PROPOSTE PER UN PALIO A ROMA
Tra il 1910 ed il 1911 al Sindaco di Siena fu chiesto di adoperarsi affinché le Contrade esportassero il Palio a Roma, per uno spettacolo da tenersi in Piazza di Siena nella Villa Umberto I in occasione dell'esposizione internazionale del 1911.
Il manoscritto Griccioli riporta in allegato alle proprie cronache paliesche tutto il carteggio ed i documenti riguardanti la richiesta avanzata dal Cav. Quirino Billaud, esclusivo concessionario della gestione dei divertimenti – teatri – attrazione – giuochi – etc. per l’esposizione internazionale.
Sulla questione, che si trascinò per diversi mesi intervenne a sostegno delle pretese del Billaud anche la “Società di mutua assistenza fra i Senesi residenti in Roma”, mettendo in seria difficoltà l’amministrazione comunale, che fin dall’inizio si era opposta alla richiesta con la motivazione che “le Contrade Senesi, tolte dall’ambiente nel quale sono sorte e permangono, perdono tutte le loro attrattive e lo spettacolo del palio eseguito in altra località avrebbe tutti i caratteri di una corsa qualsiasi”.
Roma, lì 19 Agosto 1910 – Onorevole Sig.re Sindaco di Siena,
Mi permetta di distrarla pe un poco dalle sue molteplici occupazioni per rivolgerle una domanda, che spero sia seguita da una cortese risposta.
In virtù di regolare contratto il Comitato Romano per le Feste Commemorative del 1911 mi ha concesso l’esclusività delle attrazioni da presentarsi durante il tempo in cui l’Esposizione rimarrà aperta.
Fra le attrazioni io ritengo che la più importante sarebbe la “storica corsa del Palio” eseguita dalle Contrade senesi. La corsa potrebbe darsi in Piazza di Siena nella Villa Umberto I, una piazza vasta quanto quella della Lizza e adattissima per questo genere di spettacoli.
Prego, quindi, la S.a V.a Ill.ma, primo Magistrato di Siena, di dirmi se possono essere intavolate trattative perché il mio desiderio – che rispecchia quello della cittadinanza romana – venga appagato.
Colgo l’occasione, onorevole Signor Sindaco, per presentarle i miei rispettosi omaggi – Dev.mo – f.o Q. Billaud
Al foglio del 19 agosto 1910 fu risposto in maniera decisa:
Sig. Cav. Quirino Billaud – Gestione dei divertimenti, teatri, etc., per l’Esposizione Internazionale del 1911 in Roma – Siena, lì 22 Agosto 1910.
Ho esaminata la richiesta della S.V. contenuta nella nota contro distinta; ma sono spiacente doverle significare che a prescindere da ogni ragione d’indole finanziaria, ragioni storiche si oppongono in modo assoluto all’esaudimento del desiderio della S.a V.a inquantoché le Contrade Senesi, tolte dall’ambiente nel quale sono sorte e permangono, perdono tutte le loro attrattive e lo spettacolo del palio eseguito in altra località avrebbe tutti i caratteri di una corsa qualsiasi.
Con distinta stima – per il Sindaco – f.o Callaini
Il Cav. Billaud insistette nella propria richiesta con una nuova lettera:
Roma, lì 23 Agosto 1910 – On.le Signor Sindaco di Siena.
Grato della cortesissima sua del 22 corr. Mi permetto d’insistere nella domanda che ho avuto l’onore di presentare alla S.a V.a On.ma, sicuro come sono che la Corsa al Palio costituirebbe una delle migliori attrattive durante il periodo dei festeggiamenti del 1911.
Io che conosco la Corsa al Palio e l’ambiente in cui dovrebbe essere riprodotta, - l’immensa Piazza di Siena, a forma di circo o di arena, nella Villa Umberto I – non posso dividere la sua convinzione che, cioè, le Contrade senesi perderebbero, fuori di Siena, il loro carattere assumendo quello di una corsa qualsiasi.
La tradizione storica gloriosa, i costumi splendidi, la bravura dei gareggianti sono elementi che s’impongono e Roma non potrebbe che ammirare una gara a cui, benché lontana, ogni anno prende vivissima parte.
D’altro canto, quantunque la bella Siena possa vantare la floridezza delle sue condizioni economiche, la mia offerta potrebbe arrecare alle classi disagiate non lievi benefici, intendendo io di rilasciare a loro favore una percentuale dell’incasso, stabilito d’accordo con la S.a V.a On.ma.
