SIENA, SQUALIFICATO ACETO NON CORRERÀ TUTTO L'ANNO 15 gennaio 1987
SIENA. Dure punizioni nei confronti dei fantini del Palio sono state decise dalla giunta cittadina a causa di scorrettezze commesse nelle tre corse della scorsa stagione. Il fantino più noto, Andrea De Gortes, detto Aceto, non potrà correre per due Palii, mentre sono stati appiedati per una corsa Giuseppe Pes detto il Pesse, vincitore della gara di settembre, Ersilio Gregorini detto Rondine e Leonardo Vitti detto Canapino, per il quale la squalifica è scattata in seguito ad un'ammonizione che si è andata a sommare ad un'altra ammonizione analoga. Squalifiche non soltanto per i fantini, ma anche per una contrada, che obbligatoriamente dovrà restare assente da un Palio: si tratta del Nicchio che, insieme al suo rivale storico Montone, è stato deplorato per i violenti scontri avvenuti nei giorni del Palio straordinario disputatosi a settembre. Il Nicchio aveva già due deplorazioni ed è quindi scattata la squalifica.
La vittima più illustre di questo giro di vite è indubbiamente il mitico Aceto, l'eroe di piazza del Campo, faccia da azteco e una grinta senza eguali. Ha vinto finora tredici Palii. Ha 44 anni ed è animato da quello che lui stesso definisce un pessimo carattere. Il soprannome gli viene dal temperamento impulsivo e un po' acido. È dotato di un coraggio inquietante e di sterminata arroganza, indubbiamente un pregio in chi fa un lavoro come il suo. Un personaggio vagamente luciferino, alone che gli fa comodo, e che alimenta la sua leggenda. Non a caso in ogni intervista ripete con gioia sottile: Io? Io sono uscito dall'inferno.
Vive ad Asciano, un paesino in provincia di Siena che conta seimila abitanti dove vive con la moglie Marzia e i due figli, Antonio di vent'anni e Alberto, di diciotto. Ha una grande tenuta meta di gite da parte di intere scolaresche, una fattoria con annesso un allevamento di cavalli. È originario di Olbia, ma si trasferì tredicenne a Roma, con i genitori. Un'adolescenza faticosa, in borgata, a Primavalle, nell'ambiente degli ippodromi: La mia non è stata una scuola di belle maniere, proprio no - ha dichiarato in un'intervista alla Domenica del Corriere - Ma ho sempre saputo di essere uno che doveva primeggiare. Se avessi fatto il corridore di automobili, sarei diventato Lauda, se avessi fatto il calciatore sarei stato Gigi Riva, se avessi continuato per le strade della mia adolescenza a quest'ora sarei un gangster con un ergastolo da scontare.
Siccome sono capitato a Siena e sapevo andare a cavallo sono diventato il più grande fantino da Palio che mai sia nato e che mai nascerà. È difatti riuscito ad uguagliare (ma non a superare) il record assoluto di questa antichissima gara, quello detenuto da Angelo Meloni, che alla fine dell'Ottocento vinse tredici Palii di Siena. Aceto ha fatto la sua fortuna cavalcando a pelo, inguainato in un abito di seta che rende ancora più difficile restare in groppa al cavallo durante la corsa, una corsa che dura in tutto un'ottantina di secondi, si brucia in un attimo, non una corsa ma una guerra, una guerra rapidissima, come ama ripetere il rude De Gortes. Io ho rivoluzionato la figura del fantino afferma. Ho fatto di questo servitore del Palio un professionista. Sono il migliore anche perché sono il più serio, mi alleno, uso l'intelligenza. Dei suoi colleghi fantini dice con disprezzo: Sciacalli, sono sciacalli che attaccano il leone invecchiato. Recentemente ha annunciato che presto sarebbe andato in pensione, si sarebbe ritirato e avrebbe scelto l'America. Ma non per riposarsi: Voglio sfidare il campione del mondo di cavalcata da rodeo. È un mestiere difficile, ma penso di potermela cavare con onore.
