In questo giorno fu rimesso il Palio che doveva essere corso l'anno passato, discreta mossa, e Palio garoso.
Il Drago chiappò la Tartuca, e si gettarono giù da cavallo, scambievolmente, e cominciarono a nerbarsi in terra, vi prese parte qualcuno del popolo, e allora intervenne la Forza Pubblica, e separarono i combattenti, e arrestarono qualche persona.
Il Palio fu molto contrastato all'Onda dall'Istrice, che fu seconda.
Alberto Comucci, a commento di questa corsa scrive: «Le manifestazioni politiche avevano preso proporzioni allarmanti tanto che si credè necessario fino da qualche anno di adottare il provvedimento di ripartire i figuranti in gruppi a seconda della specie, Alfieri, Tamburini ecc.. cosi facendo si eliminava la causa alle ovazioni ed alle disapprovazioni alle bandiere i cui colori potevano destare sentimenti favorevoli od ostili.
Alla domanda inoltrata dalle Contrade diretta ad ottenere il ripristino dell'antica consuetudine e cioè che ogni singola Contrada dovesse avere la propria Comparsa completa, la R. Prefettura con Offiziale 27 Giugno 1856 notificava che quella domanda non era stata accolta.
Il gruppo dei Fantini montati sui cavalli di comparsa detti «assi» o come suol dirsi comunemente «soprallassi» continuò per molto tempo.
Cessò pochi anni prima del termine del secolo XIX; mentre le Comparse si ricostituirono in gruppi per Contrada fino dalla caduta della Casa di Lorena (1859)».
Infatti durante questo Palio il pubblico dimostrò apertamente contro la Tartuca a causa dei colori della bandiera di questa Contrada, giallo e nero, colori che coincidevano con quelli della bandiera austriaca.
Forse non era stato un atto di buona politica per la Tartuca l'aver ripreso questi colori dopo il ritorno di Leopoldo II e subito dopo il Palio del 2 Luglio 1849 (la Tartuca aveva sostituito il nero con il bianco in occasione della Festa Nazionale tenuta in Siena il 26 settembre 1847, cosa questa che aveva provocato dimostrazioni di entusiasmo).
Ritornando a questo Palio, dove la Tartuca era stata favorita dalla sorte con un cavallo che avrebbe potuto vincere, Alberto Comucci riferisce una notizia di particolare importanza che dimostra che la Tartuca non aveva alcuna possibilità di vittoria; una notizia raccolta dalla viva voce di: «Savino Merlotti che abita fuori Porta S. Marco che conta ora 84 anni di età (marzo 1932).
- Tra il Bianchini (Francesco Bianchini, fantino della Tartuca) ed il Partini (Donato Partini, fantino del Drago) precedentemente eransi messi d'accordo di compiere quella scenata inquantochè erano state offerte venticinque monete da spartirsele a parti uguali non appena fosse avvenuto il fatto.
I denari furono depositati nelle mani di Giovanni Merlotti padre di Savino che ci riferì quanto abbiamo narrato, ed a Nanni tenutario della somma gli fu regalata una moneta (£ 5.60) ».