Per tre volte scoppia il mortaretto, la Carriera del luglio 1977 è vinta. Il Montone è in festa. Il Capitano, il Sor Ezio Cortecci viene portato in trionfo dai suoi contradaioli, nello stesso momento Michele Bucci detto Randa deve ricorrere al pronto soccorso per qualche lieve escoriazione riportata nella caduta a San Martino, ma la caduta del fantino - come vedremo - non significa che non abbia contribuito alla vittoria della propria Contrada.
Ha vinto Quebel, scosso, trascinato dal suo indiscusso istinto di capobranco che lo ha portalo alla seconda affermazione in Piazza del Campo, ripetendo il successo dello scorso anno quando in analoghe situazioni scaricò lo Zedde continuando "libero" nella sua corsa.
Un Palio molto bello, una corsa affascinante, varia nella successione di posizioni al comando della corsa, e su tutti ha prevalso il cavallo, la giostra.
Quebel si conferma così come un valido antagonista di Re Panezio che pur sempre presente nelle prime posizioni non è mai riuscito a contrastare direttamente la corsa al roano di casa Savelli.
Una Carriera questa del luglio 1977 che vedeva come indiscussi favoriti alla vigilia del Palio, la Giraffa con Panezio e l'Aquila con Rimini. Ma il fato ha sconvolto ancora una volta i pronostici.
I giorni delle prove trascorrono senza che si realizzi l'accoppiata tanto attesa: Aceto/Panezio. Oltre a questo "una mano" misteriosa sembra che voglia "scoppiare" tutte le monte ideali.
Cosicché si arriva al Palio con la Giraffa e il Montone scese di quotazioni per la scelta di fantini di poco prestigio; Camillo nell'Aquila su Rimini non sembra aver trovato l'affiatamento ideale e il Drago che seppur rivalutato dalla monta di Aceto rimane pur sempre dotato di un cavallo macchinoso e poco maneggevole.
L'unica accoppiata di rilievo sembra quella fra Lamadina e un Canapino voglioso di una rivincita personale e impegnatissimo a portare nel Leocorno quel cencio che manca dal 1954.
Si arriva alla mossa del Palio che vede subito in buona posizione sia la Giraffa che l'Aquila e il Montone. Al primo posto entra il Drago seguito dal Nicchio e dalla Civetta, poi Giraffa, Aquila, Montone, Istrice, Bruco, Lupa e di rincorsa il Leocorno. Il mossiere Atanasi pur contestato durante le prove, gestisce la mossa con la consueta autorità e competenza.
Le prime due partenze vengono invalidate per la rincorsa troppo anticipata di Canapino che lasciava regolarmente fuori dal verrocchio la Lupa. Il terzo schieramento è quello buono, una mossa estremamente regolare che non condiziona né in positivo né in negativo alcuna Contrada.
Parte primo netto il Drago, seguito da Aquila, Montone, Giraffa e Civetta. Le altre seguono tutte da posizione ravvicinata.
Al primo giro a San Martino conduce Aceto nel Drago, tallonato dall'Aquila, poi Lupa, Giraffa, Montone e gli altri a ridosso.
Al primo Casato Aceto è sempre in testa ma prima del bandierino viene passato da Camillo nell'Aquila, seguito da Montone e Giraffa. Più indietro seguono Leocorno, Lupa e Istrice.
Il secondo San Martino vede sempre l'Aquila in testa. Alle sue spalle è seguito dal Bucci che cade rovinosamente tra le zampe dei cavalli di Drago, Giraffa e Leocorno.
Le posizioni rimangono immutate fino al terzo San Martino. Questo è il momento cruciale: Camillo che ha preso la curva in modo da chiudere il passaggio a Quebel che lo segue da vicino si sbilancia, sembra quasi cadere ma poi si riprende.
Quebel sfrutta in pieno l'occasione entra all'interno dell'Aquila e passa. Dietro è seguito da Canapino che deve interrompere l'azione di Lamadina. Alle sue spalle Giraffa, Istrice e Nicchio che cade in curva.
Si arriva al terzo Casato con Canapino impegnatissimo a recuperare, ma Quebel non demorde, stringe la curva e non perde un millimetro.
Dopo il Casato l'arrivo, vince Quebel scosso dietro lo seguono Canapino che spinge fino alla perdizione la generosa Lamadina, la Giraffa con Panezio e quarto Camillo ormai arresosi per il visibile sconforto.
Quebel, il bel roano di Loris e Alessandra Savelli, conquista da solo la seconda vittoria, ma l'elogio che a lui si deve non deve far dimenticare la, guida e la generosità del Randa che l'ha portato nelle prime posizioni con una condotta di gara ammirevole e coraggiosa, quasi spregiudicata nel valore degli antagonisti e della pericolosità del suo attacco, nel punto giusto al momento giusto.