Splendido drappellone, di cui colpisce subito la bellezza del gruppo di figuranti con in testa il Capitano del Popolo a cavallo, scortato da un vessillifero. Il gruppo sembra aprire il corteo storico, nel momento in cui fa il suo ingresso nel Campo dal Casato, mentre suonano le chiarine e mentre sventolano le bandiere delle prime Contrade.
In alto, in una corona di gigli bianchi, è raffigurata la Madonna di Provenzano; nella parte inferiore è raccolta tutta la parte araldica: Balzana, Leone del Popolo e stemmi delle dieci Contrade. L'incarico di dipingere il Palio per la corsa del 2 lugho fu affidato al pittore Vittorio Giunti con delibera della Giunta Municipale del 19 maggio 1922, ordine di seduta n. 6.
La mattina del 29 giugno, con le consuete formalità e con la direzione dell'assessore comunale Gio. Batta Murtula, furono assegnati i cavalli alle dieci Contrade partecipanti al Palio del 2 luglio. I cavalli dati in nota furono ben 26, che furono suddivisi in quattro batterie. Alcuni cavalli furono fatti partecipare anche a tre prove eliminatorie.
I fantini messisi a disposizione per provare i cavalli furono diciassette; un fantino esordiente, Amerigo Citelli, fu allontanato dal cortile del Podestà, perché si rifiutò di montare un cavallo.
Durante le prove si ebbero varie cadute, tutte fortunatamente prive di conseguenze, e diversi cavalli non riuscirono a fare la curva di San Martino, andando diritti verso Via del Porrione.
Assistette alle prove un pubblico numeroso, che poi attese con trepidazione l'esito della tratta.
I cavalli migliori toccarono al Montone (Fanfara), all'Istrice, alla Pantera (Crognolo, cavallo vincitore di entrambe le carriere del 1921) ed alla Selva. Venivano quindi, con poca differenza rispetto ai primi quattro, i soggetti andati in sorte al Leocorno, all'Oca ed alla Tartuca. Un cavallo mediocre toccò al Nicchio. I peggiori furono assegnati all'Aquila ed alla Civetta.
La sera del 29 giugno fu regolarmente corsa la prima prova. Prima della corsa, sul palco dei Giudici fu estratta una tombola a beneficio del fondo per il rinnovo degli storici costumi, indetta dal Magistrato delle Contrade con il premio di £ 200 per la cinquina e di £ 800 per la tombola.
Si ebbero in tutto cinque prove, perché la mattina del 2 luglio, a causa dell'arrivo in Siena del Principe di Piemonte, fu deciso di non correre la provaccia.
1ª Prova - Dal canape partivano: 1ª Oca, 2ª Aquila, 3ª Pantera, 4° Leocorno; quindi gli altri in gruppo. A San Martino voltarono: 1ª Pantera, 2° Leocorno, 3ª Oca, 4ª Aquila. Alla Cappella (1° giro) cadeva di quarto il cavallo dell'Aquila, ma il cavallo rialzatosi continuava scosso la corsa. Durante il resto della prova fu una continua gara fra i primi tre, che però mantennero invariati i loro posti. A San Martino al 2° giro caddero i fantini del Nicchio e della Selva.
Alla vincita arrivarono: 1. Pantera - Guido Sampieri d. Fulmine; 2. Leocorno - Edoardo Furi d. Randellone; 3. Oca - Angiolo Meloni d. Piccinetto; 4. Istrice - Guglielmo Pantucci; 5. cavallo scosso della Selva (Giulio Cerpi d. Testina); 6. cavallo scosso del Nicchio (Arturo Bocci d. Rancanino); 7. Montone - Eleuterio Salvucci d. Romboide; 8. cavallo scosso dell'Aquila (Bruno Cianetti d. Moscone); 9. Tartuca - Aldo Mantovani d. Bubbolo; 10. Civetta - Domenico Leoni d. Morino.
Appena terminata la corsa un gruppo di ocaioli assalirono a pugni e calci il fantino del Valdimontone, a causa di rancori esistenti fra esso e il fantino dell'Oca (Meloni). Romboide fu gettato a terra e calpestato, e il contegno incivile e prepotente degli ocaioli fu da tutti deplorato.
