Palio dell'Assunta
di domenica, 16 agosto 1874

Cavallo: Storno di Ludovico Pisani.

Fantino: Angiolo o Angelo Romualdi detto "Gilocche" o "Girocche".

Capitano: Giov. Carlo Concialini.

Priore: Gerolamo Pippi.

Contrade partecipanti: Selva, Giraffa, Civetta, Drago, Aquila, Nicchio, Valdimontone, Chiocciola, Torre, Oca.

Chiamate le contrade alla mossa e caduto il canape, uscirono primi il Drago e l'Aquila che prese la testa.

Il Drago venne superato anche dalla Torre e così rimasero per un giro.

Al secondo giro l'Oca che aveva guadagnato diverse posizioni e tentava di farsi sotto, a San Martino cadeva rovinosamente, mentre il Drago superata nuovamente di slancio la Torre, si portava a ridosso dell'Aquila ed al Casato la passava di forza mantenendosi in testa fino al bandierino.

Mossa bellissima carriera molto garosa scapparon primi Aquila, e Drago e l'altre quasi tutte in complotto.

L'Aquila si mantenne prima per due girate, che fu passata dal Drago, e poi fu passata dalla Torre, e si era accostata al Drago ma non gli passò mai, la Torre ebbe del contrasto col Nicchio e altre Contrade.

L'Oca cadde alla seconda girata in faccia al Palazzo Sansedoni.

Nell'adunanza dei rappresentanti delle contrade per il completamento del numero delle dieci che dovevano partecipare al Palio, dal Rappresentante dell'Unicorno fu chiesto che venisse imbossolata anche questa contrada sebbene avesse dichiarato nel verbale di nomina degli «Ufficiali del Seggio» di non prendere parte alla corsa.

Tale richiesta fu mandata a partito, ma per due volte riportò voti pari. Il Sindaco definì la questione con l'ammissione.

Con l'occasione però fu stabilita la norma di vietare, da qui innanzi, la partecipazione alle corse a quelle Contrade che avessero dichiarato in precedenza di non parteciparvi.

3 agosto 1874: abolito il Palio alla lunga

Pillole quotidiane di storia senese di Maura Martellucci e Roberto Cresti

Il 3 agosto del 1874 la Giunta Municipale ratifica la delibera (datata 30 luglio) con la quale viene abolito il palio alla lunga. Sin dal medioevo il 15 di agosto, per onorare la Madonna Assunta, per le vie della città era uso correre un Palio alla lunga a cui partecipavano nobili e cavalieri. La corsa, che rientrava a pieno diritto nei festeggiamenti di mezz'agosto, è attestata fin dagli anni 30 del Duecento anche se fino al Trecento occupava un ruolo marginale nei festeggiamenti organizzati per l'Assunta.

Il Palio alla lunga non veniva disputato tra i rioni cittadini, ma il drappo andava in premio al proprietario del cavallo vittorioso (fosse o meno montato da un fantino: spesso il Palio alla lunga veniva disputato da cavalli scossi).

In origine la mossa era a Fontebecci e solo dal tardo Cinquecento fu spostata prima fuori porta Romana (tra l'osteria del Pavone e la chiesa di Valli) e poi presso il monastero di Santa Maria degli Angeli, ovvero "Il Santuccio". L'arrivo, invece, è sempre stato davanti al sagrato del Duomo e il drappellone veniva appeso alla colonna con la lupa.

Nel corso dei secoli, però, il Palio alla lunga diviene desueto, soppiantato da quello alla tonda che si faceva in Piazza e aveva due grandi pregi: il popolo poteva assistere e godere dell'intera corsa, mentre i governanti, dal canto loro, proprio perché il popolo stesso era radunato tutto in Piazza del Campo, potevano tenere meglio sotto controllo eventuali risse e schermaglie.

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