Spero di ricevere un riscontro meno sconfortante e intanto mi abbia con ossequio – Dev.mo – f.o Billaud
Ma il Sindaco replicò alla lettera del Cav. Billaud, facendo presente che vi era persino una norma che vietava alle Contrade di effettuare corse fuori di Siena. E per il momento sembrò che la questione fosse chiusa.
Siena, lì 29 Agosto 1910 – Al Sig.re Cav. Quirino Bellaud
In replica alla sua del 29 corrente, non posso che confermare quanto ebbi a significarle con la precedente mia del 22 Agosto, dichiarandole altresì che anche una deliberazione di massima vieta l’effettuazione delle storiche corse fuori di Siena con l'intervento delle nostre Contrade. – Con stima – per il Sindaco – f.o L. Borghesi
Dopo diversi mesi pervenne al Sindaco di Siena la seguente petizione della Società di mutua assistenza fra i Senesi residenti in Roma:
Roma 9 Aprile 1911 - Ill.mo Sig.re Sindaco del Comune di Siena
Il Consiglio direttivo di questa Società, la quale, oltre al fine immediato del mutuo soccorso, si è prefisso quello più alto di tenere vivo, nella Capitale, lo splendore del nome di Siena e di favorire le relazioni morali ed economiche tra le due gloriose città, ritiene che indubbiamente sarebbero accresciuti l'importanza e l’interesse dei festeggiamenti che quest'anno si tengono in Roma, se vi si corresse il celebre Palio, e nella adunanza del 7 corrente ha deliberato di rivolgere in proposito formale istanza a cotesta On.le Amministrazione Comunale.
A Siena ne verrebbe ammirazione dai mille e mille che verranno in Roma, anche d’oltr’Alpe, per il sublime spettacolo ch'Essa ha saputo conservare attraverso i secoli; a Siena ne verrebbe lode da tutti indistintamente per la grandezza della sua partecipazione alla patriottica esultanza di questi momenti.
E vantaggi economici ancora Siena ne ritrarrebbe perché quello del Palio non è spettacolo che sazi, e molti cui erano ignoti e lo splendore e la grandezza, o che li ritenevano esagerati dal campanilismo, vorranno tornare ad ammirarlo nel suo storico ambiente.
Né mancheranno qua le tradizionali passioni per la lotta delle contrade, né gli entusiasmi per la vittoria dell’una o dell’altra; che molti sono i Senesi residenti in Roma, e il vessillo dell’Oca porta i colori di quella Unità il cui compimento oggi festeggiano.
Nella speranza che i voti della colonia Senese in Roma saranno presi nella debita considerazione da codesta On.le Rappresentanza cittadina, credo opportuno far noto fin d’ora che questo Consiglio direttivo si offre di interporsi per gli opportuni accordi presso l’apposita Sezione del Comitato dei festeggiamenti, il quale si ha motivo di ritenere non solo accoglierebbe con entusiasmo il nostro desiderio, ma sarebbe altresì disposto a sostenere le spese relative.
Rispettosi ossequi – Il Presidente – f.o Marsili
Il Sindaco di Siena fece pervenire alla Società la seguente risposta:
Siena 19 Aprile 1911 – All’Ill.mo Sig.re Presidente della Società di Mutua Assistenza tra i Senesi in Roma.
Malgrado il vivo desiderio di secondare il voto che cotesta Spettabile Associazione, con intendimenti nobilissimi, ispirati all’affetto verso questa Città, ebbe a formulare di cui V.a S.a Il.ma si è resa così caldo interprete, quest’Amministrazione (come già ebbe occasione di significare al Sig.re Cav. Billaud concessionario degli spettacoli da darsi in Roma durante le feste commemorative del 1911) non crede di dover consentire che venga costà effettuata una corsa del palio.
È infatti stato stabilito dal Magistrato delle Contrade ed è consuetudine costantemente seguita da secoli, che le comparse delle Contrade stesse, negli storici loro costumi, non debbano uscire da Siena. Soltanto in occasione del pellegrinaggio alla tomba del Re Vittorio Emanuele II avvenuto nel 1884 e nella circostanza dei funerali del compianto Re Umberto I le Contrade inviarono a Roma una rappresentanza, ma tale rappresentanza era costituita dai soli paggi e si trattava di manifestazioni che non richiedevano alcun preparativo e che nulla avevano a che fare col tradizionale spettacolo.