SIENA, OGGI SI CORRE UN PALIO SENZA RE dal nostro inviato PAOLO VAGHEGGI - 2 luglio 1987
SIENA. Dice un vecchio adagio senese: Quando in piazza ci sono quattro verdi è disgrazia sicura. In questo palio di luglio, che la tradizione vuole dedicato alla Madonna di Provenzano, di contrade che hanno il verde tra i propri colori ce ne sono tre: la Selva, il Drago e l'Oca. Ed ancor prima di arrivare al tramonto è già mezza disgrazia. I cavalli non sono in forma. La Selva, a cui la sorte aveva assegnato Vipera, una femmina di sette anni, probabilmente dovrà rinunciare al palio. La cavalla ha un grosso ematoma e forse stasera non potrà scendere sull'anello di tufo di piazza del Campo. Il popolo è già informato. Ieri mattina c'è stata un'affollatissima assemblea nell'oratorio di San Sebastiano dopo la quale i contradaioli sono tornati mestamente a casa: di speranze ce ne sono ben poche.
Sono egualmente in cattive condizioni Tulipano dell'Oca e Marilù della Giraffa. E gli altri non sono certo dei cavalli eccezionali. Non mancano comunque i soliti intrighi a cui partecipano anche le contrade che non corrono questo palio. Gli esclusi cercano di bloccare tradizionali avversari che magari hanno visto arrivare un cavallo indicato dagli esperti come favorito. È una guerra sotterranea che da sempre si combatte a suon di milioni. Sì perché i fantini non sono mai disinteressati. Si comprano e si vendono. La corruzione fa parte del gioco. E così, stando a quel che si dice per le antiche strade di Siena, la Tartuca, ha speso un bel po' di soldi per fermare la nemica Chiocciola a cui il sorteggio aveva affidato un buon cavallo: Brandano, vincitore del palio straordinario del settembre dello scorso anno. Lo montava #[00;F;4]Giuseppe Pes; detto il Pes. Ma l'accoppiata non si ripeterà stasera e la Chiocciola è stata costretta a puntare su Silvano Vigni, detto Bastiano.
Quello delle monte è l'aspetto più interessante di questa edizione. c'è una dura lotta per aggiudicarsi i fantini migliori e soltanto questa mattina, a poche ore dalla corsa, i capitani indicheranno i nomi dei dieci che si presenteranno in piazza del Campo. Non ci sarà sicuramente il re del palio, il mitico Aceto, squalificato per aver preso a nerbate, nel settembre del 1986, il fantino della Torre. È uno dei puniti e per questo le polemiche hanno agitato, e non poco, questa edizione. Un mese e mezzo fa, proprio alla vigilia delle elezioni, il consiglio comunale ha esaminato una serie di ricorsi contro alcune sanzioni disciplinari inflitte dalla giunta. Come c'era da aspettarsi i consiglieri hanno usato il guanto di velluto: pene dimezzate, punizioni sospese, deplorazioni annullate. Decisioni che in molti hanno definito indegne e vergognose anche perché il palio, sempre più sommerso dal turismo di massa, sta cambiando e in peggio. Prima è entrata in scena la Guardia di finanza che ha cominciato a controllare i redditi neri dei fantini e poi è arrivata la violenza che, lentamente, sta aggredendo la manifestazione.
Per far da mossiere è tornato a Siena Piero D'Inzeo, severamente criticato per uno sbaglio che ha commesso durante le prove, ed il suo non sarà un compito facile. Lupa e Istrice non vincono da 14 e 12 anni e sono nemiche giurate. Tutte e due vogliono portare in contrada il drappellone che ha dipinto il pittore senese Otello Chiti.
'VIPERA' AVVELENA IL PALIO E DÀ IL TRIONFO ALLA 'Selva' dal nostro inviato PAOLO VAGHEGGI - 3 luglio 1987
SIENA. Si dirigono verso la mossa al tramonto, alle 19,35. Sono in dieci e di colpo spezzano l'angosciante attesa creata dal monotono corteo che precede la corsa. S'accelerano i battiti del cuore. È la giornata della Selva ma nessuno l'ha previsto, neppure i contradaioli che al passaggio del carroccio agitano i fazzoletti verdi-arancioni.
