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Chiusi

Terre e castelli

Il territorio del comune di Chiusi si estende per 58,06 kmq tra la pianura e i rilievi collinari che chiudono a sud la Val di Chiana. Città etrusca, poi romana, capoluogo di ducato e successivamente di contea, ha raggiunto l'assetto attuale nel XVII secolo con le riforme leopoldine.

L'origine e lo sviluppo di Chiusi in età etrusca sono testimoniati da numerosi ritrovamento: tra il VII e il V secolo a.C. essa era la più potente fra le dodici città che formavano la lega dell'Italia centrale e la più famosa per le gesta leggendarie del suo re Porsenna. Alla fine del IV secolo a.C. si alleò con Roma, divenendo un municipio e quindi una colonia sotto Silla (I secolo a.C.); sede episcopale già dal IV secolo, attorno al 540 dovette subire l'invasione dei goti e la conquista da parte di Totila. Centro di un importante ducato di frontiera longobardo, che si estinse nel 776, Chiusi divenne capoluogo di contea dopo la conquista franca e da questa sua classe dirigente ebbero origine le principali schiatte nobiliari che governarono molti centri tra Toscana, Umbria e Lazio dopo il Mille. Tuttavia, proprio nel periodo dello sviluppo comunale, non seppe mantenere questa posizione di preminenza politica (anche a causa della malaria che infestò il suo territorio dal secolo XI) e assunse un ruolo subordinato all'influenza dei comuni maggiori: già nella seconda metà del XII secolo fece atto di sottomissione nei confronti di Orvieto, alla quale Siena tentò invano per tutto il XIII secolo di sottrarla. Dopo un breve periodo di dominio perugino (1332), Chiusi, approfittando della crisi ormai in atto nel governo orvietano, gli si ribellò nel 1337, iniziando a reggersi a libero comune; ma a metà del secolo fu costretta a entrare sotto la giurisdizione di Siena, il cui dominio, seppure contrastato da Firenze, Perugia e Montepulciano, si protrasse fino alla guerra del 1554 durante la quale nell'area chiusina si svolse la vittoriosa imboscata tesa dai senesi all'esercito di Ascanio della Cornia, generale di Cosimo I dei Medici. Nel 1556 Chiusi entrò a far parte dello Stato mediceo.

Nel passato, lo sviluppo agricolo del territorio era ostacolato in pianura dall'abbondanza dei terreni paludosi o ricoperti di erba palustre nei pressi del lago di Chiusi, particolarmente pescoso nell'antichità. Nel corso del XVIII secolo la bonifica della Chiana e di conseguenza le migliorate condizioni dell'agricoltura facilitarono anche il popolamento di queste terre; alla vegetazione palustre della pianura si sostituirono coltivazioni di cereali, lino, canapa, granturco e prati per l'allevamento del bestiame, mentre viti, olivi e gelsi prevalevano sulle alture. Qualche fornace e il commercio di panni e pelli dallo Stato pontificio completavano il quadro delle ridotte attività manifatturiere. Le risorse economiche del territorio si fondano attualmente da un lato sull'agricoltura, con le colture specializzate dell'olivo, della vite, del mais, della soia; dall'altro su un intenso sviluppo commerciale, reso possibile dall'importanza di Chiusi come nodo stradale e ferroviario, e su un turismo in fase di progressiva espansione. L'industria è presente con aziende di piccole e medie dimensioni nel settore delle costruzioni (laterizi, ceramiche e manufatti in cemento, grazie alle cave di argilla e di materiali lapidei del territorio), della lavorazione del ferro (infissi e arredamenti metallici), in quello alimentare (attività molitorie di cereali e mangimi, lavorazione della carne) e in quello meccanico ed elettromeccanico.

La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 9.103 unità con una densità di 157 abitanti per kmq. L'andamento demografico segnala 1.521 abitanti nel 1745; nel 1830 il numero dei residenti era salito a 3.301, nel 1881 a 5.017, per raggiungere gli 8.043 nel 1936. Nel 1951 Chiusi contava 8.674 abitanti, nel 1961 ne contava 8.848, nel 1971 erano 8.771 e nel 1981 salivano a 9.244.

STEMMA: Troncato di rosso e d'argento, il tutto al leone d'oro accollato da un lambello d'azzurro a quattro pendenti bordato d'oro, posto sulla partitura (Decreto del Capo del Governo in data 11 agosto 1934).

Un leone, una divisione orizzontale segnata da un lambello di colore azzurro bordato d'oro, rossa la parte superiore e bianca l'inferiore, sono i simboli dello stemma della città di Chiusi. Il leone ricorda, secondo Passerini, che la città fu una delle dodici lucumonie etrusche. Il lambello o rastrello è indice di ripartizione del potere fra tante famiglie nobili quanti sono i denti inferiori raffigurati. Chiusi fu dichiarata «città» con decreto del Capo del Governo ín data 11 agosto 1934, ma gíà in precedenza in quanto sede vescovile era considerata tale.

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