Il gioco delle monte trova rapidamente i suoi approdi. Logica l'accoppiata del Bruco con Trecciolino che va su Urban e, altrettanto naturale, Pinturicchio scende nella Chiocciola su Vai Go, mentre, a sorpresa, Massimino sbarca in Via dei Servi.
Le mosse più importanti sono però dell'Oca e dell'Istrice che sul potente Alghero e sull'affidabile Ugo Sancez montano rispettivamente il Pesse e Luca Minisini detto Dè.
Tutte le accoppiate crescono nei favori ma Bruco e Oca sono quelle che, nell'immaginario collettivo, non possono perdere.
Mossa davvero lunga e situazione veramente difficile che il Mossiere fatica, e non poco, a gestire. Dopo una serie interminabile di entrate e uscite dai canapi, una mossa annullata giustamente e una invalidata senza apparenti motivazioni, la Lupa, di rincorsa, entra nel momento in cui tra i canapi l'allineamento è quello giusto.
Il Bruco conquista subito la testa mentre l'Onda, all'interno, comincia la sua straordinaria rimonta seguita dall'Istrice che, partito male, sceglie anch'esso lo steccato riuscendo così a girare terzo a San Martino.
Al primo Casato il Bruco ha un buon vantaggio su Onda, Istrice, Torre e Valdimontone. Non cambiano le posizioni al secondo San Martino dove il fantino dell'Onda, non datosi per vinto, spinge forte Zilata Usa, mantenendo con bravura la seconda posizione.
Dietro, solo l'Istrice è in grado di impensierire, seppur staccato, i due di testa. Al terzo giro, dopo la Fonte, Urban non risponde più alle sollecitazioni di Trecciolino e l'Onda, approfittando del varco apertosi allo steccato, passa prepotentemente già prima dell'ingresso del terzo San Martino, dove a metà curva, anche l'Istrice supera l'accoppiata giallo verde, ormai fuori dai giochi.
Alla Cappella è prima l'Onda, poi l'Istrice che rinviene deciso, il Bruco e la Torre. Il colonnino del Casato è fatale per Zilata Usa che batte, sbilancia Salasso quel tanto che basta al Minisini di affiancare il giubbetto bianco celeste e con uno scatto imperioso di Ugo Sancez sorpassa inesorabilmente l'Onda che tenta, disperatamente ma invano, un'ultima rimonta.
Il sogno di Malborghetto svanisce. Continua invece il meraviglioso delirio dell'Istrice ancora "sovrano padrone" del Palio.