Sono stati trenta i cavalli presentati nell'Entrone nella fresca mattinata del 29 giugno. Cinque batterie disputate da sei cavalli ciascuna hanno mostrato un lotto che, nel complesso, ha offerto ai capitani una vasta scelta, con diverse possibilità di livellamento. Assenti Pytheos, soggetto molto atteso dai contradaioli, e l'esordiente Palermo.
Nella prima batteria abbiamo assistito alla bella prova di Etrusco, baio montato da Roberto Tistarelli. Un cavallo difficile, dal forte carattere, che dopo la caduta del proprio fantino al primo Casato ha continuato a galoppare a lungo molto forte, ostacolando e persino calciando ripetutamente in corsa Johnny Long, anche lui scosso, che tentava di superarlo. Dietro ai due scossi di testa, seguivano a un galoppo moderato Pasdaran, condotto da Andrea Chelli, Naomi (Stefano Bernardini), Terra Rossa (Alessio Nofari) e Adone (Luca Paladini).
La seconda batteria ha visto in prima posizione Adonea (Claudio Bandini) seguita da Grecale (Massimo Milani). Al secondo San Martino passa in testa Porfirio Villarosa (Pietro Maccari) che mantiene la posizione fino al termine della corsa. Nelle retrovie cadono, tutti e tre al Casato, Milani, Gregory Baldicchi (su Mobi Bila) e Alessandro Chiti (su Bacio di Siena).
Dopo l'entrata pronta e veloce dell'esperto Benito (Antonio Casula), di rincorsa, lo scoppio del mortaretto invalida la mossa della terza batteria, che aveva visto uscire velocemente dai canapi l'attesissimo Zucchero (Franco Casu). È ancora questo cavallo che si distingue in partenza conquistando la testa, seguito a grande velocità da Saibai (Francesco Ticci) ed Hellen (Giorgio Giornelli). Imperatore (Stefano Bernardini) riesce a conquistare la seconda posizione, mentre Benito fa un canter di lavoro.
Ancora cadute nella quarta batteria, con in testa Lincea (Roberto Tistarelli). Uberto (Paolo Ragoni) di rincorsa è entrato forte, portandosi subito in seconda posizione. Al secondo San Martino prende la testa Mirò (Antonio Migheli), seguito dagli scossi Lincea, Uberto e Galassia (Pietro Maccari).
L'ultima delle cinque batterie vede in pista il potente Figaro condotto da Lorenzo Giovani, che non ha bisogno di spingere per dimostrare le indiscusse doti del cavallo. Nel complesso, una batteria lenta: è in testa Pinturetta (Gianluca Moretti) seguita da Usilia (Germano Guerrini), e che si conclude con la vittoria della scossa Biancaneve - lanciata in un lunghissimo galoppo che proseguirà ben oltre i consueti tre giri - seguita da Pinturetta e Usilia, anch'esse scosse.
La batteria di recupero vede protagonisti tre cavalli: Lincea, Boriosa e Johnny Long. Questi ultimi due sono montati per la seconda volta, rispettivamente, da Giuseppe Ortu e Mario Canu. Resta costantemente in testa Boriosa, con Lincea e Johnny Long che si disputano la seconda posizione.
La nota più eclatante di queste batterie è stato l'elevato numero di cadute (12), per la maggior parte al Casato, dovute all'inesperienza dei fantini - quasi tutti giovanissimi - che si sono dovuti misurare con la difficile pista di Piazza del Campo.
Prima prova - lunedì 29 giugno
Veloce e composta la prima prova, già con una sorpresa riguardo alle monte: il Pesse è nel Montone su Uberto. L'avversaria si presenta con il Coghe sull'esordiente Pinturetta, una monta sicuramente destinata a cambiare. Si allineano al canape la Giraffa con Benito e il Gigliotti, l'Aquila con Galleggiante e Imolino.
Scattano velocissime l'Aquila, l'Istrice con Figaro e Bonito, che richiama subito il cavallo, e il Bruco con Cittino che spinge Nearco fino al terzo San Martino. Il Drago, con Johnny Long montato da Massimo Donatini si porta in testa con un interessante spunto e vince. Seguono l'Oca, con Etrusco e Cianchino, la Pantera con il Ticci su Zucchero e la Civetta con Brandauer e Trecciolino.
