Marasma, il fantino dell'Onda.
Il Marasma pur montando un cavallo irrequieto e bizzoso come Nibbio riesce a compromettere in maniera definitiva la corsa della rivale: la Torre.
Il Palio infatti si gioca tutto alla mossa; una mossa interminabile e caotica dove alla irrequietezza dei cavalli e fantini si aggiuge un ordine di entrata a dir poco scioccante come se il destino volesse mettere alla prova i principali protagonisti di questo Palio.
Per prime entrano Chiocciola, Nicchio e Pantera, le tre Contrade a cui i pronostici della vigilia concedevano poco o nulla ma che restando fuori dalla "bagarre" riusciranno a partire bene dai canapi diventando protagoniste della corsa insieme al Leocorno.
Dopo l'ingresso di Bruco e Montone, la Piazza stracolma di persone ha visto affiancarsi Leocorno e Civetta, Torre e Onda con la Giraffa di rincorsa.
Inizia così quella fase lunghissima della mossa che riesce a condizionare completamente il Palio. Mentre il Manzi né infastidisce né ostacola la partenza di Aceto, che partirà indisturbato in terza posizione, l'Onda inizia una vera e propria caccia alla Torre.
Marasma segue, carica e pressa l'avversario in maniera asfissiante e a nulla valgono i tentativi di reazione di Camillo che culminano in furiosi scambi di nerbate o rifugiandosi in altre posizioni, per sottrarsi al "nemico".
Nel momento in cui il canape si abbassa Marasma ostruisce nuovamente la Torre e per Camillo il Palio finisce ancora prima di cominciare.
Il Bruco dal canto suo preferisce scivolare dal quarto posto al nono e quando la Giraffa entra si fa sorprendere con molta ingenuità.
Il Montone rimane fermo e quando partirà non riuscirà mai a entrare in corsa. Eliminate quindi fin dall'inizio Torre, Onda, Bruco e Montone, e nel momento in cui Aceto si ritrova davanti solamente l'abile Bastiano e il simpatico esordiente "Cocomeraio", il Palio è già segnato.
Dalla mossa schizzano via velocissime la Chiocciola e il Nicchio, seguite da Leocorno, Civetta e Giraffa. Fino a San Martino è una lotta serrata tra Chiocciola e Nicchio.
Bastiano se c'è ne bisogno dimostra come con qualsiasi cavallo riesca a uscire bene dai canapi, e in corsa potrebbe fare sicuramente di meglio se non fosse stato ostacolato più volte dall'inesperto Giacomoni che dopo averlo danneggiato a San Martino, lo ha schiacciato ai palchi del Casato disarcionandolo.
Già favorito dalle situazioni della mossa Aceto riesce ad approfittare anche dei gomito a gomito del duo di testa per passare in prima posizione, già prima del Casato.
La cronaca della corsa si può considerare finita al primo giro. Quando il Leocorno passa per la prima volta dalla mossa è forte di un vantaggio enorme, tre o quattro colonnini, dando ad Aceto la possibilità di fare la corsa preferita, quella di testa, con il cavallo in mano senza forzare, voltandosi spesso a guardare i rivali e nello stesso tempo preparandosi al trionfo con il nerbo alzato.
Aceto vince alla grande e vince anche il Leocorno che dopo 26 anni riassapora la gioia indescrivibile della vittoria.