Si onora con questo Palio l'Anno Mariano, con un magnifico Drappellone dipinto da Bruno Marzi.
Ma da noi torraioli fu chiamato "il Palio del Conigliolo".
Permettetemi di fare un piccolo quadro della situazione. C'è l'Oca in Piazza, e manca la rivale Torre. Sì, è vero, sono dalla Torre, ma la Storia è cosa ben diversa, e il Doretto le deve andare a braccetto, sennò che Storia sarebbe?
La verità è che la sorte non favori l'Oca, assegnandole un soggetto di scarso valore, Saturnia, di proprietà del cavallaio Busisi torraiolo. Lo staff paliesco di Via della Pancaccia disse: "Si vince anche con un conigliolo", per dire come potesse essere facile quella vittoria, tanto che vale ricordare che il Sor Ettore Fontani andò a Milano a prendere il miglior fantino che la prestigiosa scuderia offriva. Il detto fantino, tal Ennio Corigoli, soprannominato subito Strigolo di San Siro, veduto nella prova generale, ove vinse, disse: "Tutto qui nella Piazza di Siena? Ma via, scherziamo? Questo è un gioco da ragazzi".
Palio incerto, ma dominato dall'ombra di Gaudenzia con Vittorino nel Leocorno; Ravi II con Arzilli nella Selva.
Il Guidarini fa scattare il canape e Vittorino e Gaudenzia di rincorsa al primo San Martino sono in testa e hanno fatto il vuoto dietro di loro.
Vittoria alla grande del Leocorno. E Vittorino portò a tre le vittorie consecutive della prediletta Gaudenzia, divenuta "Regina della Piazza", anche per un'opera letteraria a cura di un'autrice inglese, che scrisse "Gaudenzia, la Regina del Palio". La disavventura di agosto è ormai lontana e dimenticata.
E la Torre cosa fece? Impuzzolì tutta Siena portando a giro mille e mille pelli di conigliolo per festeggiare la "vittoria" dell'Oca...