Seconda prova - martedì 30 giugno
Avviene il previsto cambio di monta nel Nicchio, che si scambia il fantino con il Bruco: Cittino è nei Pispini e il Coghe in Via del Comune. Il Montone, che ieri si era presentato con il Pesse, è esentato dalla prova. Altre novità sono Aceto nell'Aquila e Bastiano nella Giraffa. Sembra che ormai il quadro delle monte sia pressoché definitivo. Fulminea la partenza dell'Oca. Buono lo spunto della Pantera, che tenta senza riuscirci di passare il Nicchio. Nelle retrovie, si nota una traiettoria molto stretta della Civetta al Casato. L'Oca si lascia superare dal Nicchio dopo il primo Casato, ed è Tonino Cossu ad arrivare primo al bandierino.
Terza prova - martedì 30 giugno
Prova disputata da sole otto Contrade, per l'assenza di Montone e Aquila. La Pantera monta Bazzino al posto del Ticci. Oca e Bruco partono primi affiancati, ma la mossa non è valida. Alla seconda uscita dai canapi, Oca e Istrice partono a grande velocità. Si portano in testa Figaro e Bonito, inseguiti da Oca, Pantera e Nicchio, con Cittino che spinge Pinturetta. Cianchino sembra per un attimo in difficoltà, per essersi avvicinato troppo agli ultimi materassi della curva di San Martino, ma riprende immediatamente il controllo, richiamando il cavallo. Al secondo San Martino è ancora in testa l'Istrice, incalzato da Pantera e Oca. Nell'affrontare il secondo Casato, Bazzino cade. Zucchero continua a galoppare e vince scosso.
Quarta prova - mercoledì 1 luglio
Prova drammatica, che vede tra l'altro esentata la Pantera, con monte invariate. Di nuovo in Piazza Aquila e Montone, che scatta fortissimo dai canapi davanti a Nicchio e Civetta. Al primo Casato il Pesse richiama il cavallo e Trecciolino passa in testa. Al secondo San Martino, si assiste alla rovinosa caduta di Oca e Drago. Gli altri fantini rallentano, mentre Etrusco scosso continua a galoppare e calciare in corsa, concludendo i tre giri primo. Cianchino riporta danni ai legamenti del ginocchio, mentre per Donatini si parla di lussazione della spalla destra e frattura dell'omero. La presenza dei due fantini a questo Palio risulta irrimediabilmente compromessa.
Prova generale - mercoledì 1 luglio
Le novità più rilevanti sono la presenza del Bufera nell'Oca e del Casu nel Drago, che sostituiscono Cianchino e il Donatini infortunati. La Pantera è esentata dalla prova generale. Mossa piuttosto i problematica, con Nearco che dimostra la sua antipatia per i canapi. La prima mossa, invalidata, vede partire Istrice e Oca. Alla seconda partenza, scatta il Nicchio, seguito da Aquila e Drago, che passa in testa al primo Casato. Bruco e Aquila spingono forte; Galleggiante e Aceto vanno in testa seguiti dal Bruco che li sorpassa a San Martino e vince la prova.
Provaccia - giovedì 2 luglio
La bandiera verde tra Drago e Oca, esposta alla trifora del Palazzo Comunale, non rappresenta un'improbabile undicesima Contrada. È il segnale di annullamento della Provaccia deciso a causa del cattivo stato del tufo, bagnato da un'insistente pioggia notturna. In giro per la città, sguardi preoccupati e nasi per aria, per spiare la comparsa di un raggio di sole tra nuvole grigie che non promettono niente di buono. L'Osservatorio di Poggio al Vento è stato, fin dalle prime ore della mattina, subissato di telefonate. Le previsioni dicono pioggia, e il Palio rischia di essere rimandato al giorno successivo.
Palio - venerdì 3 luglio
L'Aquila ghermisce il Palio a suon di nerbate, nella corsa di Luglio rimandata a causa della pioggia. Trionfa un cavallo che conferma la sua potenza e la protervia di un fantino che non si è mai arreso, neanche quando tutti, ormai, lo consideravano in lento ma inarrestabile declino. Da anni Andrea De Gortes, detto Aceto, rincorreva la sua quattordicesima vittoria: quella che lo avrebbe inserito nella leggenda, superando Angelo Meloni, detto Picino, che aveva conquistato 13 vittorie. E su uno splendido, generoso e fortissimo Galleggiante, ha portato all'Aquila la 29a vittoria, chè è particolarmente entusiasmante, perché ribatte, a meno di un anno di distanza, quella della Pantera nel Palio di agosto 1991.
La sorte beffarda aveva deciso un allineamento tra i canapi che ha subito fatto pensare all'interminabile mossa dello scorso anno, con il Montone in seconda posizione e il Nicchio di rincorsa. Aveva inoltre stabilito la vicinanza esplosiva di Pantera e Aquila. Entrano, nell'ordine: Bruco, Montone, Drago, Giraffa, Civetta, Istrice, Aquila, Pantera, Oca e Nicchio. Quasi subito c'è uno scambio di battute tra il Deledda e il De Gortes: i nerbi si alzano minacciosi e si colpiscono incrociandosi come due spade in un duello.