È un Palio drammatico quello che si va a correre. Soltanto cinque delle dieci contrade riescono a tagliare il traguardo. L'altra metà ha il cavallo scosso, cioè senza fantino. Vince Vipera, la bella cavalla della Selva, un purosangue di 7 anni sceso sull'anello di tufo di piazza del Campo nonostante un infortunio. Gli altri vengon falcidiati dalla durezza dei tre giri: cadono i fantini e cadono i cavalli. Nessuno degli animali è in buone condizioni. Brandano, il favorito, un grigio di 10 anni, già vincitore di due palii, rotola alla curva di San Martino e si frattura una zampa. La stessa sorte subisce il fantino, Silvano Vigni, detto Bastiano che finisce all'ospedale insieme ad altri due colleghi: Silvio e Bazzino.
Per il cavallo il destino è tragico: l'ammazzano, gli sparano alla testa alla fine della velocissima carriera. Piangono i contradaioli della Chiocciola, a cui la sorte aveva affidato Brandano, e gioiscono invece alla Selva, tornati a vincere dopo sette anni con un fantino giovanissimo, Bonito, appena diciannovenne ed un solo Palio alle spalle. La vera sorpresa è lui la vera, unica piacevole sorpresa di questo difficile Palio. Non ha avuto grandi problemi. Ha preso la testa al primo giro, dopo la curva di San Martino, quando i cavalli di Istrice, Chiocciola, Pantera e Oca sono andati a cozzare contro i materassi.
Vipera, la baia che porta il nome di una delle contrade morte, ha girato tranquillamente, vanamente inseguita da Amore, il cavallo della Lupa. Il fantino, Ercolino, ha tentato di raggiungere il purosangue ma è finito, miseramente, sul tufo. Il cavallo, scosso, ha praticamente attraversato il traguardo al piccolo trotto mentre al secondo posto si piazzava il Drago e in piazza s'accendevano le prime zuffe. Sono volati, come sempre accade, pugni e schiaffi mentre quelli della Selva s'avviavano gridando e cantando verso la sede della contrada. E così è cominciata la festa destinata a concludersi a notte fonda dopo grandi bevute e grandi mangiate.
Le polemiche che hanno preceduto questa edizione, che in molti han visto poco brillante, poco tradizionale, sono ormai chiuse in un cassetto anche se non sarà facile dimenticarle. Già si pensa al Palio d'agosto sperando di vedere sull'anello di tufo di Piazza del Campo cavalli migliori e s'attende il ritorno di Andrea De Gortes. Sì, il mitico Aceto, per ben tredici volte vincitore del Palio, record storico, è rimasto sui palchi. Era squalificato e la sua assenza, come i problemi legati ai cavalli, ha pesato e non poco sulla corsa. È stato un Palio inferiore agli altri - dice - mancavo io e mancava il Pesse.
Il Palio non si può chiudere dentro categorie né in positivo né in negativo replica il sindaco di Siena Vittorio Mazzoni Della Stella ogni Palio ha una sua storia a sé. Ma quella di quest'anno non è una storia molto esaltante. La querelle ha investito un po' tutto: i cavalli, i fantini, le regole del gioco e addirittura il cencio dipinto da Otello Chiti, il premio per il vincitore, che un domenicano, padre Reginaldo Thorel, ha accusato di errore teologico.
La questione più spinosa e che sicuramente darà fiato a quei protezionisti che due anni fa tentarono di contestare il Palio, è però legata ai cavalli vista anche la morte di Brandano. La tratta, ovvero il momento in cui i capitani delle contrade scelgono gli animali per la corsa, non è stata delle migliori. In sei alla provaccia. Sono arrivati a Siena 27 allevatori e i cavalli che hanno presentato non erano in condizioni fisiche esaltanti. Vipera, la baia vincente della Selva, ha corso con il ditino fratturato. Alla provaccia, che precede di poche ore la carriera, si sono presentati soltanto in sei. È una situazione che preoccupa anche il sindaco. I soggetti che abbiamo visto erano tutti compromessi fisicamente, malandati ammette la scelta è avvenuta di conseguenza. È un problema di costi spiega questi cavalli corrono continuamente in provincia e arrivano qui già stressati. Il Palio, si sa, non è una corsa agevole.