2ª Prova - Dal canape partiva prima l'Oca, che subito veniva passata dalla Pantera e dal Leocorno. Dopo la voltata del Casato entrava 2° l'Istrice, che per quanti sforzi facesse durante il resto della corsa mai riuscì a raggiungere la Pantera.
Il Montone, partito ultimo dal canape, spinse il cavallo al principio del 2° giro, e ben presto entrò 3°; a San Martino al 3° giro cadde il fantino avendo il cavallo dato giù davanti, e questo subito si fermò. Alla vincita arrivarono: 1ª Pantera, 2° Istrice, 3ª Selva, 4ª Oca, 5° Leocorno, 6ª Civetta, 7ª Tartuca.
Corsero gli stessi fantini che per la prova precedente, ad eccezione del Montone, ove corse Ottorino Luschi. Tanto a questa che alle prove successive non corsero Aquila e Nicchio, essendosi i loro cavalli azzoppati nella prova precedente. Il cavallo del Nicchio fu esentato fin dalla prova del pomeriggio del 30 giugno, perché zoppo in seguito a miosite traumatica all'anteriore destro; quello dell'Aquila, perché zoppo in seguito a contusioni e ferite multiple della spalla e grassella di sinistra.
3ª Prova - Questa prova si limitò ad una continua gara fra Pantera ed Istrice, seguiti alle spalle dalla Tartuca, che cadde al 3° giro a San Martino. Degli altri nessuno prese parte attiva alla corsa, onde la prova fu poco interessante. La vittoria arrise alla Pantera.
Corsero gli stessi fantini che per la prova precedente, ad eccezione della Tartuca, ove corse Alduno Emidi d. Fracassa; Civetta, ove corse Carlo Magnelli; Selva, ove corse Bruno Cianetti d. Moscone.
4ª Prova - Interessantissima riuscì questa prova per la bellissima continua gara che vi seguì fra i migliori cavalli, cioè: Selva, Montone e Istrice, che alla vincita arrivarono in quest'ordine. La Pantera, che seguiva questo gruppo a brevissima distanza, cadde al 3° giro a San Martino ed il cavallo si fermò. Alla vincita arrivò: 4° Leocorno, 5ª Tartuca, 6ª Oca, 7ª Civetta.
Corsero gli stessi fantini che per la prova precedente ad eccezione della Selva, ove corse Angelo Serio d. Pirulino, e della Civetta, ove corse Domenico Leoni d. Morino.
Prova Generale - davanti ad un numerosissimo pubblico fu corsa questa prova, che riuscì molto interessante. Dal canape partiva prima l'Oca, che avanti San Martino fu passata da Montone, Leocorno e Istrice. Dopo la voltata del Casato l'Istrice entrava secondo, mentre il Leocorno veniva molto distanziato dai primi due. Bellissima fu durante gli altri due giri la lotta fra Montone e Istrice, senza però che a quest'ultimo riuscisse ad entrare primo. Pochi passi avanti la vincita cadde il cavallo dell'Istrice, ed il fantino Guglielmo Pantucci rimase a terra privo di sensi. Alla vincita arrivarono: 1° Montone, 2° Leocorno, 3ª Selva, 4ª Pantera, 5ª Oca, 6ª Tartuca, 7ª Civetta.
Corsero gli stessi fantini che per il Palio, ad eccezione dell'Istrice. Il fantino Pantucci fu portato allo spedale dove gli fu riscontrata una ferita alla testa, ed un principio di commozione cerebrale; dopo tre giorni però poté lasciare lo spedale.
La provaccia della mattina del 2 luglio fu annullata per consentire alle autorità di andare a ricevere il Principe di Piemonte Umberto di Savoia. Alle ore 10, comunque, i capitani ed i fantini si recarono presso l'Ufficio di Polizia del Comune di Siena per la consueta rassegna ed approvazione del giubbetto, secondo le disposizioni emanate dal Sindaco con una circolare del 24 giugno 1922. Nella nota l'autorità municipale aveva rivolto ai Capitani delle Contrade anche delle particolari raccomandazioni, affinché la storica manifestazione si compisse nel modo più ordinato e perfetto possibile. Ma alcune disposizioni non furono bene accolte. Fra queste vi fu l'imposizione alle comparse di raggiungere il Palazzo Provinciale per la via più breve, senza deviare per andare a rendere ai protettori benemeriti speciali onoranze, che, all'epoca, era tradizione fare anche nel giorno del Palio.
