E' il 16 agosto 1952. Il Bruco è già fra i canapi con Amaranto, un discreto cavallo (Miramare), ed una buona disponibilità di soldi da spendere.
Mentre stanno entrando gli altri cavalli il mossiere Guidarini sente un tonfo; Amaranto ha spronato ed è caduto a terra.
Il fantino del Bruco viene portato nella vicina farmacia per le cure del caso mentre la Piazza si agita e rumoreggia.
Amaranto ad un certo punto sembra riprendersi, domanda se il Palio sia già stato corso ed alla risposta negativa si accascia di nuovo al suolo svenuto.
Vista l'impossibilità che Amaranto riprenda il suo posto si intrecciano in quel caotico momento i più disparati pareri.
Alcuni capitani vogliono rinviare la corsa, altri sono per l'allontanamento del cavallo, qualcuno propende per la sostituzione del fantino, mentre c'è chi vuoi far correre Miramare scosso.
Comincia a far buio e scure nubi si addensano sul Palio dedicato a Brandano. I brucaioli che da 30 anni non vincono minacciano di entrare in pista; si sta sfiorando il dramma.
Ad un certo punto da un palco un uomo scamiciato si fa avanti e si offre di correre: è Ganascia, fantino plurivittorioso, che non ha bisogno di presentazioni anche se l'età non è più verde.
Si intrecciano frenetiche discussioni, poi il direttore di Polizia Municipale Barra, il responsabile della Pubblica Sicurezza, le autorità comunali ed il mossiere decidono che la sostituzione è la soluzione migliore mentre dall'alto del palco dei capitani Ettore Fontani grida il suo dissenso.
La cavalla della Chiocciola, Bruna, è zoppa perché nel corso delle prove si era recisa il nervo dell'anteriore destro (ed infatti dopo la corsa verrà abbattuta), ed allora non si sa bene per quale motivo Ganascia corre nella Chiocciola ed Imolo passa nel Bruco.
Si assiste così ad un Palio in cui un fantino, Ganascia, corre con i pantaloni borghesi ed il giubbetto della Chiocciola ed un altro, Imolo, addirittura con i pantaloni della Chiocciola ed il giubbetto del Bruco.
Dopo la corsa Remigio Rugani, capitano della Tartuca, dirà al capitano della Chiocciola Beccarini Crescenzi: «Hai visto? Due chiocciole nello stesso Palio e soltanto un po' di bava».
Si racconta anche, e qui forse l'aneddotica e la fantasia si confondono un po' con la realtà, che il commissario di Pubblica Sicurezza avrebbe detto: «Bisogna correre, ci mancherebbe altro, non possiamo mica mandare a casa tutti questi signori! Dunque la lumaca monti sul baco da seta e lei - rivolto a Ganascia - vada a correre per la lumaca».
Il bello della situazione fu che il Sor Fontani, che fino ad allora aveva sbraitato e protestato, una volta che vide l'Oca, la sua Oca, vittoriosa, si calmò di colpo e quasi timoroso domandò: «Posso prendere il Palio?»