IL PALIO.SIENA .IT

Radicondoli

Terre e castelli

Il territorio del comune di Radicondoli si estende per 132,53 kmq sulle Colline Metallifere, tra la Val d'Elsa e la Val di Cecina. Centro feudale, poi podesteria, ha raggiunto l'assetto attuale nel 1777 quando alla sua comunità istituita nel 1774 venne aggregata quella di Belforte.

Le prime notizie del castello di Radicondoli si hanno dagli inizi del Duecento: sembra che venisse costruito (o forse ricostruito) fra il 1209 e il 1213, mentre la sua pieve viene ricordata fin dal secolo X. Nel 1216 compare come feudo degli Aldobrandeschi, i quali in base alla convenzione stipulata nel 1221 con Siena consegnarono agli ufficiali di quella città i castelli di Radicondoli e di Belforte; ma non avendo i conti rispettato i patti, nel 1230, i senesi ne presero possesso. Tornato sotto la signoria degli Aldobrandeschi, che si impegnarono a non cederlo senza il permesso di Siena, Radicondoli fu occupato dai guelfi fuorusciti e quindi riconquistato da Provenzano Salvani nel 1268. Con l'assoggettamento definitivo dei feudi aldobrandeschi tra il 1299 e il 1301, i senesi riportarono sotto il proprio dominio anche Radicondoli che rimase da allora inserito nel dominio della repubblica. Dopo la conquista del territorio senese da parte dei Medici (1554), le mura e le torri del castello furono abbattute. Attualmente restano solo una torre e pochi tratti di mura.

Il territorio di Radicondoli fu nel Medioevo popolato e vivace dal punto di vista economico. Agricoltura e pastorizia costituivano le attività principali, ma sviluppate erano anche le attività artigianali: è attestata anche la presenza di una corporazione di lanaioli, di cui ci è rimasto lo statuto del XIII secolo. Tra le risorse rurali castagne, foraggi, vino, olio, frutta e cereali erano le maggiori. Nel Settecento era attiva una fabbrica di terraglie, nell'Ottocento si confezionavano cappelli di feltro e vi filavano lino e canapa. Con il progressivo spopolamento e impoverimento della zona, le tradizionali risorse del territorio (agricoltura, silvicoltura, pastorizia) non sono state sufficientemente incrementate (salvo una cooperativa che si occupa di allenamento di bovini, di turismo venatorio e agriturismo), né d'altra parte si è avuto un apprezzabile sviluppo in altri settori dell'economia, se si eccettua il rilancio dell'attività termale legata alla sorgente di Galleraia e lo sviluppo della serricoltura mediante l'utilizzazione dei soffioni.

La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 1.032 unità con una densità di 8 abitanti per kmq. Nel corso dell'Ottocento la popolazione era passata dai 1.991 abitanti del 1830 ai 3.836 del 1881; dall'inizio del Novecento inizia un inarrestabile declino che porta la popolazione di Radicondoli alle 3.420 unità del 1936, alle 3.227 del 1951 e alle 2.210 del 1961; nel 1971 il numero degli abitanti si è pressoché dimezzato (l.320 unità) ed è ancora in calo nel 1981 (l.102).

STEMMA: Di rosso al leone d’oro, tenente nella branca anteriore sinistra un mazzetto di radici d'oro.

Fin dal 1336 la terra di Radicondoli, già feudo della famiglia Aldobrandeschi, usava come stemma uno scudo rosso con il leone rampante da un lato e un mazzo di radici sormontato da una corona dall'altro. In epoca più recente i due simboli, l'uno rappresentante l'audacia e la forza, l'altro derivato per assonanza dal nome della comunità, furono riuniti nell'attuale scudo.

Terre e castelli
  • Good&Cool
  • Consorzio per la Tutela del Palio di Siena Gli stemmi, i colori delle Contrade e le immagini del Palio sono stati utilizzati con l'approvazione del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena e si intendono a puro scopo illustrativo. Ogni altro uso o riproduzione sono vietati salvo espressa autorizzazione del Consorzio
Per migliorare la tua navigazione su questo sito, utilizziamo cookies e altre tecnologie che ci permettono di riconoscerti. Utilizzando questo sito, acconsenti agli utilizzi di cookies e delle altre tecnologie descritti nella nostra informativa sui cookies.
OK