Il rullar dei tamburi sfuma le parole del primo cttadino mentre s'accende un altro argomento che ha infiammato la vigilia di questa edizione: i fantini. Aceto, che non è certo un modesto e dice di sentirsi sempre il più forte (di fantini come me ne nasce uno al secolo), riconosce: I fantini stanno diventando sempre più importanti, stanno sopravanzando il Palio. Ma la colpa non è nostra, è delle contrade.
E per le monte, per quelli che una canzone popolare definisce i dieci assassini, questa volta ci sono stati intrighi complicatissimi ed anche una piccola rivolta. Sorprendentemente, per la prima volta, c'è stata una vittima illustre: Giuseppe Pes detto il Pesse, vincitore dell'edizione straordinaria del settembre dello scorso anno. La Tartuca, pur non partecipando a questa edizione, ha tentato di fermare con ogni mezzo (ovvero con una manciata di milioni), la grande nemica, la Chiocciola.
Il Pesse non è andato a correre in questa contrada dove l'aspettava un ottimo cavallo, Brandano. Ma non è riuscito neppure a montare su Vipera, la cavalla che il popolo della Selva dopo un'affollata assemblea ha fatto entrare in piazza e ora tutti dicono giustamente nonostante l'infortunio. Forse il fantino ha chiesto troppo e gli hanno preferito Guido Tomasucci, detto Bonito da Silva, un diciannovenne che alla seconda prova è riuscito a vincere il Palio. E il Pesse che doveva essere uno dei protagonisti della corsa di ieri è rimasto sconsolatamente appiedato.
La sfilata per le strade In piazza, oltre a Bonito si sono presentati il magro Spillo (Aquila), Silvio (Pantera), il biondo Truciolo (Giraffa), Bazzino (Oca), Ercolino (Lupa), Cianchino (Istrice), Massimino (Leocorno), Falchino (Drago) e Bastiano (Chiocciola). Hanno sfilato per le antiche strade di Siena, applauditi, osannati, ammirati. Per pagare i loro ingaggi gli abitanti delle contrade si sono autotassati e gli ingaggi, poi, sono finiti nel mirino del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Ma questo è un argomento che ai senesi non piace.
IL GIORNO NERO DEL PALIO dal nostro inviato PAOLO VAGHEGGI - 4 luglio 1987
SIENA. Brandano non finirà al macello. Roberto Falchi, detto Falchino fantino e allevatore, il proprietario del cavallo che è stato abbattuto dopo il brutto palio del 2 luglio, vuole cremare lo splendido baio morto sull'anello di tufo di piazza del Campo. Le ceneri saranno sparse al vento. È una nota triste e malinconica per una corsa di cui si continuerà a dicutere e a parlare per molto tempo.
I problemi legati ai cavalli sono infatti molto gravi. Quattro dei dieci partenti sono infortunati: Vipera ha vinto il palio per la Selva grazie ad un potente anestetico iniettato nella zona del ditino che era fratturato, Marilù della Giraffa ha un tendine rotto e andrà per sempre in pensione, ad Amore della Lupa si sbriciolano gli zoccoli, Brandano è stato ammazzato con un colpo di pistola a carriera conclusa. Fioccano le proteste delle associazioni per la protezione degli animali. Gli Amici della terra hanno chiesto di sospendere per lutto l'edizione di agosto e la questione finirà in Parlamento. Anna Maria Procacci, neodeputata della Lista verde, ha annunciato un'interrogazione.
Il Palio però ha anche altre difficili situazioni da sbrogliare. Ancora una volta sta per scendere in campo la magistratura. Durante la notte, poche ore dopo la corsa, c'è stata una nuova esplosione di violenza. I contradaioli della Tartuca e della Chiocciola si sono a lungo fronteggiati. Sono volate seggiolate e cazzotti. Sono dovuti intervenire decine di agenti di polizia e carabinieri, il sindaco Vittorio Mazzoni della Stella, il questore e per un paio d'ore s'è temuto il peggio. Tre persone, tra cui un agente, sono rimaste ferite.
