Un drappellone nero, chiacchierato prima di mostrarsi in pubblico, con un supposto alter ego che non farà mai la sua apparizione. C'è chi ha visto nell'aspetto esteriore del cencio di Massimo Lippi, il tocco dell'artista, la premonizione, la capacità di entrare in contatto con l'ignoto ed immaginare il vero.
Negli intenti dell'artista c'era il messaggio della fratellanza, della pace, dell'idilliaco, ma c'è anche il fosco presente che Siena in piccolo, come sempre, forse era destinata a riprodurre. Qualcuno ha voluto correlare questi messaggi a quelli di sangue e morte che hanno avuto un ruolo preminente di questa carriera.
E' stato definito un Palio "alla vecchia maniera" quello vinto da Beppino Pes su Barabba. Ma la definizione è vera fino ad un certo punto. Determinanti aspetti sono abbastanza moderni e i media non faranno alcunché per nasconderli.
Gli incidenti a tre cavalli, due dei quali abbattuti -Pinturetta e Way to Sky- hanno fatto fioccare gli esposti alla Magistratura per maltrattamenti agli animali. E comunque il "cascatone" generale al primo giro a San Martino sembra diventato una consuetudine dei Palii moderni.
E' stato tuttavia anche un Palio alla vecchia maniera che il Leocorno ha vinto dalle retrovie. Era dal luglio del 1987 che una Contrada non vinceva partendo di rincorsa e comunque, in quell'occasione, il "cascatone" permise alla Selva di prendere subito la testa.
Non questa volta, però. Barabba e Pes avevano ancora due, tre Contrade davanti e avversarie di tutto rispetto a fianco: è stato il terzo giro dunque a dichiarare il rien ne va plus. E la vecchia maniera infine è stata resuscitata anche nei bilanci del dopo-corsa: tranne il Leocorno, infatti, non c'è stata Contrada che può dire di aver raggiunto un qualunque traguardo parziale e così... la gente di Pantaneto in festa e il resto di Siena a letto.
E veniamo agli attimi cruciali di questa corsa. Il mossiere Amos Cisi chiama in successione le Contrade in quest'ordine: Giraffa, Selva, Onda, Civetta, Tartuca, Torre, Drago, Chiocciola, Lupa e di rincorsa, come se il fato avesse voluto metterci lo zampino, il Leocorno con Giuseppe Pes detto Il Pesse e Barabba, il cavallo che dopo aver battuto nei canapi la prima sera non ha mai voluto rientrarci tranquillamente.
I preparativi sono lunghi, il mossiere impartisce un richiamo al Leocorno mentre la Torre risulta la più irrequieta. Dopo il primo abbassamento, dal quale parte molto bene la Selva, è la Giraffa che fa le spese del nervosismo. Oriolu calcia a freddo Co Ho e il purosangue di via delle Vergini inizia a zoppicare: inutile farlo correre e rientra all'Entrone.
Dopo un altro invalidamento, siamo alla mossa "buona", il Leocorno fianca bene e come tutti si attendevano è la Selva a balzare in testa. La seguono l'Onda e il Drago all'interno, la Tartuca e la Chiocciola appaiate all'esterno. Dietro di un incollatura la Civetta allo steccato, Lupa e Torre a centro pista.
Alla Fonte sempre prima la Selva che si distende in un forte galoppo, seconda la Chiocciola all'esterno di Tartuca, Onda e Civetta che riviene forte dal corridoio interno, sfilano le altre mentre il dramma è già iniziato: un primo richiamo troppo brusco porta Way to Sky a "toccarsi" e fratturarsi un anteriore.
A San Martino la Selva è prima, sembra inarrivabile per tutti fatta eccezione per la Civetta che ha scelto un corridoio incredibile che può portare solo a una collisione. Ed è ciò che avviene. Ci rimette Pinturetta che piomba a terra con i fantini delle due Contrade.
Oriolu continua scosso. Dietro c'è un corri corri a cambiare traiettoria. Ce la fa la Tartuca, seconda, la Chiocciola, la Lupa e il Leocorno. Non ce la fanno l'Onda e la Torre che cadono.
La corsa continua... Al primo Casato, la Tartuca si presenta all'esterno per attaccare lo scosso civettino: è un errore, Oriolu allarga e Figaro perde l'azione. Terza è la Lupa, poi il Leocorno che stringe molto bene la curva, seguita dalla Chiocciola, il Leocorno passa, all'altezza del bandierino, la Tartuca che poi viene superata anche dalla Lupa e dalla Chiocciola.
Prima del secondo San Martino lo scosso della Civetta è sempre primo, lo seguono a distanza Leocorno, Lupa, Tartuca e Chiocciola. In curva Oriolu de Zamaglia, si allarga e "sdruscia" all'inizio dei materassi, il Leocorno sfrutta l'occasione e si porta deciso in testa, la Lupa che lo seguiva è tradito da Icaro che si allarga - influenzato da Oriolu - seguendone la medesima traiettoria. In seconda posizione c'è la Chiocciola, tallonata dalla Tartuca.
Il secondo Casato vede sfilare Leocorno, Chiocciola, Tartuca e Lupa in posizioni immutate. Barabba si distende ancora nel suo galoppo di testa: solo la Chiocciola a questo punto è pronta a sfruttare eventuali errori.
Le posizioni del duo di testa non mutano fino al terzo casato, quando si sfiora l'ennesimo colpo di scena della corsa: Pes tocca duro il colonnino, ma rimane a cavallo e può alzare il nerbo trionfante.
A salutarlo, Capitan Mandarini, giovane e alfine premiato per la costanza e la caparbietà con cui ha preparato la sua Carriera. Seconda di un "pizzico" la Chiocciola, alle sue spalle gli scossi di Lupa e Tartuca, liberatesi del proprio peso all'ultima curva.
Beppino Pes taglia il traguardo con la lingua di fuori, a differenza degli ultimi due, vinti con Pytheos e con il sorriso in bocca: un gran Palio il suo, di rimonta a cui il solo errore della corsa poteva togliere ciò che meritatamente ha conquistato.
Un bel successo quindi che resta offuscato solo dalle scene drammatiche andate in presa diretta in tutto il paese. Il purosangue del Drago con tre arti spezzati che ha continuato a correre finché non è crollato, la bella Pinturetta travolta da chi la seguiva, il maneggevole Quimper che ha salvato la vita grazie a un intervento chirurgico d'urgenza, ma al quale è sfuggito un futuro da piazzaiolo.