A V.a S.a Ill.ma, del resto, ed agli egregi appartenenti all’Associazione da Lei meritatamente presieduta, sarà facile, come Senesi, intendere le ragioni di questa consuetudine. Non soltanto le Contrade sono e debbono rimanere istituzioni tutte proprie della nostra Città, ma, tolte dalla loro sede naturale, dalle vie e piazze cui si ricollega la loro storia gloriosa e che per lo stile antico rigorosamente conservato formano loro adatta e degna cornice, possono perdere con facilità il loro carattere ed apparire una semplice riproduzione di costumi antichi, in modo da essere apprezzate più dal lato coreografico, che non per la tradizione storica cittadina che le rende a noi tanto care. Cosicché un palio effettuato fuori del Campo, in un ambiente che manca di vetusti palazzi da cui proviene una imponente severità, dinanzi ad un pubblico che in massima parte non conosce a fondo le origini e le caratteristiche dello spettacolo, non differirebbe soverchiamente dalle corse di cavalli con fantino che in ogni Città e specialmente a Roma così spesso si effettuano e darebbe una ben pallida idea di ciò che sia in realtà, tanto da suscitare scarsissimo entusiasmo e giovare ben poco, se non nuocere, alla fama che lo spettacolo stesso ha acquistata.
A ciò è da aggiungere che anche il Comitato per l’Esposizione di Torino aveva fatte caldissime premure per un palio da effettuarsi in quella Città, ma quest’amministrazione dette già risposta negativa.
Io spero che le suesposte ragioni saranno trovate giuste da V.a S.a Ill.ma e dagli egregi ascritti all’Associazione, e coll’augurio di potere in altra occasione far loro cosa grata, le rassegno i sensi di distinta stima ed ossequio. – Il Sindaco – Bianchi-Bandinelli
A proposito della richiesta di esportare il Palio a Roma, il giornale “La Vedetta Senese”, nel numero del 1-2 luglio, pubblicava il seguente commento:
Le Contrade a Roma
Essendosi in questi giorni accesa una viva polemica intorno alla opportunità o meno che le nostre Contrade aderiscano agli entusiastici ed ospitali inviti che da molto tempo loro ripetutamente pervengono di partecipare in vario modo, e perfino con l’intero palio, alle feste commemorative di Roma, crediamo doveroso esprimere il nostro parere sull’importante e delicato argomento.
Fra gli elementi che conferiscono al Palio di Siena le qualità estetiche che suscitano la generale ammirazione, sono da considerare l’ambiente materiale e quello morale in cui quella festa si svolge.
Tale caratteristica piazza del Campo con la sua corona di palazzi medioevali, in perfetto accordo con i costumi delle Contrade, ed il fatto che non si tratta di una riproduzione artificiale di un antico spettacolo, ma di una vera tradizione popolare, per la quale le Contrade, persone giuridiche tuttora viventi, agiscono secondo le loro consuetudini, in presenza del popolo stesso che costituisce la loro essenza demografica e sotto la direzione del Magistrato comunale, davanti alla sua storica residenza, mentre dall’alto della Torre del Mangia partono i solenni rintocchi del Campanone, che risuonarono per secoli a celebrare tutti i fasti ed i nefasti della Città di Siena.
Togliere il palio da questo suo naturale ambiente morale e materiale equivarrebbe a ridurlo a uno spettacolo coreografico qualunque, in cui resterebbe grandemente diminuito l’effetto estetico e suggestivo che a Siena lo rende ammirevole.
Tuttavia è ragionevole ammettere che talvolta le Contrade possano (senza riprodurre il Palio) partecipare con la loro rappresentanza a pubbliche cerimonie che si svolgano anche fuori di Siena, portandovi l’elemento caratteristico delle loro storiche insegne e di alcuni dei loro antichi e pittoreschi costumi, non facendosi mezzo e strumento di pubblico spettacolo, ma assumendo la rappresentanza decorativa e solenne della città stessa, facente degna corona al gonfalone glorioso del nostro Comune.
È perciò che noi non esitiamo ad approvare la deliberazione presa dal Magistrato delle Contrade di inviare le insegne dei Terzieri e i Paggi Maggiori al seguito del gonfalone e dei trombetti del Comune alla inaugurazione del padiglione toscano, che sarà prossimamente celebrata in Roma, alla presenza dei Sovrani e di tutte le rappresentanza ufficiali delle città e province della regione: tanto più che l’ambiente del padiglione da inaugurarsi, specialmente nella sezione senese, armonizza perfettamente con i costumi delle Contrade senesi.