Si corse un Palio straordinario dedicato alle Olimpiadi.
Alla tratta, ero in Piazza con un caro amico torraiolo, ora defunto, e s'aspettava l'assegnazione. Guardando il tabellone dei soggetti presi, dissi: "Sta' a vede' che alla Torre tocca il cavallo che ha il numero 3 di... coscia.". (Veramente si direbbe di "...ulo", ma voglio fa' l'edu'ato).
O te, facessi 13 alla Sisal!... Numero 1 di orecchio e di... coscia viene estratto per primo. Secondo estratto, numero 2 d'orecchio e 3 di... (stavolta lo dico) culo: Torre! "Che ti dicevo?" dissi "Un 3 è Torre, e 'un si scappa". E la vecchia, generosa Archetta venne in Salicotto con Vittorino.
Uberta de Mores alla Civetta, e sopra Beppe Gentili; la sorella di Uberta, Salomè de Mores è nella Giraffa e monta Rondone; Capriola al Leocorno con Tristezza; Tanaquilla all'Aquila con Lazzaro. Marisa va alla Tartuca con Solitario; Rosella nella Pantera con Guanto fantino.
Scriverò anche "alla torraiola", ma credetemi pure se vi dico che a questo Palio i fantini vogliono i soldi, tanti soldi, e no cantate di stornelli.
Si fa sapere ai nostri eroi che le banche di Sant'Anna e San Giacomo Maggiore sono alla loro portata e sanno quel che devono fare.
Si sa che in Piazza c'è un "patto a quattro": Vittorino, Gentili, Tristezza e Rondone.
Macchina in moto e prove regolari, con qualche acciacco di cavalli della Civetta, Lupa, Aquila e Pantera, che non corrono la terza prova, con la Pantera più colpita che non corre fino alla Provaccia.
Il più assoluto silenzio nei "sentito dire", e a quanto pare questo Palio può riservare diverse incognite.
Ma il mago del Palio è dall'Oca, e capisce la "ragia" il sor Ettore Fontani. Conoscendo bene il Beppe "Goloso" sa che starà al gioco. E lo farà recedere. Ma come?
Dopo la cena della Prova Generale, la troupe di casa Fontani è al garage Bardini con Beppe fantino. Sermoni più sermoni fanno sermoni, e convincono il Beppe ad andare a vincere. E così fu.
Il Maestro Bruno Marzi dipinge il Drappellone, e il ferreo polso di Andrea Fagnani è sul verrocchio.
Al canape, Civetta e Torre accanto, Leocorno basso, mi pare al secondo posto, la Giraffa invece all'ottavo: questi sono quelli del "patto a quattro".
Il "giustiziere" Lazzaro, spalla di Vittorino, è nell'Aquila e dà la rincorsa. A chi? Quei due sono accanto, e, nel tempo, a me Lazzaro disse: "Io entro, poi vedremo come se la cavano".
Se la cavò meglio Beppe Ciancone con la gioventù di Uberta che sfrecciò dai canapi abbassati dal Fagnani, per andare a vincere, come si dice, in carrozza. E fu Civetta.
Abbracci di Via della Pancaccia al Beppe Gentili, sor Ettore in testa, e giù cori a quello dio "S'è sempre comandato / e sempre si comanda / siamo di Fontebranda...". Qui, cari lettori, vi devo dire che la partita non è che rimandata. E chi stava al gioco? Beppe fu attaccato dai colleghi. Ma lui aveva l' "alibi". Eccolo "Con Uberta, dove ti rimpiatti?"
Voi che avreste detto? In fondo, aveva ragione lui.