Il divieto alle comparse di recarsi a rendere omaggio ai protettori, determinò una protesta della Contrada della Lupa, la cui Assemblea Generale, riunitasi in data 26 giugno 1922, aveva inviato una dura nota al Sindaco, pregando il Presidente del Magistrato delle Contrade ed i Priori delle altre consorelle di pronunziarsi in proposito. Alla protesta si erano unite la Contrada del Valdimontone, che il 28 giugno aveva presentato un esposto al Sindaco, e la Contrada Capitana dell'Onda, che fece altrettanto in data 1 luglio.
Fin dalle prime ore della mattina del 2 luglio, la città era animatissima. Da tutte le finestre, in qualunque strada, pendevano bandiere tricolori, numerosissime quelle poste dalle Contrade ai propri Confini. Alle 7.55 il treno recante il Principe entrò in stazione salutato da un uragano d'applausi, dal suono della marcia reale e da un altissimo grido di: "Viva Savoia! Viva il Principe!"
Dalla stazione l'Augusto Personaggio, fra gli applausi continui della folla, si recò in Prefettura dove gli furono presentate le principali autorità cittadine. Per ben tre volte il Principe dové presentarsi al balcone della Prefettura, chiamato dagli incessanti applausi della folla. La prima volta era accompagnato dal Sindaco Cav. Avv. Rosini, dal Prefetto Comm. Bertone e dal suo Governatore, Ammiraglio Bonaldi; la seconda dal Sindaco e dal Prefetto; la terza dagli On.li Deputati Sarrocchi e Marchi.
Dopo il ricevimento in Prefettura il Principe, traversando la città fra due fitte ali di popolo plaudente, si recò a Provenzano dove ascoltò la messa celebrata dall'Arciprete Can.co Luigi Bianciardi. Durante la messa il Principe aveva alla sua destra il Sindaco di Siena, e alla sinistra il Rettore di Provenzano Nob. Avv. Carlo Tarugi. Terminata la messa, sulla porta della chiesa di Provenzano si svolse un'altra simpatica cerimonia. Si era ivi raccolto il Seggio della Contrada della Giraffa, con il paggio maggiore ed alcuni popolani e popolane; ed il Priore Avv. Antonio Terzi presentò al Principe l'omaggio della Contrada consistente in una magnifica cartella in cuoio con entro una fotografia a colori del paggio maggiore e una pubblicazione delle memorie storiche della Contrada. Il Priore portò all'Augusto Principe il saluto del popolo della Contrada dei Provenzani, dicendo che essa è orgogliosa di avere nelle sue memorie la vittoria del Palio ottenuta nel 1887 presenti le Loro Maestà Umberto I e Margherita di Savoia. S.A. gradì molto il dono, ringraziando del medesimo la Contrada della Giraffa.
Da Provenzano il Principe si recò a fare una breve visita ai lavori di ampliamento della città sul colle di San Prospero, e quindi al Circolo Ufficiale nella caserma Santa Barbera dove fu accolto e festeggiato da tutta la ufficialità del presidio e da quella in congedo. L'accoglienza fatta a S.A. dagli ufficiali fu veramente notevole ed il Principe si trattenne cordialmente con i comandanti e con moltissimi ufficiali. Mentre il Principe svolgeva le predette visite si raccoglievano alla Lizza le associazioni cittadine e gran folla di popolo per assistere alla cerimonia della prima pietra dell'Asilo Monumento in memoria dei caduti per la patria. Questa ebbe luogo alle ore 11. Pronunziarono applauditi discorsi il Sindaco Cav. Avv. Rosini ed il Deputato On.le Sarrocchi. L'Arcivescovo di Siena Mons. Prospero Scaccia benedisse la prima pietra, ed il Principe con la cazzuola d'argento chiuse il vano della pietra racchiudente la pergamena commemorativa; il masso di travertino quindi fu calato nelle fondamenta, mentre le musiche suonavano la marcia reale fra gli applausi della folla.
