Cosa significò l'ingresso nella Piazza del nuovo elemento di nome Giorgio Terni detto Vittorino, di anni 21? Nato a Monticello Amiata, pupillo di Benito Giachetti cavallaio? Il continuare della tradizione dei grandi nomi di coloro che amarono il rischio della corsa nel tufo della pista del Campo, ed esaltarono con le loro gesta i cuori e le menti dei contradaioli, che gioirono delle sue vittorie e soffrirono dei suoi drammi.
L'esordio di Vittorino fu funestato da un evento luttuoso. Montava un purosangue di nome Turbolento, detto anche Toffolo Marmottino, per i colori del Nicchio. Gli altri nove cavalli erano stati assegnati così: Tarantella (purosangue) alla Tartuca, con Albano, detto Ranco; Fontegiusta (purosangue) al Leocorno con Ganascia; Ravi II, soggetto scattante, al Bruco, con Smania; Lirio all'Onda, con Gentili; Sarò Non Sarò alla Torre con Mezzetto; Mitzi (purosangue?) all'Oca con l'Arzilli; Gaudenzia alla Selva con Ivan il Terribile; Anita alla Pantera con Lampino e Gioia alla Chiocciola con Imolo.
Anche quel Turbolento-Toffolo Marmottino era un purosangue.
Mossiere il Guidarini; il Drappellone è dipinto dal Paolucci.
Vediamo la corsa chi se ne va dai canapi è proprio questo ragazzo coi colori del Nicchio, che affronta in testa il primo San Martino.
Al primo Bandierino ha già fatto il vuoto dietro di sé, e con tranquillità affronta il secondo San Martino. Sorte ingrata. Il cavallo lo porta al Chiasso Largo, ma la bestia si frattura una zampa, e per cavallo e fantino la corsa è finita. Va in testa Albano/Tartuca e si accende una rissa furibonda nelle retrovie. Vediamo una lotta a coltello tra Onda e Oca, ma Albano è irraggiungibile. E' Tartuca.
E la Torre? Mezzetto, al primo Casato si è fatto mettere in palco dal Gentili. Così vòl dire èsse' piccini.
Per la verità, in Castelvecchio non si aspettavano tanta grazia di Dio, freschi di vittoria nell'agosto 1951. Ma si ringrazia e si passa ai festeggiamenti.
Un giudizio sul giovane Vittorino? Dissi fra me e me: "Riecco Angelo Meloni", il grande "O Rey" con tredici vittorie sulle spalle.
Un tempo, chiedendogli che cosa ci vuole per essere un grande fantino, mi rispose: "Per correre nel tufo della Piazza occorrono quattro cose: Gioventù, Miseria, Mestiere e Coraggio".
E questo ragazzo dimostrò di avere le virtù necessarie. Lo vedremo in seguito.