Alle ore 6,30 era tutto disposto per la Carriera, i fantini non furono perquisiti, perché smontarono dai soprallassi alla Cappella e subito montarono nei cavalli destinati alla carriera, e così in contravvenzione dell'art. 9 della notificazione del 30 giugno 1853; nonostante le seguenti dichiarazioni, e prescrizioni.
Sia permesso avvertire che la mattina del 3 luglio i Giudici della mossa convocarono i fantini, e i Capitani, onde farle espressamente intendere
1° Che i fantini a cavallo nei soprallassi, ed accompagnati dal respettivo Capitano dovevano portarsi nel Cortile del Pretorio per subire la consueta visita, quindi montare nel cavallo destinato alla corsa.
2° che uno o più fantini al momento di esser chiamato a presentarsi al canapo si permettessero fare una qualche scappata, il canapo non sarebbe calato, e per conseguenza si esporrebbero al pericolo di appettare, e capificcare.
3° che come non fossero venuti alla mossa ordinati, e con calma il canapo non sarebbe calato.
4° che quel fantino che turbasse l'ordine regolare, in atto di presentazione al canapo, dopo la carriera verrà tradotto alle Carceri, e verrà sospeso dalla corsa dell'agosto, ed anche in futuro a seconda della gravità dell'insubordinazione.
Terminato il giro delle comparse, della banda, carro, e dopo ciascuno collocato al posto designato vennero chiamati i fantini a ricevere i nerbi, e qUindi disposti per il canapo.
Si mantennero uniti a poca distanza dal canapo, quando scappati Aquila, Nicchio, Montone, e trovato il canapo teso capificcarono. Il fantino dell'Aquila, avendo riportata una forte contusione rimase privo di sensi, e subito apprestateli soccorso, mediante una emissione di sangue non fu in grado di risalire a cavallo, gli altri due rimontati a cavallo, furono rimandati indietro.
Allora che fu creduto opportuno calò il canapo al quale il cavallo dell'Aquila fu presentato, e lasciato libero senza fantino.
Scappò prima l'Oca, seconda la Torre, terza la Tartuca, alla voltata di San Martino cadde la Chiocciola, entrò a San Martino la Contrada del Bruco, alla Cappella entrò seconda la Tartuca alla seconda girata, e passata a San Martino entrò prima la Torre che fu raggiunta dall'Oca al Casato, e di poi seguitò prima la Torre fino alla vincita del Palio, lasciando seconda l'Oca e terza Tartuca.
Le altre Contrade siccome aventi cavalli di minor forza restarono indietro contrastando fra loro, perquotendosi (sic) col nerbo, ma non mostrarono casi speciali di far loro menzione separatamente.
Vi si trovava una forza di sopra 160 militari di linea, e circa 60 regi gendarmi i quali sorvegliarono al buon ordine, senza immischiarsi negli affari di Contrada.
Terminata la carriera non seguì alcun sconcerto a danno della pubblica quiete. Tutto procedé con calma, quiete e tranquillità.