di Roberto Filiani
13 settembre 1910, il Palio straordinario con la prima foto della mossa.
Il 13 settembre 1910 si corse il quarto Palio straordinario del 1900, organizzato per onorare una folta delegazione di giornalisti francesi presente a Siena.
Il sorteggio delle contrade, a cui non aderì il Leocorno, avvenne la mattina di giovedi otto settembre, seguito dall’assegnazione dei cavalli. La sorte decretò subito una favorita assoluta: assente la portentosa Stella, big del momento, il miglior cavallo, la Gobba, toccò alla Torre. La cavallina baia di Giovacchino Pianigiani, con tre vittorie già all’attivo, era di gran lunga superiore agli altri soggetti e tra l’altro, oltre ad avere già vinto per Salicotto nell’agosto 1905, nel Palio precedente era toccato all’Oca.
Pietro Pagnini, Capitano della Torre, affidò da subito la Gobba all’emergente Domenico Leoni detto “Moro” il quale vinse le prime due prove per fissare l’ambita monta. L’Oca, in grandi difficoltà, mandò nella Selva, possibile antagonista della Torre insieme alla Pantera ed alla Giraffa, il fido Picino sul promettente baio del “sor” Ettore Fontani .
Disputata regolarmente la terza prova il maltempo iniziò a condizionare lo svolgimento della Festa provocando l’annullamento della quarta, della Prova Generale e della Provaccia. La pioggia incessante causò un doppio rinvio del Palio ed i giornalisti francesi, a cui la carriera era dedicata, abbandonarono delusi la città.
Il Palio andava comunque corso ed all’alba del 13 settembre, con il cielo ancora denso di nubi, gli operai comunali risistemarono velocemente la pista. A distanza di poche ore, in un inedito orario mattutino, il Mossiere Pasquale Meucci chiamò le contrade nel seguente ordine: Chiocciola con Nappa; Selva con Picino; Tartuca con Scansino; Onda con Guido Rossi; Torre con Moro; Pantera con Sciò; Aquila con Pioviscola; Giraffa con Fulmine; Drago con Bubbolo; Lupa con Il Rosso.
Dopo una mossa annullata la Lupa ruppe gli indugi nell’istante in cui le prime gocce di pioggia iniziavano a ricadere sul tufo. Con la consueta abilità Picino prese il comando, seguito dalla Torre, dalla Chiocciola e dalla Tartuca che si ostacolarono a vicenda.
La generosa azione della Selva durò fino al primo San Martino dove, sfruttando la potenza della Torre il Moro prese nettamente il comando incrementando costantemente il suo vantaggio fino al conseguimento di una brillante vittoria.
Con questo nuovo trionfo la Torre chiudeva il ciclo d’oro iniziato nell’agosto 1893 e impreziosito da ben sei successi in soli diciassette anni.
A questa vittoria seguì un’astinenza quasi trentennale interrotta da Ganascia, figlio del Moro, nell’agosto 1939 quando i primi echi della guerra offuscarono la festa torraiola che fu organizzata solo nel 1945.
Da segnalare, infine, una curiosità: in occasione di questo Palio dovrebbe essere stata scattata la prima foto di una mossa di una carriera. La tecnica fotografica dell’epoca, infatti, consentiva di fotografare esclusivamente di mattina e pertanto esistevano immagini solo delle prove mattutine. L’orario inedito del 13 settembre 1910 permise, quindi, ai fotografi di scattare molte foto. Pregevole l’immagine di una cartolina, delle Edizioni Venturini, nella quale si vede benissimo l’ingresso della Lupa di rincorsa con sullo sfondo la Piazza gremita di gente con gli ombrelli aperti.
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