Cavallo: morello della razza del Citerni di proprietà del fornaio di S. Martino; fantino: Giuseppe ... detto "Giuseppone"; capitano: Giovanni Carlo Mugnaini o Mugniaini / Antonio Bani (?); contrade partecipanti: Bruco, Chiocciola, Drago, Giraffa, Lupa, Nicchio, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre.
Su tredici contrade iscritte, però, corsero solo in undici, in quanto la Civetta si ritirò e il Valdimontone non fu ammesso per non aver regolarizzato la propria iscrizione, pagando la tassa di noleggio del cavallo.
Stando alle memorie raccolte da Alberto Comucci (attingendo direttamente a piene mani, dalle verbalizzazioni della Contrada di Fontebranda), trascritte da Antonio Zazzeroni e citate ripetutamente da Alessandro Falassi, il drappellone, offerto dalla Contrada organizzatrice, era in stoffa bianca e verde (i colori dell'Oca), e in sostanza tripartito:
«In alto era effigiata Santa Caterina, patrona dell'Oca; nella parte centrale gli stemmi di tre famiglie di nobili protettori della Contrada - i Bichi, i Gori Pannilini, i Piccolomini, e in basso l'impresa araldica della Contrada con il suo motto latino, il Clangit ad arma di memoria capitolina»
Inoltre, apprendiamo che tale "premio" destinato alla contrada vincitrice fu esposto, «appeso», proprio nella cappella di Santa Caterina in San Domenico; aspetto, questo, più unico che raro. Tra l'altro, proprio in Piazza San Domenico avvenne sia la Tratta (assegnazione per sorte dei cavalli alle contrade iscrittesi entro il termine stabilito), il 14 agosto, che la partenza - come avremo modo di leggere - dell'ordinato corteo delle contrade partecipanti, diretto verso il Campo.
[...] Stefano Capresi, autore di una nitida ed eloquente cronaca di quanto accaduto il giorno successivo all'Assunta:
«Giunto finalmente il dì 16 Agosto, giorno di martedì disegnato p[er] la pubblica Festa, si ritrovò esposto appresso alla Cappella della nostra S[anta] Madre Caterina nella Chiesa di S[an] Domenico il palio destinato p[er] il primo, ornato con un bel drappellone di drappo bianco e verde, nella parte superiore del quale era effigiata l'immagine della Santa Serafina e sotto d'essa l'armi gentilitie delle Nobilissime Famiglie de' Piccolomini, Bichi e Gori Pannelini [sic], come denotanti la sopraintendenza dell'Ill[ustrissi]mi Sig[no]ri Protettori predetti, e finalmente in piedi era riportata l'inpresa [sic] della nostra Contrada, con il motto suo antico = Clangit ad Arma = come anco l'altro palio assegnato p[er] il secondo, ornato con drappellone simile.
Doppo il pranzo invitate le Contrade dal suono di trombe, comparvero queste nell'accennata Piazza di S[an] Domenico, ciascuna di esse ricevuta da due de' nostri abitatori, a tale effetto deputati, et introdotta nel Campo; e finalmente all'ora determinata e con il precedente comando dei Sig[no]ri Soprintendenti sopra le Mosse si inviorno p[er] la Strada della Sapienza, indi p[er] l'Arte della lana e poi dalla Corte di Mercanzia verso la pubblica Piazza le Contrade in ordinanza, secondo l'ordine della loro estratione.
Dove entrorno p[ er] la bocca del Chiasso Largo precedendo loro i palij portati da 2 pomposamente vestiti e ben montati e sostenuti da altri ornati con simili vestimenti, andando avanti sei trombetti con l'inpresa [sic] di nostra Contrada alle trombe.
All'apparire di questi furono sparati più mortaletti, che furono seguiti dal' [sic] applauso universale del popolo, concorso in copia tale in quel gran teatro, che già son scorsi molti anni che la Città nonne [sic] ha contato in sì gran n[ume]ro.
Presero la strada della Piazza verso la Cappella e giunte d'avanti [sic] al pubblico Palazzo ciascuno delli alfieri inchinò con la sua bandiera quel vecchio Senato. Indi saliti verso il Casato girorno la Piazza con riverire i Sig[no]ri Protettori, assisi in un Palco pomposamente adorno et alzatoli nella Costarella come a' Giudici della corsa // [...]»