Agosto 1890: cappotto!
Continuiamo a ripercorrere le carriere di un secolo fa che videro il Drago vincere ben tre volte.
Terza ed ultima puntata della nostra rievocazione del “cappotto con la fodera”. A distanza di cent'anni riviviamo le vicende del terzo “cencio” consecutivo arrivato in Camporegio.
I PRELIMINARI: Ci eravamo lasciati dicendo che i Dragaioli andarono in tutta tranquillità ad assistere all’estrazione a sorte delle Contrade, che ebbe luogo il 24 luglio e fu presieduta dall’assessore Cav. Zunini. Correvano d’obbligo Leocorno, Selva, Onda, Bruco, Nicchio, Istrice e Aquila. Il rappresentante del Valdimontone estrasse la Giraffa, quello della Tartuca l’Oca, quello della Pantera estrasse, all’ultimo posto utile, il Drago.
In quella riunione i rappresentanti delle Contrade chiesero che si corresse il Palio il giorno 17, in quanto Domenica, ma l’Autorità Comunale, saggiamente, rifiutò la richiesta.
LA TRATTA: Le prove e la consegna dei cavalli ebbero luogo secondo costume il giorno 13; furono presentati 24 soggetti che vennero così assegnati alle dieci Contrade:
Ord - Num - Manto cavallo - Padrone cavallo - Contrada
1 - 5 - Sedan, sauro - Merlotti Savino - Giraffa
2 - 10 - Saura - Becciolini Angelo - Leocorno
3 - 8 - Grigia ferro - Bianciardi Giulio - Nicchio
4 - 7 - Baia - Sampieri Genesio - Bruco
5 - 2 - Storna - Muzzi Marcello - Selva
6 - 6 - Carbonello - Borgogni Silvano - Aquila
7 - 3 - Farfallina - Boscagli Galgano - Drago
8 - 4 -Baia zaina - Sampoli Domenico - Oca
9 - 9 - Saura - Vallesi Carlo - Istrice
10 - 1 - Vescovado - Borgogni Savino - Onda
Al Drago era quindi toccata la cavalla Farfallina, che di luglio aveva corso nella Chiocciola ed era reputata un ottimo soggetto. All’Onda toccò il vecchio ma sempre bravo cavallo già dei fratelli Bruni di Vescovado, vincitore a luglio nel Drago, che per la prima volta compare negli elenchi Comunali con il nome proprio di Vescovado. Buono era il cavallo dell'Aquila, così come la cavallina dell’Oca, già di proprietà del Marchetti, vincitrice nei Palii del luglio 1888 e 1889, nonchè del Palio degli scossi del 1889 nel Drago. Il cronista ci dice che però non era più nelle buone condizioni di un tempo. Discreti erano reputati i cavalli dell’Istrice e della Giraffa, cattivi gli altri.
LE PROVE: Molto densi di avvenimenti furono i giorni di questo Palio. Per il giorno 16 era infatti prevista l'inaugurazione della Sala monumentale Vittorio Emanuele II del Palazzo Comunale, a cui avrebbe presenziato, quale rappresentante del Re Umberto I, S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d'Aosta.
Giovedì 14 fu fatta una grande fiera alle Logge del Papa per finanziare la realizzazione del busto in bronzo a Vittorio Emanuele. Venerdì 15 ci fu una grande tombola alle ore 17 in piazza del Campo, sempre per finanziare il Busto del Re e la costruzione dell’asilo-laboratorio per i ciechi (per la cronaca la cinquina era di £.100 e la tombola di £.400), poi la Prova Generale ed infine alle 20,30, sempre in Piazza, l'accensione di una macchina pirotecnica dei fratelli Papi di Roma. Per quanto riguarda le prove del Palio la prima e la seconda furono vinte dal Drago, la terza dall’Onda, e ancora il Drago nella quarta. L’Aquila vinse la Prova Generale e l’Oca la provaccla.
LA CARRIERA: A questo Palio, come già detto, assistè dalla terrazza del Circolo degli Uniti S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta, e per questo motivo il bandierino dell’arrivo fu trasferito dalla mossa a Fonte Gaia. Il Palio fu quindi uno dei più lunghi della storia!
Il Duca d’Aosta era giunto a Siena alle ore 10,20 (molto preciso su questo punto uno dei nostri due cronisti) per presenziare all’inaugurazione prevista (e qui i nostri cronisti non concordano) per le ore 11 o le ore 12. Comunque di sicuro il Duca presenziò anche allo scoprimento del busto a Vittorio Emanuele, alle ore 13, alle Logge di Piazza Indipendenza.
Il Palio fu corso alle ore 18, ed il Corteo, per l'illustre presenza, fu, come nel 1887, più ricco del solito, sia per il numero dei figuranti che per la presenza di un magnifico Carro Trionfale della Società il Risorgimento del carnevale di Camollia. Nel libro dello Zazzeroni si dice che questo Carro piacque moltissimo al Duca, mentre invece la corsa fu bruttissima. Possiamo immaginare che l'opinione dei Dragaioli fosse esattamente all’opposto!
