Fino dalle prime ore del pomeriggio, quando il Campanone della Torre del Mangia aveva suonato a festa, la circolazione si era resa oltremodo difficile nei punti più frequentati.
Le vie caratteristiche della nostra città sembravano rallegrate dallo sventolìo di cento e cento bandiere dai più svariati e vivaci colori, formando l'ammirazione dei forestieri che in numero molto superiore agli anni decorsi si sono recati a godersi lo spettacolo del Palio.
Poco dopo le ore 16 le contrade, muovendosi dalle rispettive sedi, si avviarono verso il cortile della Prefettura, in Piazza del Duomo, per rendere le consuete onoranze, e disporsi quindi in corteo. Molto tempo avanti che incominciasse lo spettacolo, la Piazza del Campo si era riempita di pubblico. Alle finestre ed alle ringhiere erano appesi arazzi multicolori che davano al severo ambiente un carattere di vivacità e di gaiezza.
Dopo che la pista fu sgombrata dagli agenti della forza pubblica e dai carabinieri a cavallo, questi fecero al trotto il consueto giro della piazza.
Poco dopo le ore 18, al suono del Campanone della Torre del Mangia, fece il suo ingresso nella piazza lo storico corteo dalla parte di via del Casato.
Ammiratissimi furono i giuocatori di bandiere specialmente gli alfieri Forni e Brecchi, rispettivamente nelle contrade Aquila e Drago che con vera maestria eseguirono più volte il famoso "salto del fiocco". Nell'insieme lo sfilamento riuscì abbastanza ordinato.
Qualche minuto dopo le ore 19, i cavalli uscirono dal cortile del Palazzo del Podestà, dirigendosi verso la mossa.
Entrarono fra i due canapi in mezzo ad un profondo silenzio, poi, accompagnati da un grido erompente da migliaia e migliaia di petti, i cavalli furono dai fantini lanciati a corsa sfrenata.
Nello Spazio che corre dalla mossa alla Fonte Gaia i dieci cavalli formarono un gruppo compatto, poi il cavallo della Tartuca prese la testa, seguito da quello dell'Oca. Indietro, tra i fantini delle contrade Onda, Nicchio e Istrice, furono scambiate delle solenni nerbate.
La Tartuca, che come abbiamo detto teneva il primo posto, si ebbe sempre il cavallo dell'Oca a brevissima distanza per tutti e tre i giri di pista, ma finalmente, data la superiorità del cavallo, vinse la corsa.
Il Palio, artistico lavoro del giovane pittore Piantini, venne portato in trionfo nella contrada vincitrice, (via Tommaso Pendola) seguito da numerose bandiere delle contrade amiche ed alleate, in mezzo al rullìo dei tamburi, ed alle grida festanti dei buoni contradaioli.
Mentre nella chiesa della contrada si facevano delle funzioni di ringraziamento venivano aperte al pubblico le eleganti sale per ricevervi, con la consueta e tradizionale cortesia i numerosissimi visitatori, ai quali veniva loro offerto da rinfrescarsi. Il rione, illuminato a padellette, fu, fino a tardissima ora, stipato di pubblico.
La contrada della Tartuca aveva vinto l'ultimo Palio, nell'agosto dell'anno 1902, con il medesimo fantino. Il fantino, Domenico Fradiacono, detto Scanzino, di Tivoli, da molti anni corre nella pista di Siena, ed ha riportato numerose vittorie, specie nella contrada della Torre. L'ultimo Palio fu da lui, vinto il 2 Luglio dello scorso anno nella contrada della Lupa.
Quest'oggi la comparsa della contrada della Tartuca con il fantino ed il cavallo si è recata in giro per la città a partecipare la vittoria alle contrade alleate ed ai protettori.
Libri sul Palio di Siena