Dopo quello della Pace questo è il secondo Palio del dopoguerra a entrare di diritto nella leggenda contradaiola. È il Palio dell'invasione, delle squalifiche, delle polemiche nelle polemiche, del doppio Mossiere. Cento motivi concentrati, come vedremo, in appena cinque giorni. Molti lettori mormoreranno il fatidico «quel giorno c'ero anch'io»; ed allora ripercorriamoli insieme quei momenti di un Palio, veramente, speciale.
La tratta offre già il primo motivo di questo Palio: ben 24 soggetti presentati costituiscono il primato assoluto dal dopoguerra. E anche le batterie disputate (sei) costituiscono un primato. Manca Topolone, scartato a luglio, e manca, come a luglio, anche Rondone.
Le prime polemiche, e non era certo una novità, sulla scelta. Viene scartata (6-4 la votazione finale), per la seconda volta consecutiva, Selvaggia; mentre i cavalli debuttanti sono Ercole e Fiamma, entrambi alla prima partecipazione sul tufo. Nella scelta c'è anche Arianna, vincitrice dell'agosto 1965 e scartata a luglio, e proprio su Arianna, Beatrice, Sambrina, Danubio e Topolona, vincitrice del Palio di Provenzano, si concentrano le attese dei contradaioli. Le cinque accoppiate favorite escono in questo ordine: Topolona-Torre, Sambrina-Onda, Arianna-Drago, Danubio-Leocorno, Beatrice-Chiocciola.
Terminata l'assegnazione dei cavalli, con tanto di permesso, va in ferie il Direttore della Polizia. Sul Verrocchio c'è un nome non amato dalla popolazione senese: l'ex-daziere Mario Cappelli.
Alla prima prova l'Onda presenta un debuttante in assoluto: Secondo Cardaioli, che aveva corso la tratta con Zanzù. L'allineamento manca, la mossa è vecchia.
Alla terza prova ci sono due cambi di monta. Peppinello dal Montone è andato nell'Onda; col giubbetto rosa monta Antonio Marino detto Guanto, il quale, dopo un'assenza di 4 anni (ultimo Palio corso nel luglio 1962 nella Giraffa) torna in Piazza. La sua più recente apparizione risale comunque alla tratta di luglio su Topolona e sulla quale era caduto. Guanto non può lasciarsi sfuggire l'occasione di tornare tra i canapi per il Palio.
Cappelli è deciso, il Mossiere vuole farlo lui; nell'Entrone aveva letto ai fantini il suo discorso di «severità» assoluta.
L'Istrice è lontano dal Verrocchino, forzano Torre e Montone e il canape non cala che in ritardo. Cade il Montone e non partecipa alla terza prova. Al termine i montonaioli si precipitano al Verrocchio, Cappelli scappa verso la Questura e viene inseguito. Fatti di normale amministrazione paliesca, ma due contradaioli continuano l'inseguimento e vengono fermati dalla polizia. Inizia in città il toto-notizie. Si parla già di arresto di due persone, che non vengono rilasciate.
La mattina c'è la quarta prova, la situazione per Cappelli, con la notizia dell'arresto confermata, è insostenibile: l'ex-daziere dà la mossa, poi l'amministrazione comunale è costretta a sollevarlo dall'incarico. Sul Verrocchio per la quinta prova sale nuovamente Wilson Pesciatini.
Ma assieme all'organizzazione del Comune scatta anche quella più compatta, delle Contrade. Si tratta di fatti di Palio, non si può essere rinchiusi per fatti del genere.
Alla prova generale i cavalli escono puntuali dall'Entrone, il Montone esce per ultimo e va verso il Chiasso Largo: è il segnale. La gente di Contrada entra in Piazza, si va tutti insieme da tutte le parti verso il Verrocchio cantando «Viva la nostra Siena», la gente dai palchi applaude.
E la manifestazione è spontanea, genuina; c'è anche chi, subito, ripensa a Montaperti, a quelle giornate che non potevano che essere tali: dopotutto cos'è cambiato? La Piazza era sempre la stessa... La prova, per la prima volta nella storia del Palio, non si effettua per invasione dei contradaioli.
