La esecuzione di questo Palio provocò gravi contrasti fra i diversi partiti politici del momento e quando ormai la maggioranza fu favorevole, si arrivò a sofisticare sulla data. Il Consiglio Comunale aveva stabilito che fosse corso il 20 settembre; la Società delle feste, invece, appoggiata dai clericali, pretendeva che avesse luogo il 22 dello stesso mese.
Dopo lungo dibattito la cosa fu composta e la corsa del Palio fu fissata per il 22 settembre, conforme il desiderio espresso dalla Società dei festeggiamenti corrispondente al voto manifestato dai seggi delle Contrade e dal pubblico, che presentò un memoriale firmato da circa millecinquecento cittadini. Però "l'uomo propone e Dio dispone!".
Non fu appagato nè il desiderio del Consiglio Comunale nè quello degli altri. Una pioggia dirotta, caduta nelle prime ore del pomeriggio del 22 settembre, ridusse la pista impraticabile, tanto che fu indispensabile rinviare la corsa al giorno dopo.
Ma il tempo, ormai guasto, minacciava sempre di piovere ed allora fu disposto di anticipare la esecuzione dello spettacolo, che ebbe inizio alle ore 13, e dopo un'ora circa fu effettuata la corsa.
Mentre calava il canape, la Chiocciola, per la eccessiva fretta di partire, vi urtò e cadde, ostacolando la Lupa, che, con un buon cavallo, non potè guadagnare terreno e rimase sempre in cattiva posizione.
Partì primo il Leocorno, il quale, a S. Martino, ove la Torre rotolò a terra, fu oltrepassato dall'Istrice; al Casato il Leocorno fu raggiunto e lasciato indietro anche dalla Tartuca, che tentò contendere all'Istrice la vittoria, ma inutilmente, ché l'Istrice stesso, distanziatosi di gran lunga dalle altre Contrade in corsa, indisturbato conquistò l'auspicata vittoria.