L'arrivo di Gaudenzia in Camollia dava a questo Palio un preciso indirizzo, ma l'alternanza dei fantini ed il serio incidente al Gentili, non creavano durante le prove i presupposti favorevoli per una sicura vittoria.
Dopo una prima prova non eccellente di Tristezza, la dirigenza di Camollia chiedeva al Bruco il Gentili, ma, durante la seconda prova, cadendo, Ciancone si rompeva una spalla.
Nella prova della sera (la terza) l'Istrice presentava tra i canapi Lazzaro Beligni, ma anche la sua prova non convinse. Ed ecco allora arrivare, emulando i passi di luglio, proprio quel Mezzetto fresco vincitore e che riuscirà, come vedremo, a togliere la cuffia a Camollia.
Si conclude con questo Palio, a 44 anni, l'attività sul tufo di Primo Arzilli detto Il Biondo, uno dei pochi fantini ad aver corso prima e dopo il secondo conflitto mondiale. Vincitore di 5 dei 35 Palii corsi nell'intervallo 1935-1956, il Biondo è stato uno fra i fantini di maggior spicco nell'immediato dopoguerra, quando riuscì a collezionare tutti i suoi trionfi nel ristretto arco di tempo dal 1945 al 1953. E' con lui che sono tornate alla vittoria nel dopoguerra l'Oca e la Selva ed in entrambe le occasioni con il cavallo scosso, fatto questo alquanto curioso.
Il Biondo presenta per la storia del Palio altre particolarità, prima fra tutte quella di essere uno dei fantini più... disciplinati della storia del Palio, non essendo mai stato né ammonito, né squalificato. Vanta anche la curiosità di essere stato di rincorsa con i due ultimi sistemi di sorteggio delle Contrade al canape, mentre, a livello di "monte", è riuscito a portare tra i canapi tutti i cavalli big, eccetto Piero, dell'immediato dopoguerra, da Salomè a Folco, da Brillante ad Archetta, alla Popa, a Gaudenzia, a Belfiore.
Una mossa decisamente confusionaria con l'ottima e precisa scelta di tempo di Mezzetto che porta via dai canapi con autorità la sua Gaudenzia, ma è decisa anche la partenza di Rondone nell'Onda su Archetta e di Vittorino nel Nicchio su Tanaquilla.
Resta consistente la partenza lanciata e la progressione dell'Aquila di rincorsa con Il Terribile su Ravi II. Completamente impreparata la Civetta (Bazza con Velka) il cui ritardo sarà determinante nello svolgimento della corsa.
La grande precisione di Gaudenzia e la determinazione di Mezzetto, che ha già perso lo zucchino, si mettono in contrasto al primo giro a S. Martino, con l'ingresso piuttosto alto e spericolato di Vittorino nel vano tentativo di superare l'Onda. Alle loro spalle l'Aquila poi Chiocciola, Civetta, che ha ben recuperayo, e Giraffa (con Belfiore e Il Biondo all'ultimo Palio); mentre il Bruco va a dritto).
Mezzetto costruisce tra il primo Casato ed il passaggio alla mossa il suo capolavoro che lo porterà a vincere tranquillamente il Palio. Rinserrando e stringendo allo steccato gli attacchi portati da Rondone, Mezzetto riesce nel duplice intento di conservare la prima posizione e di interrompere l'azione minacciosa dell'Onda, che verrà poi superata all'ingresso del secondo S. Martino dal Nicchio ancora proiettato all'esterno.
La curva bassa di Gaudenzia sembra dover rappresentare la svolta del Palio, ma non sarà così; dopo che sono passate Aquila, Civetta, e Montone dietro cadrà la Pantera.
Respinto l'attacco dell'Onda per Mezzetto sembra ormai gioco fatto. Alle sue spalle Nicchio, Onda, la Civetta che ha ben recuperato e l'Aquila.
Al terzo S. Martino Bazza entra basso appoggiandosi all'Onda e per Rondone il Palio finisce qui. L'ultimo estremo tentativo della Civetta è, passato il Casato, quando riesce a superare anche il Nicchio, ma al bandierino saranno i quattro colori di Camollia a sfrecciare per primi: è la fine dell'incubo per una vittoria attesa dal 1935 come le foto del giubilo testimoniano senza troppi commenti.