La sera, molti saltano cena; ancora tutti insieme con i fazzoletti al collo verso la Questura, ancora tutti a intonare «Nella Piazza del Campo...». I due montonaioli vengono rilasciati, il Palio potrà essere corso. Il Montone viene ritenuto responsabile della non effettuazione della Prova Generale e verrà squalificato per un Palio, il suo barbaresco per quattro.
Alla provaccia si ritorna alle polemiche di «casa nostra». C'è subito un altro colpo di scena: ritorna, dopo cinque anni, in Piazza Beppe Gentili. L'azione «coraggiosa» l'effettua l'Onda. Nell'Entrone il Gentili è affrontato dal barbaresco dell'Oca: un ceffone per il fantino e quattro Palii di squalifica per il barbaresco. L'alleanza secolare, forse la più vecchia, fra Oca e Onda è ufficialmente rotta.
E finalmente è Palio o almeno doveva esserlo.
Prima mossa: Oca, Tartuca, Montone, Onda, Torre, Leocorno, Istrice, Chiocciola, Drago, Civetta. Forzano Oca e Tartuca con la Civetta abbondantemente fuori dai canapi. Cala il canape e parte il segnale di annullamento della mossa; scoppia il mortaretto ma la tensione è fin troppo evidente. Oca in testa poi Tartuca, Onda, Torre, Montone, iniziano il primo Palio del 16 agosto.
A S. Martino in testa c'è ancora l'Oca poi Tartuca e Onda. Canapino «sente» il nuovo mortaretto e si ferma, mentre Lazzaro e il Morino nonostante le guardie e gli spettatori si sbraccino per indicare la non validità della mossa, non si fermano. Alla fine si torna all'Entrone e si cambia la busta.
Seconda mossa del secondo Palio del 16 agosto: Istrice, Chiocciola, Civetta, Drago, Torre, Tartuca, Montone, Leocorno, Oca, Onda. L'allineamento è valido, la tempestività della mossa altrettanto, ma il mortaretto scoppia, incredibilmente, di nuovo. L'ingresso spronato dell'Onda è forse il motivo dell'annullamento; il Gentili per questa infrazione sarà ammonito.
Dai canapi esce nuovamente l'Oca prima; poi Onda, Torre, Tartuca, Leocorno, Drago, Istrice, Montone, Civetta. La Chiocciola è rimasta al canape.
A S. Martino entra prima l'Oca, poi la Torre, l'Onda, la Tartuca, il Drago, l'Istrice, cade il Montone. Al primo Casato cade la Torre, con l'Oca sempre in testa seguita da Istrice e Onda.
Il Palio prosegue; alla mossa passa prima l'Oca, all'interno c è Topolona, poi Istrice, Onda e Drago. Al secondo S. Martino Topolona entra all'interno dell'Oca; allarga troppo l'Istrice e l'Onda entra all'interno.
Al Casato prima è Topolona, l'Oca va a dritto, poi Onda, Drago e Istrice, la gente dai palchi invita a fermarsi: la mossa non è buona. Proseguono solo Onda e Topolona.
Tensione: si rientra per la seconda volta all'Entrone. Il Giuggia è all'ospedale, portatovi dopo la caduta al primo giro al Casato, la Torre è senza fantino e per Regolamento non può correre. Ma i torraioli non ci stanno a quello che dice il Regolamento. La comparsa entra in Piazza, Topolona viene portata verso il Chiasso Largo; entrano sul tufo i torraioli dalla Piazza e dai palchi; vengono tolti i materassi e gli sprangati da Piazza; la gente entra sul tufo: correre è impossibile.
Per la prima volta il Palio è rinviato per invasione di pista. La Torre viene squalificata per due Palii, il barbaresco, e il portaceste, per quattro.
Nottata ricca di polemiche, c'è la possibilità di non far correre la Torre, il Regolamento lo consente. Tutto è rinviato, la Torre può correre.