Ieri mattina è stato inviato un rapporto alla Procura della Repubblica. Di conseguenza arriva la giustizia ordinaria e sono guai seri. Non ci sono più soltanto deplorazioni o squalifiche ma denunce, indagini e processi. Lo sanno bene quattro giovani della Chiocciola che un paio d'anni fa finirono in carcere. Non ho nulla contro l'intervento della magistratura dice il primo cittadino di Siena gli scontri di piazza, le manate, sono una regola. Ma quando si passa nei vicoli e vengono usate tattiche da guerriglia urbana è un'altra cosa. Esiste uno Stato, una legge e un governo. Ci sono regole che devono essere rispettate da tutti. Gli scontri sono stati accesi da quelli della Tartuca contrada che non partecipava a questa edizione che hanno festeggiato con volantini e stornelli ironici la sconfitta della tradizionale nemica, la Chiocciola, che ha perso non solo il Palio ma anche il cavallo, Brandano.
E la vera grana per la città è proprio quella dei cavalli anche se il sindaco cerca di gettare acqua sul fuoco delle nascenti polemiche ricordando: Negli allevamenti i purosangue che non rendono vengono abbattuti. A Siena invece si cerca di salvare il salvabile aggiunge certo se la corsa fosse fatta con soggetti sani i problemi sarebbero minori. Di cavalli sani questa volta ce n'erano veramente pochi e Brandano, il favorito, l'unico in condizioni perfette, l'hanno dovuto uccidere perché s'era rotto una zampa. S'è salvata Marilù, la cavalla della Giraffa, una baia di quattro anni. Ha un tendine spezzato ma non sarà ammazzata. Andrà in pensione grazie ad una delibera approvata dal Consiglio comunale alcuni anni fa. Il proprietario, Salvatore Ladu, riceverà un indennizzo ma in compenso non abbatterà l'animale. Marilù pascolerà tranquillamente nelle campagne senesi, probabilmente sarà usata per la riproduzione.
Deve essere curata e attentamente anche Vipera che ha il ditino fratturato. A conclusione della corsa la cavalla era così stremata che non è stata neppure portata in trionfo in Piazza del Campo. È stata subito trasferita nella stalla e la stessa sorte è toccata ad Amore della Lupa che durante i tre giri della carriera ha perso due zoccoli e sul finale ha scaricato sul duro tufo il fantino, Ercolino. Lo chiamano così perché è forte, resta sempre in piedi ma questa volta s'è rotto il malleolo. Stessa frattura anche per Bazzino, dell'Oca. Più leggere le ferite che han riportato altri tre fantini, Silvio (Pantera), Cianchino (Istrice), Bastiano (Chiocciola), subito dimessi dall'ospedale. Sono i cinque che sono stati disarcionati.
Soltanto la metà dei partenti è arrivata in fondo alla corsa ed è facile capire quali fossero le condizioni dei cavalli tanto che il Palio è andato all'infortunata Vipera montata da un giovanissimo, Bonito da Silva, diciannovenne, alla seconda prova. Il capitano della Selva va in giro raccontando di averlo sognato vincitore e di averlo preferito, proprio per questo, al quotatissimo Pesse. Ma i contradaioli dicono che la Selva ha portato via il cencio dipinto da Otello Chiti grazie agli errori che ha commesso il mossiere, il celebre campione Piero D'Inzeo. Quando ha calato il canape le contrade non erano allineate nell'ordine stabilito dal sorteggio. La Selva, partita di rincorsa, era buon'ultima e per questo alla curva di San Martino non è finita sul tufo ed ha preso la testa della corsa. Le contestazioni hanno amareggiato D'Inzeo che a quanto pare è intenzionato a lasciare il Palio. Si presenterà in Piazza del Campo nel mese di agosto ma il prossimo anno le contrade dovranno mettersi a caccia di un altro mossiere.
AL PALIO STORICO UN CAVALLO MUORE FINENDO AL GALOPPO CONTRO UN PALAZZO 27 settembre 1987
SIENA. Durante il Palio alla lunga è morto un cavallo e un altro è stato ferito. La corsa era stata organizzata dalla contrada della Selva per festeggiare la vittoria nel Palio dell'Assunta del 16 di agosto: vi partecipavano sei cavalli, senza i fantini, in rappresentanza delle compagnie in cui è divisa la contrada. Dopo settecento metri di corsa, Trottolino, una femmina baia, giunta all'imbocco di via dei Pellegrini è andata a sbattere contro un palazzo ed è morta sul colpo; Red, che la seguiva, le è caduto addosso e si è ferito. Trottolino correva per la compagnia San Giovanni.