Dalla Lizza il Principe si recò ad un breve ricevimento, offertogli dalla R.a Accademia dei Rozzi e quindi al Municipio. Dopo aver visitato le magnifiche sale, alle ore 13, nella sala del Concistoro fu servita a cura del Municipio una colazione in onore di S.A. I commensali furono circa sessanta, e vi parteciparono tutte le autorità civili e militari, l'Arcivescovo, quasi tutti i consiglieri comunali della maggioranza, i deputati Sarrocchi, Marchi, Aldi-Mai, Signorini e Negretti. La colazione fu servita dal Sig. Duilio Fantacci, proprietario del ristorante "Cannon d'Oro", e la nota delle vivande fu la seguente: Brodo ristretto con tapioca, Trote lessate servite con salsa gialla, Asparagi serviti caldi con burro, Vitella lattante arrosto con attorno verdure varie, Crema e cioccolata gelate alla senese, Biscotti, Frutta diverse, Caffè, Vini: Chianti rosso da pasto, Chianti rosso vecchio, Vinsanto, Spumante Mitigliano.
Nell'uscire dal Municipio, furono presentate al Principe sei donne della Torre: Giulia Corsini, Amelia Guiggiani, Vittoria Sollazzini, Amelia Corridi, Zina Della Lunga, Elina Sbardellati, accompagnate dalla Marchesa Chigi Zondadari, le quali offrirono all'augusto ospite un elegante cofano racchiudente la bandiera più antica della Contrada, dono che il Principe gradì moltissimo. Accompagnavano le donne della Torre il Capitano della Contrada Conte Carlo Piccolomini ed il Vicario Don Carlo Biagi. Dopo di che il Principe si recò nuovamente in Prefettura, dove ricevé i rappresentanti del Partito Liberale, ed il Priore della Nob. Contrada del Nicchio, Dott. Federigo Passeri, il quale a nome della Contrada gli offrì un'artistica pergamena, opera pregevolissima dei pittori Papini e Brizzi.
Alle 16 il Principe si recò a visitare l'Università dove fu immatricolato studente onorario; quindi visitò l'Archivio di Stato e la Basilica di San Francesco; dopo di che si recò al Circolo degli Uniti per assistere al Palio. Magnifico, imponentissimo era l'aspetto della Piazza, gremita di pubblico. Fu calcolato che circa 4000 persone assistessero allo spettacolo. Sgombrata la pista il Principe si affacciò al balcone del Circolo, salutato da una lunga interminabile ovazzone.
Un plotone di 18 carabinieri a cavallo, comandati dal Tenente Umberto Gallone, fece a trotto il giro della pista, salutato dagli applausi della folla. Alle 18.30 al suono del campanone lo storico corteo fece il suo ingresso nel Campo nell'ordine seguente: Vessillifero del Comune (a cavallo); Trombetti e musici di palazzo; Rotellini di palazzo; Rappresentanti le terre soggette all'antico Stato Senese; Comparse delle Contrade partecipanti al palio: 1. Nicchio, fantino Eleuterio Salvucci d. Romboide; 2. Aquila, fantino Settimio Borgiani d. Titino; 3. Istrice, fantino Aldo Mantovani d. Bubbolo; 4. Civetta, Domenico Leoni d. Morino; 5. Pantera, fantino Guido Sampieri d. Fulmine; 6. Selva, fantino Angelo Serio d. Pirulino; 7. Oca, fantino Angelo Meloni d. Piccinetto; 8. Valdimontone, fantino Ottorino Luschi; 9. Tartuca, fantino Giulio Cerpi d. Testina; 10. Leocorno, fantino Edoardo Furi d. Randellone. Vessillifero del Magistrato delle Contrade; Porta insegna dei Terzieri: Città - San Martino - Camollia; Comparse delle Contrade non partecipanti al Palio: 1. Bruco, 2. Torre, 3. Drago, 4. Onda, 5. Giraffa, 6. Chiocciola, 7. Lupa. Paggio del Capitano di Giustizia; Capitano di Giustizia (a cavallo); Cavalieri con le imprese delle Contrade soppresse: Orso, Vipera, Quercia, Spadaforte; Paggi recanti festoni d'alloro; Carroccio adorno dell'insegna del Comune, delle bandiere delle 17 Contrade, e recante un banditore, 4 trombetti ed il palio - opera assai lodata del pittore Vittorio Giunti - da darsi in premio alla Contrada vincitrice; Gruppo di armigeri.
