Palio dell'Assunta
di giovedì, 16 agosto 1951

Nessun problema alla tratta, stavolta si sceglie fra ben ventidue soggetti, un record. Salomè, al suo quindicesimo ed ultimo Palio, tocca per la quarta volta alla Selva che ripresenta Mezzetto. Niduzza, per la prima volta "orfana" di Rompighiaccio, fa sognare il cappotto ai panterini.

Nell'Istrice, affamato di vittoria, arriva la fresca vincitrice di luglio, Archetta. Ciancone si accorda subito con la Tartuca per montare la purosangue Bagnorea, Civetta ed Istrice si scambiano il fantino, Amaranto nel Castellare ed il Biondo in Camollia.

Alla prima prova Gina, il barbero del Bruco si azzoppa, Rompighiaccio che lo montava sparisce, al Palio, corso solo per onor di firma, arriva Granatino, con tutta probabilità il primo fantino sardo a correre in Piazza del Campo.

La mossa è molto confusa per la vicinanza fra Chiocciola e Tartuca, la Lupa risale continuamente verso il verrocchio per bloccare l'Istrice di rincorsa. La manovra di Ranco ha successo, l'Istrice entra ma le sue possibilità di successo sono già compromesse, con Selva, Torre e Chiocciola che se ne sono già andate. Il Palio del Bruco è già finito con la zoppa Gina ferma al canape.

Nel primo giro la Selva accumula un discreto vantaggio, in seconda posizione si è inserita la Tartuca con la sorprendente Bagnorea, anche la Pantera in progressione sta ben recuperando.

Al secondo San Martino le prime due posizione restano immutate, ma la vecchia Salomè non può reggere a lungo il ritmo forsennato del binomio di Castelvecchio. La Tartuca passa in testa con dietro Mezzetto che è addirittura aggrappato al collo di Salomè.

Per Ciancone è il cappotto personale, ottenuto con un'autorevolezza che non ammette repliche, vincere in due contrade a digiuno da molti anni con due barberi debuttanti è un'impresa eccezionale.

Al Palio si arriva "virtualmente" con otto Contrade al canape. Lupa e Bruco, infatti, andranno alla Mossa per onor di firma considerati gli infortuni di Lella e di Gina.

La partenza, come al solito, sarà decisiva: se la Lupa, infatti, ostacolerà l'Istrice di rincorsa, la Chiocciola deciderà di partire, lasciando "libera da marcature", la Tartuca.

Scappa, comunque prima la Selva, seguita da Torre, Chiocciola e Tartuca. Per due giri le posizioni restano stabili, ma, all'inizio dell'ultimo giro, la Tartuca innesta il turbo ed effettua il sorpasso.

Per Castelvecchio è il ritorno alla vittoria dopo il cappotto del 1933.

~ o ~ o ~ o ~ o ~

Mossiere: Guido Guidarini

Bruco: Gina/Granatino; Pantera: Niduzza/Lampino; Torre: Dorina/Il Terribile; Chiocciola: Titina/Bazza; Tartuca: Bagnorea/Ciancone; Civetta: Nick/Boccaccia; Leocorno: Volpe/Pietrino; Lupa: Lella/Ranco; Selva: Salomè/Mezzetto; Istrice: Archetta/Biondo

Favorite alla vigilia sono Pantera, Istrice e Selva Salomè al quarto Palio per Vallepiatta). Diverso atteggiamento dentro i canapi fra le rivali: la Lupa ostacola l'Istrice di rincorsa, la Chiocciola decide invece di ignorare la Tartuca al suo fianco.

Parte in testa la Selva, seguita dalla Torre, Chiocciola e Tartuca. La rimonta di Bagnorea è veemente ma Salomè sembra irraggiungibile.

Al terzo passaggio alla Fonte, però, la grigia ha un cedimento e il Gentili ne approfitta per il sorpasso decisivo.

La Tartuca torna alla vittoria dopo il cappotto del 1933.

E un'altra Contrada, che digiuna da ben 18 anni, la Tartuca (ultima vittoria 1933), fa sapere alle Consorelle il suo desiderio di vincere. Ha in sorte un tre quarti sangue di nome Bagnorea, proprietario Agostino Provvedi, e la monta il miglior Beppe "er goloso". Nituzza va alla Pantera con tal Mellini Lampino; al Bruco viene assegnata la Gina del Giachetti con un tipo di nome Granatico che solo Dio conosce. Alla Torre tocca la generosa Dorina del Ramalli, e monta Ivan il Terribile. Ritorna Salomè nella Selva, che la affida a Mezzetto, mentre Archetta montata dall'Arzilli correrà per i quattro colori di Camollia. Ha dipinto il Drappellone il mio caro e grande amico Irio Sbardellati di Malborghetto.

Vengono fuori le solite prove, piuttosto noiose, e nulla di particolare è degno di menzione.

La sera del Palio, al canape addio sogni di gloria: la Tartuca si ritrova accanto la Chiocciola che il Bazza con Titina, che corrono per i colori di San Marco, faranno di tutto per mettere fuori uso il Gentili, come fece proprio il Bazza nel 1947.

Guidarini impeccabile come sempre fa scattare i canapi. Il Bruco e la Torre se ne vanno dal primo al terzo posto, quarta la Chiocciola e quinta la Tartuca. Istrice di rincorsa.

Al primo San Martino girano Bruco, Torre e Selva, che non reggono la forza del 3/4 sangue di Bagnorea. Sta di fatto che "er goloso" va in testa, e chi s'è visto s'è visto. La Selva non ha fortuna con Salomè e Mezzetto, e Nituzza rinviene in ritardo e rimane fuori corsa.

Cosa si vide? A chi Santa Lucia ha dato occhi per vedere, e io ringraziandoLa ce l'ho bòni, ha potuto costatare il comportamento di Ivan nella Torre, chiaramente venduto, che l'avrebbero visto anche i ciechi. Sorvoliamo, sennò mi dicono che scrivo troppo alla torraiola...

Fu Tartuca, come suol dirsi, alla grande. Così i diciotto anni di astinenza sono nel dimenticatoio, e in Castelvecchio si esulta. E con ragione. Con questo "cappotto", Beppe Gentili comincia a pensare sin da ora quale sarà la Contrada che lo vorrà: e che se riuscirà ad accaparrarselo, dovrà sborsare molti soldi.