Una tratta con pochi soggetti torna a favorire nuovamente la Selva, che si ritrova nell'accoppiamento la bianca Salomè, mentre la rivelazione dell'anno precedente, Niduzza, favorisce concretamente le speranze del Bruco.
Tra i soggetti nuovi quello che è riuscito ad attirare maggiormente l'attenzione è una femmina, Archetta, che tocca alla Pantera. I favori dei pronostici sono così per queste tre contrade che non vincono da maggior tempo: la Selva dal 1919, il Bruco dal 1922 e la Pantera dal 1926.
Per le prove i cambi di monta sono pochi, quello più consistente riguarda il Gentili che scende dalla Tartuca e da Stellina, per approdare nella Pantera, dove Amaranto non riesce più a trovare la fiducia degli anni passati. Il fantino, infatti, trova ingaggio nella Chiocciola, nella terza prova, ma cade e resta a piedi. Il Bruco ricrea l'accoppiata vincente del precedente agosto ingaggiando Rompighiaccio; nella Torre, dopo tre anni e per l'ultima volta, torna Ganascia.
L'unica nota durante le sei prove arriva dalla stampa cittadina che, abusivamente, toglie la vittoria alla Selva, per la Prova Generale, essendo Salomè giunta senza spennacchiera!
Le speranze di Vallepiatta sono affidate ad un piccolo debuttante: Francesco Cuttoni che i senesi faranno passare alla storia con il nome di Mezzetto, già debuttante in Piazza per le prove del maggio 1950, sempre su Salomè con il giubbetto della Lupa. Una curiosità in questo Palio riguarda il nulla-osta ricevuto dalla Selva da parte dei Deputati per evitare che Mezzetto sfili nel Corteo storico con la corrazza che era più grande di lui.
Nella storia del Palio, Mezzetto è riuscito comunque ad inserirsi specialmente grazie alla sua determinazione di emergere in una corsa ancorata a schemi standard. Un fantino, infatti, che, in quegli anni, non «fasciava» il cavallo doveva pur rappresentare una forte curiosità.
Mezzetto correrà sul tufo per 17 anni, fino al luglio 1968 e riuscirà a vincere tre Palii, con il cappotto del 1956. La simpatia con la quale riusciva a circondarsi, anche in rapporto alla sua esile figura, lo porterà ad avere più di un'occasione per vincere, anche se all'inizio della sua carriera sul tufo gli mancherà quel pizzico di fortuna per emergere.
Ed eccoci al Palio con alla mossa il cambio di posto tra Nicchio e Torre che costerà ai due fantini la squalifica. Il primo ad uscire è il Gentili che porta via dai canapi, con la tranquillità dei grandi, la debuttante Archetta. Accanto a lui scappano bene Nicchio, Selva e Torre ed il Palio sarà combattuto solo da queste quattro Contrade, mentre in alto Tartuca e Chiocciola si annullano a vicenda ed il Bruco resta sorpreso dall'abbassamento dei canapi.
Le fotografie del primo S. Martino mostrano come il Gentili riesca, attraverso il suo «naturale viottolo» ad eludere l'attacco portato all'esterno da Nicchio e Selva, con il nerbo alzato ad incitare Archetta.
Al Casato cade il Nicchio, che rappresentava il più serio ostacolo per la Pantera. Stalloreggi ha un vantaggio ormai consistente per far registrare sorprese; la sicurezza si ha nell'esperienza di un fantino come il Gentili.
Al secondo passaggio a S. Martino Ciancone controlla la situazione, con Selva e Torre che non sembrano in grado di impensierirlo più di tanto, mentre alle loro spalle cadrà il Bruco. Lo svolgimento dell'ultimo giro non presenta ulteriori cambiamenti per una corsa molto lineare e con il Gentili sorridente davanti alla lontanissima Selva e alla Torre, che giunge scossa perché Ganascia è caduto all'ultimo passaggio al Casato.