Palio dell'Assunta
di martedì, 16 agosto 1977

Il Palio dell'Assunta vede per la quarta volta consecutiva il successo di Aceto. Stavolta il fantino sardo ripaga alla grande l'Oca, Contrada che ne ha sempre gestito le prestazioni facendolo diventare il fulcro delle strategie paliesche.

La tratta è ricca di soggetti ambiti, Rimini va all'Oca, il rivale e compagno di scuderia Panezio tocca all'Aquila che ripone ancora fiducia in Spillo, dopo aver provato Marasma che si accorda con la Civetta per montare Quebel un po' malconcio.

Una prima mossa, che vede partire alla grande la Chiocciola col debuttante Urbino, viene annullata e si ricorre alla seconda busta. La Carriera è senza storia dalla mossa al terzo bandierino.

L'Oca sfrutta al meglio il primo posto, Aceto acquisisce subito un notevole vantaggio, dietro arrancano Selva, Civetta e Aquila, con Panezio molto al di sotto delle sue potenzialità.

Il distacco fra l'Oca e le inseguitrici si fa abissale, solo nelle posizioni di rincalzo il Palio è lottato con gli ottimi spunti di Pantera e Leocorno. Per l'Oca è nuovo trionfo, troppo netto per meritare ulteriori commenti.

Dopo-Palio movimentato per Ercolino che, per sfuggire alle ire dei contradaioli della Selva, si arrampica su un tetto.

"Vincerò il Palio" aveva affermato con la consueta spavalderia Andrea Degortes alla vigilia della corsa.

Una vittoria prevista, pronosticata e senz'altro voluta oltre che da Aceto anche da tutta la Contrada. Una di quelle situazioni in cui il popolo "sente" il cencio in mano ancora prima di correrlo.

E che la Carriera fosse già predestinata lo si era avvertito sia per la tratta con l'assegnazione di Rimini, che in occasione del boato misto di gioia e di dolore levatosi dalla Piazza nel momento in cui la guardia comunale ha chiamato per prima proprio l'Oca. Da quel momento il Palio aveva, per lo meno con un buon 50%, decretato il suo vincitore.

Dopo l'Oca, con Aceto che già si pregustava la vittoria, entrano tra i canapi la Pantera e il Leocorno, poi la Torre, Selva, Lupa, Montone, Aquila, Chiocciola e di rincorsa la Civetta.

La prima partenza viene annullata, nonostante l'ottima partenza di Pantera, Lupa e Leocorno, poiché rimangono ferme Torre, Oca e Civetta.

Quando le Contrade tornano tra i canapi qualcosa nel comportamento dei fantini sembra essere cambiato. Aceto trova ampi spazi che gli consentono di avere il corridoio libero a sinistra e di controllare con tranquillità la mossa e l'ingresso della rincorsa.

Una situazione agevolata anche dalla Pantera che tiene alte le altre Contrade. E la cronaca di questo Palio è praticamente una cronaca della mossa, una mossa breve, quasi istantanea, che però contiene i temi principali della corsa. Quelli di un Palio alla vecchia maniera.

Quando per la seconda volta si è abbassato il canape, l'Oca è scattata fulminea in avanti. Dietro Selva, Pantera, Aquila e Montone si sono lanciate in un inseguimento di poche speranze.

A San Martino mentre Aceto incrementa il proprio vantaggio, le posizioni non cambiano. Aquila e Selva partite di gran carriera sulla scia del duo di testa per recuperare terreno, finiscono con il danneggiarsi a vantaggio dello stesso Aceto.

In piena curva cade come nel precedente Palio di luglio Randa, il fantino del Montone. Al Casato Selva e Aquila si ostacolano ancora mentre la Civetta risale di posizioni fino a giungere alle loro spalle con Quebel spinto molto bene da un grande Marasma.

Il giubbetto bianco rosso e verde di Aceto sembra ormai imprendibile anche perché al secondo San Martino si dissolve l'ultimo remoto pericolo, quando Lamadina quasi si ferma accusando probabilmente il dolore di alcuni dei colpi ricevuti durante la "bagarre" della mossa. Ne approfittano la Civetta e l'Aquila che si gettano all'inseguimento dell'Oca.