Le Contrade andarono al canape (e si vedrà che non fu cosa semplice per quel Palio) con questi fantini:
Leocorno: Pietro Fantacci detto Birichicchi
Selva: Leonida Gianni detto Leone
Onda: Giuseppe Noci detto Beppino
Bruco: Vincenzo Terzuoli detto Tagatta
Nicchio: Genesio Sampieri detto Moro
Istrice: Antonio Salmoria detto Leggerino
Aquila: Girolamo Menichetti detto Girolametto
Giraffa: Ulisse Betti detto Bozzetto
Oca: Ansano Giovannelli detto Ansanello
Drago: Francesco Ceppatelli detto Tabarre
Mossiere era ancora il Sig. Giuseppe Valteroni. Quando i figuranti ebbero preso posto sul loro palco, uscirono i cavalli dall’Entrone, mai fantini, ritenendo che potesse essere data la mossa per sorpresa come nel luglio 1887, quando si riebbero i Reali ad assistere al Palio, appena voltato il Casato misero i loro cavalli in carriera, gettando in terra il Brigadiere delle Guardie Municipali Menichini e la Guardia Scelta Pallai, che con altre guardie (più leste a scansarsi, però) stavano davanti ai cavalli per scortarli al canape. Però i canapi erano già tesi, e sei o sette cavalli (di sicuro Drago, Oca, Onda, Aquila, Leocorno e Selva) vi urtarono con forza, tanto da romperli ambedue, anche se solo il fantino del Leocorno cadde pochi passi dopo la mossa senza però farsi alcun male, mentre Oca, Onda, Drago e Aquila continuarono a correre per almeno un giro nonostante lo sparo del mortaretto che segnalava la mossa non valida.
Fatti rientrare nell’Entrone, tirati di nuovo i canapi, tornarono alla volta della Mossa a stento trattenuti dalle Guardie, ma quando ancora solo quattro cavalli si trovavano dentro ai canapi quello dell’Onda “fatto un lancio” sbattè nel primo canape, cadendo e trascinando con se il fantino, che rimase al suolo privo di sensi, tanto da dover essere subito portato all'Ospedale dove rimase in cura tre giorni per le contusioni riportate alla testa. Cosa che oggi non potrebbe più accadere, all’Onda fu consentito di correre con il cavallo scosso, che pur essendo uno dei migliori non figurò per niente.
Data finalmente la mossa valida, partì per primo il Drago, seguito dall’Aquila, dopo uno scambio di nerbate il Drago, trovandosi all’interno, consolidò rapidamente la sua prima posizione, che mantenne per tutta la corsa, realizzando così il cappotto”. L'Aquila rimase sempre in seconda posizione, anche se l’Istrice, al terzo giro al Casato, si fece sotto minacciosamente, ed all’arrivo il Drago superava l'Aquila per poco più della metà del cavallo, con l’Istrice anch’esso a brevissima distanza. Quarta giunse la Giraffa.
I Deputati allo Spettacolo furono il Sig. Giuseppe Lunghetti ed il Nob. Giulio Grisaldi del Taja (Dragaiolo, come sappiamo); Giudici della Vincita i Sig.ri Dante Sapori, Sabatino Soldatini e Riccardo Brogi. Capitano e Priore del Drago erano, ovviamente, il Conte Federico Raffa Spannocchi e Patrizio Chiusarelli.
LA FESTA: La vincita di questi due Palii costò complessivamente 5.500 lire, e le due vittorie furono solennemente festeggiate Domenica 31 agosto con una pubblica festa in piazza Pianigiani (ora Matteotti) e con un banchetto in Camporegio. La Commissione organizzatrice dei festeggiamenti era composta da Evangelista Lorenzetti, Raffaello Grassi, Ettore Lapi, Vittorio Grassi, Oreste Chelazzi, Giovanni Inglesi e Alfredo Guerri.
DOPO IL PALIO: Dai documenti conservati nell'Archivio Comunale questo Palio risulta indubbiamente essere stato molto caldo. Il Capitano dell’Oca Bichi Borghesi protestò con lettera al Sindaco denunciando l’abbandono del posto, da parte del fantino del Leocorno “con certo animo di nuocere alla Contrada dell'Oca” avendo preso la briglia del cavallo per impedirgli una favorevole partenza, e chiedendo di prendere provvedimenti allo scopo di evitare attriti o serie conseguenze. Ma il Sindaco e i Consiglieri Municipali andarono ben oltre, ed in data 17 agosto (i tempi della giustizia paliesca non erano proprio quelli odierni!) con provvedimento d’urgenza squalificarono per un palio tutti e dieci i fantini, per aver spinto i cavalli a gran velocità avanti che il Mossiere avesse dato il relativo segnale.
La squalifica fu scontata il giorno stesso, in quanto la stagione paliesca, dopo i Palii di luglio ed agosto, ebbe un’ulteriore appendice costituita dalle corse alla romana, che si tennero in piazza del Campo, come abbiamo già detto, il giorno 17.
Questa volta la sorte non fu benigna, in quanto il Drago non fu tra le nove Contrade sorteggiate. Peccato, perchè a quel punto, certamente, si sarebbe vinto anche quell’altro!