Il Principe s'interessò grandemente dello storico spettacolo, e più volte applaudì gli alfieri che eseguivano sotto di lui il caratteristico gioco delle bandiere. Il corteo sfilò ordinatissimo. Alle 19.40 un colpo secco di mortaretto annunziò l'uscita dei fantini dalla Corte del Podestà, fra la febbrile attenzione di tutti gli spettatori. Fra i canapi entrarono nell'ordine seguente: 1. Aquila, 2. Istrice, 3. Selva, 4. Montone, 5. Leocorno, 6. Oca, 7. Nicchio, 8. Civetta, 9. Tartuca, 10. Pantera.
Calato il canape partì 1° Leocorno, 2° Montone, 3ª Oca; alla Fonte il Montone entrava primo, mentre l'Oca veniva tenuta indietro a forza di nerbate dal Leocorno. Ai primi tre seguiva compatto un gruppo formato da Istrice, Tartuca e Selva, che stava per sorpassare il Leocorno e l'Oca, quando fra Casa Sansedoni e Casa Chigi cadde il cavallo dell'Istrice, facendo pure cadere quelli della Selva e della Tartuca.
La caduta dei tre migliori cavalli tolse molto interesse alla corsa, ed il Montone poté rimanere indisturbato primo per tutti e tre i giri. L'Oca poté passare il Leocorno soltanto al 3° giro alla pianata, in quanto fu da questo continuamente nerbata. La Pantera partita ultima nulla figurò. Il fantino del Nicchio cadde al 2° giro a San Martino, ed il cavallo si fermò. I cavalll della Selva e della Tartuca dopo la caduta si rialzarono e continuarono a correre per un giro, ma poi si fermarono. I fantini dell'Aquila e della Civetta si scambiarono molte nerbate.
Alla vincita arrivarono: 1° Montone, 2ª Oca, 3° Leocorno, 4ª Pantera, 5ª Aquila, 6ª Civetta.
La vittoria del Montone fu salutata dal più grande entusiasmo, ed il Palio fu accompagnato dallo sbandieramento di tutte le altre Contrade (eccettuata l'Oca) nel rione ove la gioia dei montonaioli e di moltissimi appartenenti anche ad altre Contrade si manifestò con canti, suoni e danze fino alle ore inoltrate della notte.
Dopo il Palio il Principe si recò in Prefettura, ove gli fu, dal Prefetto offerto un pranzo intimo. Alle 21.30 S.A.R. si recò al Teatro della Lizza per assistere alla rappresentazzone del "Rigoletto" data in suo onore, e ove si rinnuovarono per parte del pubblico le più clamorose manifestazioni all'ospite augusto. Alla metà del 2° atto il Principe lasciò il Teatro per recarsi al ricevimento offerto in suo onore dal Municipio nelle sale meravigliose del Civico Palazzo. Alle 23.30 l'Augusto Personaggio tornò alla Prefettura, ove gli era stato preparato uno speciale appartamento.
La mattina seguente il Principe accompagnato dal Sindaco, dal Prefetto e da altre autorità, si recò a visitare il Santuario di Santa Caterina in Fontebranda. Al principio di Via Benincasa erano a riceverlo il Governatore dell'Oca Prof. Arch. Bettino Marchetti, il Capitano Sig. Arturo Danielli unitamente a tutti i componenti il Seggio, il paggio maggiore e 4 paggi. Scendendo la costa Benincasa, adornata di arazzi e di bandiere, S.A.R. ricevé entusiastiche deliranti accoglienze.
Il Principe ammirò l'oratorio della Contrada e scese nella cantina della Santa. Poi passò nella Sala delle Vittorie dove gli venne offerta una bellissima pergamena dipinta dal Prof. Gottardi e con parole del Prof. Bellissima. S.A.R. ringraziò dell'omaggio e di propria voce concesse che il suo nome fosse iscritto fra i protettori dell'Oca. Apposta la firma nell'albo dei visitatori, passò a visitare l'altra parte della casa della Santa, che appartiene alla Confraternita omonima, ricevuto dal Priore Can.co Petrilli. Terminata la visita, S.A.R. risalì la costa della Nob. Contrada dell'Oca fra il getto continuo dei fiori e le acclamazioni della folla.
