Per questo Palio d'agosto la Tartuca, nell'adunanza del 26 luglio presieduta dal nuovo Priore Giovanni Matteo Bozzoli appena eletto, nominò dunque come Deputati per la richiesta dell'autorizzazione Giovanni Santi Becattini e Giuseppe Santini, ma poiché erano necessarie anche altre persone per l'organizzazione della "cavalcata" e per mettere in Piazza per detta corsa gli stecconi e per poi porli sul luogo furono scelti Giuseppe Sabissi e Giuseppe Chiappini. Per costruire un carro spettacolare per la festa furono invece incaricati Antonio Vignali, Niccolò Nasoni, Jacomo Alcesti e Giuseppe Cristofani. Capitano, per così dire straordinario, fu Michele Monsù "Bidello de' Todeschi".
Nell'entusiasmo generale fu anche esaminata la proposta di tal Giuseppe Casini che in cambio di metà del palio vinto a luglio avrebbe prestato un cavallo alla Contrada per partecipare alla corsa "alla lunga" del 15 agosto, con le spese di mantenimento dell'animale a carico però della Contrada, ma la proposta non fu accettata.
In data 3 agosto i Deputati della Tartuca informavano così la Biccherna che la loro Contrada, in dimostrazione dell'allegrezza per la vittoria di luglio, ha deliberato far correre nella pubblica Piazza dall'altre Contrade un premio di scudi quaranta moneta.
Il 16 la Tartuca fece quindi ricorrere il Palio in Piazza, autorizzata dalla Balia nonostante "lo scorruccio" delle autorità per la recente morte del Principe Ferdinando, marito di Violante Beatrice di Baviera, che lasciò vacante per alcuni anni il trono di Toscana. I tartuchini Camillo Borghesi, Fulvio Maria Buonsignori, Annibale Savini e Gio. Batta Alberti furono i Deputati della Festa, nonché Giudici dell'Arrivo, e Antonio Bellanti e Niccolò Gori Pannilini i Giudici della Mossa.
Solo dodici Contrade parteciparono e il caso volle che la carriera fosse vinta proprio dall'Onda, mentre Chiocciola, Torre e la stessa Tartuca, che ovviamente non correva, ebbero un premio per la bella comparsa. Il 20 agosto furono consegnati li scudi quaranta al Magnifico Giuseppe Sorri Kamarlengo della Contrada dell'Onda come risulta dagli atti conservati nell'Archivio Comunale.
Del carro della Tartuca si ha la seguente descrizione: "rappresentò in un carro di Trionfo le Ninfe d'Arbia vagamente vestite di colori delle diciassette Contrade, che dalla Giustizia, e dalle Virtù compagne della Giustizia, venivano animate alla vittoria col seguente sonetto [...]"
Il caso del Palio fatto ricorerre dalla Tartuca, cioè da una Contrada, esclude che in queste occasioni ci fosse un bacile da restituire e un drappo dipinto con l'immagine della Madonna di Provenzano e con le armi dei Deputati della Festa, ma più semplicemente il solo denaro contante. Nella contabilità della Tartuca non compare infatti nessuna spesa per la pittura di un drappellone.