Al secondo Casato nelle posizioni arretrate Damasco, fantino della Lupa, sbatacchia molto forte sul palco cadendo tra la gente, ma peggior sorte è per lo sfortunato Teseo che riporta una brutta frattura alla gamba, che ne causa l'abbattimento alla fine della corsa.

L'ultimo brivido della corsa lo regala Tornado scosso fermo nelle vicinanze della Cappella.

Molti tra i contradaioli sperano che l'Oca si scontri con il cavallino del Montone, mutando così, proprio agli ultimi metri, l'esito di una Carriera ormai scontata.

Ma Aceto fedele alla sua fama di freddo calcolatore supera anche questa ultima insidia avviandosi con un passo di galoppo verso la vittoria indubbiamente meritata per le grande gioia del popolo di fontebranda che torna così a festeggiare sotto il Palco dei Capitani dopo otto anni.

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Il Palio dell'agosto 1977 vide Canapino contestato duramente dai contradaioli della Torre.

Nelle ore imminenti il Palio si diceva che Canapino in corsa avrebbe agito secondo gli interessi della Contrada di Salicotto e che, seguendo gli intendimenti di capitan Franchi, avrebbe fatto di tutto per impedire la vittoria dell'Oca che schierava Aceto e Rimini.

L'ordine fra i canapi vede Oca al primo posto e Pantera, la Contrada di Canapino, al secondo. Il destino sembra assecondare i piani di Franchi, ma Canapino lascia grande spazio ad Aceto che, al momento opportuno, schizza primo dai canapi e vince alla grande.

A fine corsa Canapino scappa a cavallo inseguito dai torraioli che lo vogliono picchiare. Il fantino spiega il suo comportamento con la massima naturalezza: «Ci poteva anche essere del vero nel fatto che io facessi il gioco della Torre, ma dopo la prima mossa non valida i torraioli cominciarono a sputarmi addosso e a gridarmi venduto. Quando devi fare una cosa rischiosa, e ti rendi conto che proprio coloro che dovevano venire a «prenderti» per difenderti sono quelli che ti sputano capisci che il gioco non va più bene. Allora decisi di andare a «cercare» l'Aquila. Il bello è che mi volevano anche squalificare, ma io allora andai dal sindaco e gli dissi - Una volta so' sceso e per poco non mi mandano al cimitero, che cosa potevo fare? Fermarmi per farmi ammazzare?».

L'Oca conduce questa Carriera in testa dal primo all'ultimo metro, inizialmente seguita da Selva e Aquila, quindi dalla Civetta che, partita di rincorsa riesce con Quebel ad avvicinarsi senza tuttavia impensierire la Contrada di Fontebranda.

Aceto, con una corsa impeccabile, giostra magistralmente Rimini, sfruttando al massimo le sue capacità, anche grazie a un fortunato primo posto fra i canapi.

Seconda prova del Palio dell'agosto 1977: clamoroso "patatrach" del mossiere Ilario Atanasi. Forzano la mossa in due: Leocorno e Chiocciola, Atanasi non se ne accorge e i risultati sono: tre Contrade in terra (Leocorno, Civetta e Chiocciola), due fantini (Tristezza e Corchia) che non corsero il Palio.

Per la prima volta nella storia del Palio una prova viene sospesa su ordinanza del Sindaco. "Suspence" in quelle ore dopo la seconda prova: c'è il forte dubbio che Atanasi non torni sul Verrocchio; il Sindaco Vannini, nel frattempo, "blocca" Fabio Rugani. Poi tutto si risolve.

Per Atanasi, che morirà nel febbraio per un male incurabile, sarà l'ultimo Palio.

Dover ricordare questo Palio è per il sottoscritto un chiodo amaro. La mia rivale vince, e la Torre sta a guardare: fu una passeggiata per il vincitore.

