Cento anni orsono si realizzò quella che nella storia del Palio rimane a tutt'oggi un’impresa non più ripetuta, ovvero la Vittoria da parte di una stessa Contrada di tre Carriere consecutive.
Le carriere del 18 agosto 1889, del 2 luglio e del 16 agosto 1890 videro vincitrice la Contrada del Drago, anticipando in maniera perfetta quello che sarebbe risuccesso, anche se con l’intermezzo del Palio della Pantera del 2 luglio 1963 (nel quale però il Drago non correva), negli anni 62-64 di questo secolo.
Ci sembra quindi doveroso ripercorrere, ad un secolo di distanza, questi avvenimenti, iniziando dalla prima Vittoria di questo terno secco da nessuno ancora eguagliato, ed alla cui ripetizione solo noi siamo andati molto vicini.
La nostra cronaca è ricavata dai verbali della Contrada, dal libro curato da Antonio
Zazzeroni “Le Carriere nel Campo e le Feste Senesi dal 1650 al 1914”, ed. Periccioli, Siena, 1982, nonchè grazie alla consulenza del Dott. Alberto Fiorini.
I PRELIMINARI: La Società delle Feste in Siena, con il permesso del Municipio, fece eseguire il giorno di Domenica 18 agosto 1889 un palio con i cavalli scossi in Piazza Vittorio Emanuele. Nella sera del 5 agosto alla Sede della Società suddetta furono dai rappresentanti le Contrade estratte le 10 che dovevano prendere parte al detto palio.
L'esito del sorteggio fu il seguente: La Contrada del Bruco estrasse la Contrada dell'Onda; la Contrada dell’Istrice estrasse la Contrada della Chiocciola; la Contrada della Giraffa estrasse la Contrada del Bruco; la Contrada dell'Oca estrasse la Contrada della Pantera; la Contrada del Nicchio estrasse la Contrada della Torre; la Contrada della Selva estrasse la Contrada della Selva; la Contrada dell’Unicorno estrasse la Contrada della Civetta; la Contrada dell’Onda estrasse la Contrada del Nicchio; la Contrada della Civetta estrasse la Contrada del Drago; la Contrada del Montone estrasse la Contrada dell’Unicorno.
Non essendo rappresentata da alcuno la Contrada della Chiocciola, e nell’incertezza se intendesse o no aderire alla corsa, fu per precauzione estratta un’altra Contrada oltre il numero occorrente, la quale fu l'Aquila, da ammettersi supposto che la Chiocciola rifiutasse di prendervi parte; la Chiocciola invece aderì.
Il Regolamento per questa corsa fu identico a quello pubblicato nell’anno 1839, quando ebbe luogo la prima di simili corse.
LA TRATTA: I cavalli furono assegnati alle Contrade la mattina del 18 agosto alle ore 9. La scelta di essi fu fatta dai Deputati allo spettacolo nominati dalla Società delle Feste e dai componenti il consiglio direttivo della Società suddetta. Dei dieci che presero parte al Palio del giorno 16 (agosto precedente) non furono accettati a causa di malattia quelli toccati in sorte al Montone, Drago e Tartuca; furono poi scartati come poco corritori quelli dell'Oca e della Chiocciola. I predetti 5 furono sostituiti con altri 5 nuovi che nella qui appresso nota sono contrassegnati con la lettera N, i quali tutti in conformità del regolamento avevano già corso in Piazza.
N. Manto del cavallo Padrone del cavallo Contrada
1 Morello Mal tinto N Bruni Romualdo Onda
2 Saura balzana da 3 Vallesi Carlo Chiocciola
3 Saura zaina Ciacci Cesare Bruco
4 Sauro stella in fronte Tavanti Dante Pantera
5 Baio scuro N Marchetti Baldassarre Torre
6 Grigia pomellata Tavanti Dante Selva
7 Baia d.a Farfallina Sampieri Quirico Civetta
8 Baio scuro N Boscagli Gaetano Nicchio
9 Baia zaina N Marchetti Baldassarre Drago
10 Baio N Franchi Sebastiano Unicorno
IL CORTEO: In conformità all’articolo 8 del Regolamento speciale per le corse dei cavalli sciolti del 9 Agosto 1889, le Contrade che presero parte a questa corsa inviarono ciascuna una rappresentanza composta da un Tamburo, due Alfieri, il Duce, quattro Paggi, ed il Figurino. Dopo il giro nella pista delle Rappresentanze delle Contrade, alle ore 6 pomeridiane, al suono del tamburo uscirono dal Cortile del Palazzo Municipale i cavalli, ciascuno con la Pennacchiera della rispettiva Contrada, con una fascia intorno al corpo dei colori della Contrada medesima larga cm. 25, con il numero toccatogli nella estrazione impresso nella spalla, e muniti di non più di quattro Perette ciascuno. Come sopra citato, i cavalli, condotti dai Barbereschi, fecero un giro della Piazza.
