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Campagnatico

Terre e castelli

Il territorio del comune di Campagnatico si estende per 162,15 kmq in una zona in parte collinosa e in parte pianeggiante attraversata dal fiume Ombrone. Castello medievale, capoluogo di podesteria in epoca moderna, ha subito nel tempo mutamenti dei suoi confini con il distacco, tra il 1920 e il 1926, delle frazioni di Casal di Pari e di Pari, di Civitella e di Paganico, che formano attualmente il comune di Civitella Paganico.

Ricordati da un documento del 973, Campagnatico e il suo territorio, furono soggetti, durante il Medioevo, a giurisdizioni diverse. Nell'XI secolo l'abbazia di San Salvatore sul monte Amiata e la stessa corte pontificia vi possedevano terre. Ancora nel XIII secolo il castello apparteneva in condominio ai Visconti di Campiglia e agli Aldobrandeschi: di quest'ultima casata faceva parte quell'Omberto di Campagnatico, menzionato da Dante nell'XI canto del Purgatorio, che nel 1256 assalì e imprigionò nel castello alcuni ambasciatori della repubblica senese. Tre anni dopo Siena vendicò l'affronto ricevuto facendo uccidere Omberto per mano di sicari; i suoi beni passarono allora alla sorella Folchina, sposa di Donusdeo Tolomei, che già deteneva in enfiteusi la terza parte del castello, della corte e del territorio di Campagnatico. Alla morte del Tolomei la vedova e gli altri condomini, i Visconti di Campiglia, vendettero gradatamente, a partire dal 1282, l'intero castello alla repubblica di Siena, alle cui sorti Campagnatico restò in seguito legato.

Nel 1363 il territorio fu occupato per breve tempo da una compagnia di ventura capitanata da Niccolò di Montefeltro. In decadenza nel periodo mediceo, ritornò a prosperare sotto il governo del granduca Pietro Leopoldo I di Lorena che vi operò una riforma agraria, abolendo i grandi latifondi, attuò la riedificazione di gran parte degli edifici diroccati, promosse la costruzione di una stamperia, di un'orologeria e di una vetreria. Ricca di storia è anche la maggiore frazione del capoluogo, Montorsaio, castello posseduto dai Visconti di Batignano, quindi dai Salimbeni di Siena, e, dal 1375, definitivamente passato alla repubblica senese. Teatro di operazioni partigiane durante la Resistenza, Campagnatico fu liberata da formazioni locali il 12 giugno 1944.

Pur essendo attraversato da filoni metalliferi di varia natura, il territorio di Campagnatico, ad eccezione di episodi che risalgono al XII secolo, non ha visto alcuna attività estrattiva di rilievo e nel passato la risorsa principale era costituita dall'agricoltura e dall'allevamento, che alimentava diverse attività collegate. Ancora oggi il lavoro della terra assorbe la percentuale maggiore della popolazione attiva (oltre il 40%). Se i due terzi della superficie agraria utilizzata ospitano coltivazioni cerealicole e foraggere, anche l'olivocoltura risulta assai praticata, mentre una piccola quantità di uva è destinata alla produzione del «Morellino» di Scansano. Elevato è il numero di capi di bestiame ovino e bovino allevati. Le attività manifatturiere, che rappresentano il comparto meno sviluppato dell'economia locale, comprendono soprattutto piccole imprese operanti nel settore alimentare, nonché nell'escavazione di sabbie e ghiaie.

La popolazione del territorio comunale ammonta a 2.471 unità nel 1991, con una densità di 15 abitanti per kmq. Nel passato il comune contava 2.455 abitanti nel 1640 (primo dato censuario conosciuto), 1.493 nel 1745, 1.843 nel 1830, 3.544 nel 1881, 3.120 nel 1936, 3.142 nel 1951, 3.458 nel 1961, 2.916 nel 1971, 2.625 nel 1981.

STEMMA: D'azzurro alla campana di bronzo, appesa con due funi ad una trave di legno, accompagnata nei punti destro e sinistro dell’onore, da due stelle d'oro.

GONFALONE Drappo d’azzurro, riccamente ornato di ricami di argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: «Comune di Campagnatico» (Decreto del Presidente della Repubblica in data 11 agosto 1968).

Questa è una delle armi classificate dal Passerini come «agalmoniche». La campana è quindi da porsi in rapporto di assonanza con il nome della comunità.

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