C'è grande confusione tra i canapi: la prima mossa viene invalidata, con Bruco e Montone che erano andati via primi. Nuovo allineamento e nuovo scambio di nerbate proibite tra Aquila e Pantera, che porta scompiglio anche tra le altre Contrade.
Nuova partenza non valida: Bruco e Montone ripetono lo scatto della prima uscita. Fuori dai canapi, la rabbia di Legno e di Aceto esplode in un furioso scambio di nerbate, come da tempo non si vedeva e che prevedibilmente sarà pagato a caro prezzo in termini di squalifiche.
La Pantera non perde di vista un minuto l'Aquila, il Deledda diviene l'ombra di Aceto, lo cerca, lo tallona persino nel tondino. Al terzo allineamento, la Pantera va ancora addosso all'Aquila. Le due si portano nelle prime posizioni. C'è una grande confusione, e il mossiere manda tutti fuori, meno il Bruco il cui cavallo, Nearco, ha delle difficoltà ad entrare.
La Giraffa si avvicina al Bruco, poi non trova spazio, come il Drago. Ci sono attimi in cui si ha l'allineamento, ma il Nicchio non entra e il Cossu si prende a ripetizione due richiami dal mossiere.
All'allineamento successivo, entra la rincorsa. Schizza via il Bruco seguito da Drago, Montone, Giraffa, Oca. Dietro, Aquila e Pantera si scambiano un'altra serie di nerbate, con Bonito che sta spingendo Figaro in una disperata rincorsa e la Civetta e l'Aquila in ultima posizione.
Al primo San Martino cadono, ostacolandosi, Nicchio e Montone. Intanto la Pantera ha girato strettissima, conquistando la testa, seguita da Pinturetta scossa. Ma Aceto seguendo un'incredibile traiettoria, tra cavalli scossi e non, è già in terza posizione e al primo Casato incalza da vicino l'avversario. Intanto cadono il Bufera da Etrusco nell'Oca, e Spirito da Johnny Long nel Drago.
All'inizio del secondo San Martino, il Deledda ha quell'attimo di incertezza che gli sarà fatale. Cade restando disperatamente attaccato alle briglie. Su di lui inciampa e cade con una lunga scivolata lo scosso del Drago. Ora Aceto in testa spinge fortissimo Galleggiante che gli risponde dando un largo vantaggio all'Aquila, rispetto a Uberto che continua a galoppare, all'Istrice e al Bruco che inseguono il giubbetto giallo ormai irraggiungibile. Nelle retrovie, vediamo la caduta di Bastiano.
L'Aquila vola ormai indisturbata verso la vittoria, con un largo vantaggio rispetto agli altri, mentre nelle retrovie Zucchero impaccia la corsa di Trecciolino nella Civetta, che rotola sul tufo. Sono restati in sella due fantini oltre ad Aceto: Bonito su Figaro e il Coghe su Nearco. Aceto alza il nerbo, fermando subito dopo il bandierino per essere avvolto dall'abbraccio degli aquilini.
Il fantino più odiato e in questo momento più amato in piazza Postierla, per la quale ha ripetuto il 1979, è riuscito nel suo proposito: essere il fantino che nel nostro secolo ha vinto di più. In assoluto, è superato solo da Mattia Mancini, detto Bastiancino, che ha vinto 16 Palii dal 1759 al 1781, e da Francesco Santini, il Gobbo Saragiolo, che dal 1823 al 1853 si aggiudicò 15 Palii.
Galleggiante, lo splendido castrone baio di dieci anni di proprietà di Stefania Fondelli che era apparso fin dal primo momento in forma strepitosa, ha conquistato la sua seconda vittoria - 2 luglio 1990 con Bastiano per i colori della Giraffa - con una corsa eccezionale.
Esultano a una distanza ravvicinata di quattro anni il Popolo e la Dirigenza dell'Aquila, con il Capitano Renato Romei, i Mangini Fabio Marchetti e Franco Moretti, il Priore Adinolfo Brandolini D'Adda. L'Istrice è il grande sconfitto di questo Palio: un Palio sfortunato anche per l'Oca e il Drago, che hanno visto i propri fantini infortunati per le prove.
Mentre il tufo ha cambiato colore e insieme a tutta Siena si è tinto del giallo delle bandiere dell'Aquila, che può dire a ragione: Palio bagnato, Palio fortunato.