A proposito dell'assegnazione dei cavalli alle Contrade per questo Palio, secondo le cronache del tempo nacque un grave incidente fra le Contrade dell'Istrice e della Tartuca, che, insieme alle altre dell'Aquila, Giraffa, Lupa, Montone, Nicchio, Onda, Pantera e Selva, vi parteciparono.
Assegnati già i primi otto cavalli ne rimanevano ancora disponibili due: uno ottimo, l'altro pessimo, che la sorte doveva attribuire all'Istrice e alla Tartuca, ancora rimaste in attesa. Compiutasi la nona operazione fu detto che il cavallo migliore era toccato alla Tartuca.
Gli istriciaioli presenti protestarono, volendo dimostrare che il cartellino estratto recava il nome della loro Contrada e non quello della Tartuca. Pretendevano, quindi, quel cavallo ad ogni costo. La discussione non fu nè breve nè serena: finalmente, però, il barbaresco della Tartuca riuscì a prendere in consegna il cavallo, che si diceva spettare alla sua Contrada, e lo condusse alla stalla, in via delle Murella.
Tuttavia gli istriciaioli non si dettero per vinti. Ricorsero al valido patrocinio del sig. Belisario Bulgarini, Provveditore del Magistrato di Biccherna, abitante e protettore della loro Contrada. Per consiglio ed influenza di costui il Generale Auditore dispose che alcuni dei suoi agenti andassero, nella notte, a ritirare il cavallo preso dalla Tartuca. E gli agenti, eseguendo l'ordine ricevuto, si portarono alla casa del barberesco della Tartuca e gli ingiunsero di seguirli alla stalla della Contrada. Quivi ritirarono il cavallo da lui ricevuto la mattina all'assegnazione dei cavalli, e gli lasciarono l'altro dell'Istrice, cui, poi, passarono il primo.
Contenti del felice esito della loro protesta, gli istriciaioli affidarono al fantino Mattio Mancini detto Bastiancino le sorti della loro vittoria, che, ormai, con un cavallo tanto bravo non poteva essere che certa. Infatti Bastiancino, evitando ogni pericolo ed ogni contrasto alla mossa, partì primo e tale si mantenne per tutta la corsa, che vinse di mezzo giro rispetto alle altre Contrade in lizza.