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Magliano

Terre e castelli

Il territorio del comune di Magliano in Toscana, che si estende per 250,68 kmq in una zona collinare a sud di Grosseto, tocca con i suoi confini meridionali il fiume Albegna e con quelli occidentali il mar Tirreno. Castello degli Aldobrandeschi nel Medioevo e feudo granducale in età moderna, comprende, entro i suoi confini, anche le frazioni di Montiano e di Pereta.

Già attorno al VI secolo sorse nei pressi dell'attuale abitato di Magliano un cospicuo insediamento etrusco, Heba, capoluogo di un vasto territorio. Dal 287 a.C. questa località passò sotto la dominazione romana e divenne un'importante colonia, fìorente di attività fìno ai primi secoli dell'Impero Romano. Il primo documento che faccia menzione di Magliano risale comunque alla fine dell'XI secolo e attesta che fin da quel periodo il castello apparteneva ai conti Aldobrandeschi. Con diploma del maggio 1221 l'imperatore Federico II ne confermò il possesso a Ildebrando, conte palatino degli Aldobrandeschi, il quale, a sua volta, lo concesse con rapporto vassallatico a Bernardino di Magliano. Fino al 1400 conteso tra Siena e gli Aldobrandeschi del ramo di Santa Fiora, ai quali era stato attribuito nel 1274 all'atto della divisione della contea aldobrandesca, fu per la sua importante posizione strategica più volte assalito e saccheggiato. Nel 1365, sotto le sue mura, le truppe senesi misero in fuga le milizie mercenarie dell'inglese Giovanni Hawkwood. Tra il 1339 e il 1345 Magliano fu ceduta dagli Aldobrandeschi alla repubblica di Siena, che vi mantenne il proprio dominio fino alla sua caduta, nel 1555. Incorporata con tutta la Maremma nel granducato di Toscana, nel 1559 fu concessa in feudo da Cosimo I, con il titolo di marchesato, al luogotenente generale Cornelio Bentivoglio di Ferrara, alla cui famiglia rimase, salvo un breve intervallo tra il 1635 e il 1661, fino al 1751.

Fino alla fine del secolo scorso le attività economiche del territorio di Magliano sono state ridottissime a causa delle frequenti epidemie di malaria che impedivano di sfruttare in pieno le risorse di un terreno pur fertile, che offriva olio, grano, vino e pascoli naturali. Una certa attività estrattiva si è avuta, nel passato, sui colli di Pereta, ricchi di minerali di zolfo. Oggi le attività agricole rappresentano un settore ancora importantissimo (40% della popolazione attiva), sebbene siano limitate alle tradizionali colture del grano, dei foraggi, dell'olivo e della vite (buona parte del territorio comunale è zona di produzione del «Morellino» di Scansano). Forte è la consistenza del patrimonio zootecnico, in particolare del bestiame ovino (vi si concentra più di un decimo dei capi allevati nell'intera provincia). Sono infine presenti alcune piccole industrie manifatturiere, specie nei settori alimentare, del legno e dell'abbigliamento, con un numero di addetti limitato. Con la valorizzazione delle risorse paesaggistiche locali è in crescita l'agriturismo.

Al rilevamento del 1991 risultano residenti nel territorio comunale 4.082 abitanti, con una densità di 16 per kmq. Nel passato Magliano registrava 505 abitanti nel 1745, che salivano a 1.043 nel 1830 e a 2.374 nel 1881, per raggiungere il numero di 4.162 nel 1936. Ai censimenti più recenti i valori sono stati: 5.124 unità nel 1951, 5.259 nel 1961, 4.555 nel 1971 e 4.292 nel 1981.

STEMMA: D'argento al maglio d'oro, posto in palo (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 30 giugno 1958).

GONFALONE: Drappo di colore giallo riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con la iscrizione centrata in argento: «Comune di Magliano in Toscana» (Decreto del Presidente della Repubblica in data 17 dicembre 1958).

Lo stemma di Magliano è fra quelli definiti dal Passerini «parlanti»: dal nome della comunità il maglio, un grosso martello a due teste, strumento di lavoro dei cavatori di travertino e degli scalpellini che costituivano il nucleo più consistente degli abitanti della comunità.

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