La prova di sabato fu vinta dalla contrada del Montone, il cui cavallo scappato terzo passò ben presto le due contrade che aveva avanti, Torre e Civetta, mantenendosi quindi primo fino alla vincita.
Il cavallo dell'Oca che aveva già raggiunto il cavallo del Montone quando questi era ancora terzo, cadde al materazzi di S. Martino.
Il fantino della Torre cadde alla voltata del Casato, ma, rimontato prestamente a cavallo, riprese la corsa giungendo terzo alla vincita.
La prova d'ieri mattina, detta la provaccia, fu molto combattuta fra le contrade Istrice e Civetta, due delle poche che realmente corressero, sorpassate all'ultimo giro dal cavallo dell'Oca che fece una volata alla salita del Casato rimanendo vincitore della prova.
Alle ore 16,30, quando la pista di piazza V. E. venne resa libera, cominciò lo sfilamento del corteo, che, malgrado fosse ristretto alle sole dieci contrade partecipanti alla corsa, riuscì abbastanza imponente ed ordinatissimo.
I congressisti della Dante Alighieri, riuniti nel palco dei Casino degli Uniti applaudirono calorosamente al passaggio del Gonfalone di Siena, applausi che si ripeterono al passaggio della comparsa della contrada dell'Oca, la quale come ognuno sa porta i colori della bandiera nazionale, ed al passaggio dello storico Carroccio.
Terminato lo sfilamento del corteo e portato il Palio nel palco dei giudici venne dato il segnale della corsa.
Alla mossa il cavallo della Chiocciola rimase fuori dei primo canape, mentre tutti aspettavano che vi entrasse di galoppo, come sempre fanno gli ultimi chiamati.
Tuttavia nel palco dei giudici venne issata la bandiera bianca e così la mossa venne dichiarata buona e continuò la corsa.
Scappò subito primo il Montone seguito dalla Pantera, dalla Torre, dall'Istrice, dal Nicchio e dall'Oca. Quest'ultima che aveva un cavallo che per la salita del Casato sembrava volasse, si era notevolmente avvantaggiata; ma giunta ad cosiddetto Chiasso del Bargello, subito dopo la salita del Casato, si trovò stretta contro i palchi dalle contrade che la precedevano e cadde.
La caduta dell'Oca giovò al Montone per allontanarsi maggiormente dai cavalli della Torre, della Pantera e del Nicchio che la seguivano, e giunse primo alla vincita, in mezzo agli applausi ed alle grida di tutta la Piazza.
Il bellissimo Palio che porta in mezzo in testa di Dante Alighieri al naturale, maestrevolmente dipinta dall'egregio Loli-Piccolomini, venne così consegnato ai rappresentanti della contrada del Montone, mentre tutte le contrade partecipanti alla corsa, ed anche alcune di quelle che non corsero, come l'Aquila, il Drago, la Lupa e la Selva, spiegarono le bandiere per salutare la contrada vincitrice.
Nel rione della contrada del Montone, presso porta Romana, venne subito fatta una illuminazione, sia nella via principale come nella chiesa, mentre i popolani, rallegrati da una musica cittadina, improvvisarono delle danze, offrendo con la loro abituale cortesia da bevere agli innumerievoli visitatori.
Fra questi si notarono moltissimi congressisti con le loro signore, che rimasero lietamente meravigliati e soddisfatti dall'entusiasmo e dalla cortese ospitalità dei nostri popolani.
La festa del Montone si protrasse sino alle 23, ora in cui, con la musica alla testa, quei popolani si recarono a far visita a quelli della contrada della Torre, che offrirono uno squisito rinfresco.
Ieri sera, dopo corso il Palio, parecchi torraioli, malcontenti perchè il fantino della Pantera aveva nerbato quello della Torre durante la corsa, per impedirgli di passare avanti, si recarono nel rione della Pantera a protestare, dando luogo a lunga pubblicità.
Intervennero alcuni agenti di P.S. che riuscirono a ristabilire il buon ordine.