Alla tratta i cavalli toccarono in sorte all'Oca con Rimini e il suo fantino prediletto Andrea; Panezio all'Aquila con Camillo; Teseo II alla Pantera, con Canapino; altro Teseo alla Lupa con Damasco (e chi è? Mah!); Quebel tocca alla Civetta con Marasma; Tornado va al Montone che monta Randa; la Selva con Lamadina e l'esperto Manzi fonte di speranza; Urbino de Ozieri (si dice che sia una cannonata), soggetto caro al mio amico Pier Guido Landi, tocca alla Chiocciola con lo Zedde; altro soggetto da capogiro è Saputello, dell'amico Giuliano Gambelli se lo prende il Leocorno, col Grinta. Infine sta a me scegliere. Chi scelgo? So' andati via tutti... e vi è rimasta Manon, che tocca alla Torre, con Bazzino. Dissi: "E di quella di che me ne fo?" E di che me ne feci? Di niente.

Dipinse il Drappellone il Maestro Ernesto Treccani. L'occhio del mossiere Atanasi (sarà il suo ultimo Palio) fu attento e scrupoloso.

Le prove? Se 'un le facessero sarebbe meglio il peggio è per chi paga. Meglio sta' zitti. D'avanzo, quando mi videro nel giugno del 1991 alle telecamere di Tele Video Siena mi dissero: "Sarai anche bravo, però sei vecchio e rugoso". Ed è vero, però le prove meglio di oggi si vedevano. E come se si vedevano.

La seconda busta dice: Oca, Pantera, Leocorno, Torre, Selva, Lupa, Montone, Aquila, Chiocciola, Civetta. Perché? Il signor Atanasi disse: "Come ho preso e come lascio, e cioè l'articolo 64 del Regolamento con me si rispetta. Intesi?".

Nervosismo entro i canapi, e la prima partenza è annullata: era uscita la Chiocciola prima e, se fosse stata buona, di dietro aveva voglia di corre', addio a tutte l'altre.

Ritorno nei canapi, l'Oca è ai cancelli e le fa da spalla Canapino; la Torre è al quarto posto ed avendo un cavallo da disturbo, il Bazzino sta a guardare. Entra la Civetta di rincorsa e partenza a razzo del Manzi nella Selva, e qui prepara il Palio all'Oca. Con la su' classe avrebbe fatto il cosiddetto comodo suo per anda' a vince'. Si vede, e bene, che il cassiere ha fatto una felice distribuzione, (dilli bischero, co' quel malloppo che avea in tasca...) tanto da far intuire a tutti che la guida in terra era stesa, e Andrea non si lasciò pregare, andò in testa e ci rimase. Fu Oca, e per il vostro Doretto la undicesima vittoria della sua avversaria. E i vari Panezio, Saputello, Urbino chi l' ha visti? Quello che vidi fu il Bazzino nella Torre ultimo e comodo.

Il dopo Palio registra un fatto curioso, divertente, ma pericolo per l'incolumità del Manzi nella Selva. Si dice addirittura che finisse sopra il tetto di una casa in via Franciosa a guardare dall'alto l'inferociti contradaioli... Se lo 'hiappano 'un ci rimane niente di Adolfo Manzi detto Ercolino. E dato che il titolo di questo mio racconto è "Il Palio dei Piaceri", ascoltate questa.

Il dottor Artemio Franchi Capitano della Torre, aveva provveduto personalmente alle spese dell'operazione in Germania al piede "zoppo" di Canapino, infortunatosi nell'agosto 1974. Canapino, nel 1975 riè in Piazza ad agosto nel Bruco. Sorride, ce l'ha fatta ringraziando Nostro Signore e, perché no? Anche il cuore generoso di Capitan Franchi.

Canapino disse: "Dottore, se Lei ha bisogno di me in Piazza ne approfitti..." E... Franchi ne approfittò, e gli disse: "L'Oca, in Piazza, guardamela..." "Ma, dottore, non c'è soldi che paghino il suo piacere". Al canape, Canapino è nella Pantera e, accanto, c'è l'Oca al cancellato. Se voleva...

Oca che vince, Capitano della Torre che perde. Nel tempo, il Canapino al Franchi: "Ma in Piazza c'era Torre (che era quarto nel canape), il servizio alla Torre doveva farlo lui, no io. Io da guardare avevo l'Aquila e Panezio con Camillo. E... se mi vince l'Aquila?".

Nel tempo, domandai all'amico Bazzino: "E tu fosti 'soddisfatto' di questa corsa?" Non mi rispose. Ecco perché ho detto "il Palio dei piaceri". I piaceri si fanno volentieri, e volentieri si ricevono. Vero, Capitan Franchi?