LA CARRIERA: Tirati i canapi, "nell’entrare vi fu un poca di confusione perché il Cavallo dell’Onda, essendosi noiato, cominciò a tirar calci agli altri Cavalli ma non fu nulla, fu data la mossa e la prima a scappare fu l'Onda che fu raggiunta subito dalla Torre ma questo della Torre alla voltata di S.Martino battè il petto nei sacconi poi retrocedendo incontrò gli altri che venivano urtò quello della Chiocciola che si inginocchiò, ma proseguì la sua carriera come quello dell'Onda e gli altri ma il Cavallo dell'Onda fu raggiunto quasi subito da quello del Drago passandosi a vicenda fra loro si gareggiarono ma vinse il Drago. Il Cavallo della Torre era superiore a tutti, al termine della Corsa quello della Torre saltò la Barricata alla voltata del Casato ma fu ripreso quasi subito senza far danno a nessuno."
E da un’altra fonte di cronaca: "La mossa data dal Direttore di Polizia Municipale Sig. Enrico Zonti, coadiuvato dall’Ispettore delle Guardie Municipali Sig. Giovanni Mazzucchelli riuscì soddisfacente. Primo a partire fu il cavallo della Torre il quale a metà della scesa di S. Martino trovavasi innanzi a tutti quando si fermò, passò allora primo quello del Drago, che al secondo giro a S. Martino, avendo rallentata la corsa, mancò poco non fosse passato dalla Civetta, la quale rimase seconda inquantochè il Drago continuò a correre e così vinse il Palio, terza fu la Chiocciola. I cavalli della Selva, Nicchio, Onda e Torre girarono per qualche tratto la pista in senso contrario, ma poi ripresero il corso regolare. Quello della Torre però poco mancò non fosse causa di varie disgrazie perchè vi fu un momento nel quale avvicinatosi allo stecconato che separa la pista dall’interno della Piazza minacciava saltarvi dentro; allo sbocco del Casato poi spiccò un lancio e saltata la barriera ivi eretta, percorse diverse strade della città fino a giungere alla Porta S.Marco, dove alcuni si dettero cura di fargli paura, tornato indietro fu poco dopo chiappato nella via omonoma."
Era Capitano del Drago il Nob. Giulio Grisaldi del Taja. A ciascuna Contrada venne, dalla Società delle Feste, corrisposta una indennità per le spese occorrenti pari a lire 20. Al seguito d’analoga domanda fatta dal Presidente della Società delle Feste, Sig. Patrizio Chiusarelli (Priore del Drago), le Contrade vi rinunciarono dichiarando di sopportare in proprio le spese medesime. I premi furono: al padrone del cavallo vincitore, lire 60; alla Contrada vincitrice, lire 70 ed il Drappellone; ai padroni dei cavalli per la vettura, lire 8.
I COMMENTI: "Questo Palio oltre a non aver destato interesse fu poco divertente, e non soddisfece gli spettatori per i gravi pericoli che vi sono" (Griccioli). Ed il giornale senese “Lo Spettatore”, nel numero 33 dell’anno così scriveva: "Ieri, domenica, ultimo giorno delle Feste, fu corso il Palio dei cavalli scossi. Lo precedette il giro delle Contrade corritrici, più semplice di quello del 16.
La piazza era affollata come Venerdi, ma lo spettacolo non riuscì ugualmente bene. I cavalli lasciati liberi alla mossa corsero regolarmente per mezza girata, poi alla scesa di S. Martino alcuni voltarono indietro cominciando a correre in senso contrario, poi si riunirono agli altri; uno però (cioè quello della Torre) dopo aver tentato di uscire da qualche parte, essendo chiuso ogni sbocco, saltò diretto i cancelli allo sbocco del Casato con grave spavento dei vicini. Non vi fu a lamentare fortunatamente nessuna disgrazia.
Tuttavia si vede che il Palio degli scossi non è opportuno per la nostra Piazza, come non è opportuno il ripetere due volte lo spettacolo delle Comparse in pochi giorni, se non se ne voglia scemare il prestigio. Bisogna contentarsi del nostro antico Palio, e cercare che vada bene, splendidamente quello, sebbene abbia dei nemici oggidi. La corsa degli scossi fu adunque vinta dal Drago."
I FESTEGGIAMENTI PER LA VITTORIA: Il 21 agosto successivo, alle ore sette e trenta di sera, si tenne nei locali della nostra Contrada l'Assemblea Generale per decidere sui festeggiamenti da farsi per questa vittoria.
