Il "drappellone" che andrà nella Contrada vincente è sormontato dall'immagine della Madonna della Collegiata di Provenzano, ciò che sta a significare che lo spettacolo vien fatto in onore di Lei. Così, nell'antico tempio che risale al 1594, si sono effettuate celebrazioni solenni con intervento dell'Arcivescovo, delle Autorità e di gran numero di fedeli. Si è eseguita musica liturgica dalla Scuola di Canto del Seminario, diretta dal m.o Mons. Fortunato Sderci.
In questa chiesa fu impartita, alla presenza delle autorità e dei dirigenti delle Contrade, la benedizione al Palio, mercoledi sera, dopo che fu corsa la prova generale, cerimonia quanto mai clamorosa e suggestiva.
Alle ore 15, in tutti i Rioni delle 17 Contrade, s'inizia il movimento per la formazione delle comparse che devono partecipare al grande Corteo. Più intenso è quello dei Rioni delle dieci che partecipano alla corsa, dove l'ansia agonistica domina maggiormente gli appassionati. Qui si effettua, nei rispettivi oratori, la tradizionale benedizione del cavallo e del fantino, cui assistono numerosissimi contradaioli e molti forestieri dividono con i primi l'entusiasmo del momento.
Alle ore 16,30 da ogni rione, le comparse, nelle loro belle formazioni, dopo aver reso omaggio ai maggiorenti della propria Contrada e all'Arcivescovo si raccolgono nel grande Atrio del Palazzo del Governo donde deve muovere il Corteo storico che si dirige nel "Campo" per le vie del Capitano, San Pietro e Casato.
Però c'è un acerrimo nemico della Giraffa che farà di tutto per non farlo galoppare tranquillo. È il Drago. Ci sono vecchi rancori tra le due contrade. Conti da regolare.
La sera verso le dieci, dopo la consueta girata che fa fare al cavallo, il barbaresco Pappio canta a squarciagola, perché sentano anche dalle case della Giraffa, la sua sfida. E i contradaioli gli fanno coro: "Si sa che 'un lo volete - il nostro bel dragone ma per forza o per amore - lo dovete rispetta!".
La Giraffa avrà, dunque da spuntarla con le insidie del Drago oltre a dover battere l'Oca.
E l'Oca? La popolarissima contrada di Santa Caterina dovrà anche se Folco riuscisse a superare Ruello (il che, a condizioni normali, non è credibile) guardarsi dalle nemiche Chiocciola e Bruco.
Piano, piano con i pronostici che nel Palio son di cartavelina! A parte gli insegnamenti delle prove, che non insegnano del resto mai nulla di serio (per la cronaca diremo che quattro ne ha vinte la Giraffa ed una l'Oca) anche la Selva, il Drago e la Pantera hanno buoni cavalli.
La Selva, che tra le dieci contrade in lizza è quella che da più anni non vince (1919) ha avuto in sorte Norma, il Drago conta su Aquilino, la Pantera confida in Dina. Sogni, null'altro che sogni?
La conquista del Palio è legata a troppe faccende, come si è detto, che esulano dal valore del cavallo e del fantino.
Siamo alla fase finale. Nel cortile del Podestà, i dieci fantini hanno indossato il costume da corsa e sono stati forniti del nerbo di bue, arma di difesa e d'offesa. Il Palio viene issato sul palco dei Giudici della corsa. Il momento è pieno di emozione. La folla è tesa nell'attenzione delle ultime formalità che precedono la gara.
I contradaioli, che hanno in palio i loro colori, sono accumulatori di elettricità.
Un colpo di mortaletto dà il segnale dell'uscita dei corridori dall'Atrio del Podestà. Essi si dirigono, in apparenza calmi e tranquilli verso la mossa.
Il mazziere li chiama al canape, secondo un primo ordine scritto del Podestà. Data l'irrequietezza dei cavalli si è dovuta ripetere l'operazione di entrata al canape per tre volte. Finalmente è stata data la mossa che ha visto slanciarsi per primi la Pantera, la Chiocciola, la Selva e il Drago seguiti dalla Giraffa che, alla voltata del Casato, ha preso testa mentre la Pantera cadeva. Al canape era caduto il Leocorno. Al secondo posto passava la Chiocciola e terzo rimaneva il Drago. L'Oca, che si era attardata alla mossa, riesce a sorpassare un buon numero di Contrade e a portarsi a ridosso del Drago; un ultimo sforzo e anche il Drago è sorpassato, ma ormai, tanto la Giraffa che la Chiocciola, hanno acquistato un notevole vantaggio e nonostante gli sforzi disperati fatti dall'Oca, le posizioni restano immutate fino al termine del terzo giro, riuscendo vincitrice la Giraffa seguita dalla Chiocciola, Oca e Drago.
La Giraffa conta con questa la sua 22a vittoria: essa reca i colori bianco e rosso. Il fantino vincitore è Baldini Umberto detto "Bovino" che montava il cavallo "Ruello" di proprietà di Alfredo Pianigiani. E' Capitano della Contrada l'Avv. Cav. Uff. Domenico Comporti.
Quando ai contradaioli della Giraffa è stato consegnato il Palio grandi sono state le manifestazioni di giubilo. Anche le Contrade alleate hanno voluto manifestare la loro gioia accompagnando il trofeo con le loro bandiere.
Il Drappellone è stato portato poi nella Chiesa di Provenzano per la funzione di ringraziamento alla quale hanno preso parte moltissimi popolani.
Nel rione della Contrada vincitrice è stato mèta di una vera folla di visitatori e i contradaioli hanno festeggiato clamorosamente la loro vittoria.
Al Palio dell'Impero assisté, da una finestra del Palazzo Comunale, Vittorio Emanuele III, Re d'Italia, che nell'anno successivo appose sul drappellone la sua firma.