Polemiche anche per l'ordine delle mosse, il Regolamento prevedrebbe l'apertura della terza busta, poi l'ordine inverso delle precedenti. La decisione, saggia, è di ripetere l'intero sorteggio delle tre buste.
Prima mossa: Onda, Montone, Istrice, Torre; per il Morino è un problema tenere ferma Topolona. Va giù il canape. Si riprende: Onda, Montone, Istrice, Torre, Oca, ancora uno scarto di Topolona e va giù il canape. Si rientra: Onda, Montone, Istrice, Torre, Oca, Civetta, nuovo scarto di Topolona, ancora giù il canape.
Quarto allineamento: Oca, Montone, Istrice, Torre, Oca, Civetta, Tartuca, Chiocciola, Leocorno; Mezzetto entra al galoppo vuole forzare la mossa; il Drago è fuori, il canape va giù ma il mortaretto scoppia subito. Si torna all'Entrone. La forzatura di Mezzetto gli costerà due Palii di squalifica.
Seconda mossa: entrano Tartuca, Istrice, Civetta, Drago, Chiocciola, Onda, Leocorno, Torre, Montone e Oca di rincorsa. La mossa è ritenuta non valida a causa dell'allineamento; il Gentili alza il braccio per richiamare l'attenzione di Pesciatini, ma fuori posto ci sono anche il Drago (che verrà ammonito) e la Torre; Lazzaro, per l'ingresso al galoppo, subirà l'ammonizione.
Pesciatini non cambia la busta, si riprende con lo stesso ordine: c'è uno scarto di Arianna, il canape cala in ritardo, Bazza si frattura la spalla: non può correre. Il Drago è «eliminato». Al barbaresco, per aver cercato di provocare disordini, vengono inflitti quattro Palii di squalifica.
Terza busta e finalmente è l'ultimo abbassamento. Il canape cala in leggero ritardo. Vanno via benissimo Oca, Chiocciola e Civetta, Torre, Istrice e Montone sono nettamente impreparati. Aceto, addirittura, resterà al canape e per non aver partecipato alla corsa subirà un Palio di squalifica.
Nella successione delle foto della mossa si vede Oca, Chiocciola e Onda in testa, poi Tartuca, Civetta, Leocorno e Torre che sta cadendo. Cade la Torre dopo appena 10 metri dal bandierino.
A S. Martino entra prima l'Onda, che allarga. In testa ci torna l'Oca, poi Chiocciola, Onda, Civetta, Tartuca, Leocorno. Al Casato Ercole, come il giorno avanti, rifiuta la curva e in testa passa la Chiocciola, poi Onda, Civetta, Tartuca, Leocorno e Topolona.
Spinge la Chiocciola, seguita dall'Onda; le posizioni restano invariate al secondo S. Martino: Chiocciola poi Onda, Civetta, Tartuca e Leocorno. Al Casato Ercole è trattenuto per le briglie, in testa sempre la Chiocciola, poi Onda, Civetta, Leocorno, Tartuca.
Ultimo giro: l'Onda cerca di forzare la corsa, ma Canapetta non si fa sorprendere; a S. Martino ancora Chiocciola poi Onda, Civetta, Leocorno, Tartuca. Alla spianata l'Onda intravede la possibilità di vincere: al Casato è a ridosso della Chiocciola.
Gambe divaricate per Canapetta e nerbate all'Onda: il primo posto la Chiocciola riesce a mantenerlo così.
E' un arrivo come da tempo non si vedeva. La foto dell'arrivo è una cornice per Canapetta: nerbo su Sambrina e gambe divaricate, un equilibrio solo da ammirare.
Da alcune foto si vede Lazzaro in mezzo agli ocaioli. Cosa c'è di strano? Niente, se non il fatto che in un Palio così ricco di tensione, come si è visto, Lazzaro, caduto al primo giro, è rimasto a guardare la corsa senza che nessuno gli si avvicinasse. Venti anni fa i giovani e, i vecchi avevano un altro rispetto del Palio. Oggi accade completamente il contrario, con la gente in pista per qualsiasi futile motivo, e questo, signori, non è progresso, né mutare le «tradizioni» al passo dei tempi per mantenerle vive.