Erano presenti ben trenta Dragaioli, e si prospettava un ballottaggio fra due progetti: quello di Luigi Grassi e quello di Carlo Cambi, il quale però non si presentò all'Assemblea, e quindi il Priore Patrizio Chiusarelli dette la parola al Sig. Grassi, affinchè esponesse ai presenti il proprio progetto.
L'idea del Grassi prevedeva di anticipare il banchetto dei Soci del Camporegio effettuandolo insieme a quello della Contrada; in tal modo si sarebbe potuto organizzare un pranzo nella villa del Sig. Graziosi, il quale avrebbe gentilmente concesso l’uso di questa sua proprietà situata nei dintorni di Siena. La data e l'orario di massima erano per Domenica primo settembre, alle ore quattro e mezzo. Il Capitano si dichiarò disponibile a sostenere personalmente le spese necessarie per l'intervento della Banda Filarmonica e per far preparare “diversi fuochi artificiali ed una quantità di globi aerostatici” che avrebbero allietato i commensali al momento di abbandonare la villa dopo il banchetto.
La Banda Filarmonica avrebbe atteso i commensali alle sette presso il Ponte della Madonnina Rossa,e li avrebbe poi accompagnati fino al Piazzale della Stazione (allora situata all'inizio dell’attuale viale Mazzini). Qui giunti, sarebbero state distribuite ai partecipanti delle rificolone e, con in testa la Banda, sarebbe stata organizzata una “numerosa” fiaccolata dalla Barriera di San Lorenzo fino a Piazza Pianigiani (ora Piazza Matteotti).
A questo punto “si dovrebbero incendiare i fuochi artificiali e bengala, mentre la musica dovrebbe continuamente suonare. Terminati i fuochi dovrebbero accendersi tutti i fanali e palloncini, inquantochè dovrebbe essere alluminata sfarzosamente la Piazza Pianigiani, le vie che conducono alla medesima e la via del Paradiso”. Anche l’atrio di Camporegio avrebbe dovuto essere illuminato, come pure la Sala delle Vittorie, e “le altre stanze per ricevere previo invito tutti i Protettori della Contrada, le Autorità locali e gli altri invitati ai quali dovrebbe essere servito un decoroso rinfresco”. L'intervento del Sig. Grassi si concluse con una notizia a sensazione, in quanto fu annunciato che anche lo stesso Cambi si era associato al suo progetto. A questo punto rimanevano da esaminare gli aspetti economici, ed il Priore propose che intanto la Contrada si tassasse per lire 100 per l’organizzazione della Festa, dopo di che chiese al Grassi un preventivo di base, preventivo che di seguito riportiamo:
ENTRATE:
da n. 50 soci: L. 50,00
da Soci Camporegio per annata 1887/88/89: L. 210,00
dalla Contrada: L. 100,00
sottoscrizioni: L. 40,00
TOTALE: L. 400,00
SPESE:
illuminazionee fiaccolata: L. 230,00
addobbo ed illuminazione del locale di Campo Regio: L. 55,00
trasporti operai e manovali: L. 40,00
rinfresco alla Banda: L. 15,00
inservienti: L. 20,00
stampe e spese diverse: L. 25,00
TOTALE: L. 455,00
Dopo una fervida preghiera del Priore per contenere al massimo le spese, il progetto ed il relativo preventivo furono approvati all'unanimità e furono nominate tre commissioni: una per l'illuminazione di vie e piazze (Neri Odoardo, Cambi Carlo, Pansolli Cesare, Guerri Alfredo e Lorenzetti Evangelista), una per l’addobbo della Sala di Campo Regio (Grassi Raffaello, Serchi Virgilio, Grassi Giovanni, Cambi Pietro, Grassi Vittorio e Frati Giovanni), una infine per il banchetto (Neri Antonio, Grassi Augusto, Cambi Umberto, Lapi Ettore e Grassi Luigi). A Presidente di queste tre commissioni fu nominato il Capitano Nob. Giulio Grisaldi del Taja. Alle ore otto e mezza l'Assemblea era conclusa.
Le cronache confermano lo svolgimento della Festa del 1° settembre con le modalità previste dal progettista, e nell’Assemblea del 25 maggio 1890 fu approvato il resoconto dei festeggiamenti, consistente in lire 574 di entrate e lire 650.65 di uscite, con un disavanzo per la Contrada di lire 76.65. Quindi 174 lire in più di entrate, ma anche 195.65 lire più del previsto di uscite.
I nostri avi avranno senz’altro accettato di buon umore la maggiore spesa, pur sempre doverosa quando si tratta di festeggiare una Vittoria. Non potevano certo immaginare che le spese erano solo all’inizio, in quanto era in arrivo una “botta” da lire 5.500 per il cappotto del 1890, del quale però parleremo l’anno prossimo.