Bathà Golam, il primo fantino straniero in Piazza. di Davide Donnini
Nel 1927, Bathà Golam era un ventitreenne eritreo ex militante negli zaptié (militari dei Carabinieri, reclutati tra i cittadini libici, somali, ed appunto, eritrei), di tanto in tanto ospite di Siena per svolgere il proprio lavoro di venditore ambulante. Le autorità non ci danno di lui un quadro invidiabile, definendolo senza fissa dimora e assai povero. Nonostante ciò, Golam è entrato di diritto nella storia del Palio in quanto primo fantino straniero a correre una carriera.
Nel luglio 1927 al Bruco toccò in sorte un sauro di Michele Vannini, considerato dagli esperti una brenna; la dirigenza brucaiola decise così di affidarlo al giovane eritreo, considerato abbastanza abile nella monta, con il solo scopo di ostacolare la vittoria del Nicchio con Porcino, compito che Alì, così venne ribattezzato, senza troppa fantasia, Golam, eseguì alla perfezione, stringendo il fantino dei Pispini allo steccato subito dopo la partenza e compromettendone le possibilità di vittoria.
La carriera, contrariamente a ogni pronostico (le favorite erano infatti il Drago con Giacca e Randellone e la Giraffa con Margiacchina e Cispa) fu lottata da due outsider, la Pantera con Girardengo II e Garibaldi e il Montone con la cavallina Tonta di Menotti Busisi e Picino.
Al termine di una mossa nervosa durante la quale fu addirittura richiesta la seconda busta, fu proprio il Montone a partire in testa, rimanendovi per tutto il primo giro. Superato dalla Pantera, Picino riconquistò la prima posizione nel finale, grazie alla sua freddezza e alla capacità di prendere traiettorie più basse rispetto a Garibaldi.
Fu quella l’undicesima vittoria personale del Meloni, la quarta per il Montone, probabilmente la più inaspettata che fu applaudita dai tanti ospiti che presenziarono alla carriera, tra i quali si ricordano l’intera famiglia reale, i ministri Rocco, Volpe e Turati, Edda Mussolini, la figlia del Duce e lo zio Arnaldo.
Per ciò che riguarda il nostro Alì, fu riproposto dal Bruco anche ad agosto, ma la caduta per la prima prova dallo storno del Rocchigiani lo tolse definitivamente dai giochi e, da quel momento, di Bathà Golam, il primo fantino straniero del Palio, si persero le tracce.
Il 7 Febbraio 1928 un fantomatico Commissario del Ministero dell'Interno (su carta intestata del Santa Maria della Scala), chiese notizie sul "fantino moro Berhè Golom d'anni 23 il quale risultava essere nato in Asmara in Eritrea" e che era stato ricoverato dal 14 al 17 Agosto 1927, a seguito di un infortunio occorsogli durante la prima prova del Palio di agosto. Fu la sua ultima apparizione in Piazza, montava un cavallo grigio di Armando Rocchigiani e il suo posto venne preso da Nello Magnelli.
Il Governo dell'Eritrea rispose che era sconosciuto, ma che quasi sicuramente poteva trattarsi di "certo Bathà Golom, fu Golom Temmami ed Haregù Haggi nato a Cheren e vissuto ad Asmara". Il Comune gli rispose che non era presente nei nei registri anagrafici "ma che è un venditore ambulante che di tanto in tanto capita a Siena per smerciare qualche articolo e che è assai povero. Non ha fissa dimora e si suppone che torni per partecipare ancora al Palio in qualità di fantino".
Per ritrovare un altro fantino non italiano sul tufo occorrerà attendere sino al 1965, quando nella Pantera corse Victor Ramon Barrionuevo, detto El Argentino.
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