In rarissime occasioni il Palio, specialmente nel dopoguerra, ha dovuto registrare una serie di episodi durante una sola prova, episodi, come vedremo, alquanto decisivi per gli esiti finali del Palio. Il 30 giugno si consuma, per molti, il Palio di Provenzano.
Aceto è tornato, durante la seconda prova, a montare quel Topolone che aveva già montato l'anno prima nel Bruco, e si accorge quanto sia difficile diventare primo attore in Piazza. Alla terza prova forza eccessivamente la mossa e cade; cade, nel secondo abbassamento dei canapi, anche Vittorino e per lui sarà questo l'addio definitivo al Palio. Una banale caduta mette dunque fine prematuramente ad una delle più folgoranti carriere mai registrate nella storia del Palio: 7 Palii vinti su 22 corsi in appena 12 anni, dal 1953 al 1964.
Nel terzo abbassamento va via dai canapi la Torre con Daria, ma al primo giro al Casato si infortunerà e la Torre, che aveva avuto Daria per la terza volta consecutiva, non correrà il Palio di Provenzano.
Ma le emozioni ed i «passaggi» alla storia del Palio della terza prova non sono finiti. Aceto è in testa ma cade rovinosamente a S. Martino. Topolone va a vincere scosso, ma sarà esentato per tutte le altre Prove e per la Passeggiata Storica. Sarà portato in Piazza all'ultimo momento, passando da Salicotto: le storie dei Palii si scrivono anche attraverso questi particolari.
Quella sera, dopo due cadute ed un cavallo quasi «bruciato» per l'imminente Palio, in quanti avrebbero ipotizzato la nascita della «stella Aceto»?
A causa dell'Infortunio a Daria, soltanto in nove le Contrade al canape. L'allineamento non sembra dei peggiori, anche se Aquila e Civetta si trovano nettamente danneggiate dall'ostacolo prodotto da quel Peppinello che l'anno precedente aveva fatto «cappotto». L'infrazione costerà allo stesso Peppinello la squalifica per due Palii, poi ridotti a uno per un condono.
La sequenza, delle foto, a S. Martino della mossa falsa è molto eloquente per la potenza di Arianna nel Drago che, partita di rincorsa, è già a ridosso del sorprendente Leocorno.
Pesciatini, per la prima volta, ricorre alla seconda busta.
Peppinello continua nel suo «disturbo» ai danni dell'Aquila; approfittando dello spostamento verso il basso del Leocorno alza Drago e Aquila verso il Verrocchio, ma l'azione danneggia solo il Drago con Bazza che cade subito ed Aquila riesce ad uscire indenne dall'intoppo.
Dai canapi escono bene Onda, Istrice e Montone, mentre la Tartuca si fa trovare impreparata dopo una buona fiancatura.
Buona l'uscita dai canapi anche della Civetta, mentre attardato, oltre a Pantera, Drago, Aquila e Tartuca, c'è il Leocorno.
Primo giro a S. Martino: la sicurezza e la tranquillità di Lazzaro, la potenza di Selvaggia non sembrano lasciar dubbi sull'esito del Palio. Entra in testa l'Onda, seguita da Montone e Istrice, poi Arianna (Drago) Tartuca e Aquila, poi Civetta, Leocorno e Pantera. Danubio allarga un po' troppo favorendo l'inserimento dell'Istrice, mentre l'Aquila si trova nella condizione di recuperare oltre che sul Montone, su Arianna e Tartuca.
Al primo giro al Casato il vantaggio dell'Onda non è una sicurezza per Lazzaro che cadendo rimette in gioco un Palio già finito. Tristezza richiama Falco e Aceto intravede la possibilità di passare in testa; nel forzare la curva rischia moltissimo e solo fortuna e abilità gli permettono di superare anche l'Istrice. Alle spalle Montone, Tartuca e Leocorno.
Topolone in testa non si discute, anche se è rimasto in stalla per tre prove. Aceto sa di poter correre con tranquillità ed il vantaggio gli aumenta consistentemente. Alle spalle c'è Arianna, poi Istrice, Montone, poi Selvaggia, Tartuca, Leocorno, Civetta e Pantera. Il vuoto dietro ad Aceto: poi alle spalle, dopo Arianna, Istrice, Montone, Selvaggia, Tartuca con Canapetta che sta cadendo, e Leocorno.
Ora il Palio non ha più motivo di essere commentato. Il giubbetto dell'Aquila davanti a tutti, dietro manca anche l'impegno per credere al miracolo.