Dall'Oca il Principe si recò a visitare la Contrada vincitrice del Montone, dove fu accolto con una magnifica indimenticabile dimostrazione. Un numeroso gruppo di Suore della Carità, addette al vicino manicomio di San Niccolò, era schierato nel cortile della sede della Contrada ed acclamò entusiasticamente il Principe, che ringraziò sorridente e commosso. Nella Sala delle Vittorie della Contrada, dove era preparato un rinfresco, il Principe ricevé in dono da una fanciulla del popolo un magnifico mazzo di fiori; il Dott. Silvio Bonaiuti, Priore della Contrada, rivolse brevi parole a S.A. ringraziandolo dell'onore che aveva fatto alla Contrada con la sua visita ed annunziandogli che la Contrada stessa in segno di riconoscenza e di affetto lo aveva acclamato "Capitano Onorario".
Ad Ottorino Luschi, fantino vincitore, il Principe strinse con effusione la mano, rallegrandosi per la bella corsa da lui fatta. Accompagnato dal popolo plaudente, dallo sventolio delle bandiere, il Principe si recò a piedi a Porta Romana, da dove, salito in automobile, partì alla volta di Pienza, Montepulciano e Chiusi, e quindi per Roma. Alla sera nel rione del Montone si rinnovò la festa per la vittoria riportata. Anche nel rione della Torre ebbero luogo festeggiamenti popolari, rallegrati dal massimo entusiasmo.
Tornando alla corsa narrata per mezzo della cronaca del Griccioli, al primo giro erano caduti i fantini della Selva, dell'Istrice e della Tartuca. Quest'ultimi due riportarono serie conseguenze dalla caduta e dovettero essere ricoverati in ospedale. Al fantino dell'Istrice, Aldo Mantovani d. Bubbolo, furono riscontrate ferite e contusioni in varie parti del corpo, giudicate guaribili in otto giorni; il fantino della Tartuca, Giulio Cerpi d. Testina, fu giudicato con prognosi riservata per commozione toracica. Per fortuna, il giorno seguente le condizioni del Cerpi cominciarono a migliorare, tanto che il 14 luglio poté essere dimesso anche se non era completamente guarito. Il fantino della Contrada della Selva, Angelo Serio d. Pirulino, nella caduta riportò la frattura di una costola sinistra. Invece che allo spedale preferì essere condotto a casa di una sua sorella, dove ricevette le cure del caso.
Dopo il Palio, i proprietari dei cavalli che avevano corso per l'Aquila, Giordano Barbarulli, e per l'Istrice, Agostino Papi, scrissero al Comune una raccomandata con ricevuta di ritorno per lamentarsi del fatto che i rispettivi animali erano stati rovinati durante la corsa e per chiedere un risarcimento dei danni. Tra i cavalli rovinati vi fu anche quello della Pantera, barbero che aveva vinto i due palii dell'anno precedente. Si seppe poi - scrive Zazzeroni - che era stato dissolettato in uno zoccolo anteriore, sicché non poteva camminare liberamente e per questo non poté correre neanche d'agosto. Alcuni della Pantera avrebbero voluto menar le mani contro il fantino Fulmine, che, venduto all'Oca, aveva fatto ridurre il cavallo in quelle condizioni, ma il furbone, sebbene a stento, poté cavarsela ponendosi in mezzo ai Carabinieri.
Il 9 luglio, al fantino vittorioso, il Sotto-Ammiraglio Bonaldi, Governatore di S.A.R. il Principe Ereditario, tramite il Sindaco di Siena, aveva fatto pervenire in dono per incarico di Umberto di Savoia un prezioso spillo con l'Augusta cifra.
La Contrada del Montone festeggiò la vittoria domenica 4 agosto 1922 con la tradizionale cena nel proprio rione. La tavola a ferro di cavallo era stata disposta in Via dei Servi, e questa strada era illuminata con molto buon gusto con numerose lumiere a lampadine elettriche, mentre in fondo si alzava un grandioso prospetto a 3 arcate, pure illuminato a luce elettrica ed ornato con piante ornamentali. I banchettanti furono 270; al posto d'onore era il fantino Ottorino Luschi, al quale fu offerto un anello d'oro con le insegne della Contrada.