Esclusione a sorpresa di Benito in una tratta funestata dalla morte di Vienna Girl.
È veramente strano constatare l'esclusione di tutti i vincitori delle 7 batterie di selezione (5 + 2 di recupero), a quanto pare vincere non basta, ma vogliamo aprire questo commento registrando il tremendo infortunio occorso, durante la prima batteria di recupero, alla cavallina Vienna Girl, una purosangue di quattro anni, che condotta in maniera irresponsabile dal suo stesso proprietario Giorgio Giornelli, si spezzava l'anteriore destro alla curva del Casato a seguito di una rovinosa caduta, epilogo naturale per una traiettoria impostata in modo diremo quasi incredibile. La Piazza non è un ippodromo e chi crede che lo sia viene severamente punito, purtroppo nel caso contingente un cavallo.
Dopo la clamorosa esclusione di Benito si apre con la prima batteria vinta dal cavallo Mirò montato da Sandro Cesareo, al primo San Martino assaggiavano il tufo Lombardi che cadeva da Atletico e Casu disarcionato da Nicoleo.
La seconda batteria è caratterizzata da un severo Federico Roman, mossiere esordiente, che abbassava 3 volte i canapi prima di dare la mossa buona, vince Furba II montata da Mureddu, seconda Fabiola; nel corso della batteria il fantino Soddu, accorgendosi che la sua cavalla Mirabella II aveva perso il morso, si è gettato coraggiosamente a terra senza gravi conseguenze.
La terza batteria, presenta i «big»: Galleggiante, Figaro e Pitheos è all'insegna della tranquillità e vede vincere Maestrale montato da Casu, 2° Musetto seguito da Galleggiante. La quarta batteria vede un Sole Rosso (nuovo nome Tric Trac) rigenerato, in buona forma e, all'apparenza, senza più quei seri problemi in fase di partenza, vincere facilmente.
La quinta batteria vede presente su Uberto Leonardo Viti detto Canapino che parte primo dai canapi poi rallenta. La prova la vincerà proprio Vienna Girl, la sfortunata cavallina che di lì a poco sarebbe stata abbattuta. Della prima batteria di recupero si è già detto; oltre a ciò diremo che la vittoria è andata a Euro.
In un'atmosfera triste e malinconica, di fronte ad una piazza piena di sgomento, si correva la seconda batteria di recupero dove Miseria Nera scossa giungeva prima, dopo aver perduto il fantino Renzo Viti, al secondo Casato, durante una improponibile manovra di sorpasso nei confronti di Uberto.
Prima prova: Figaro si presenta
Battesimo sul Verrocchio per il mossiere Euro Federico Roman con una partenza senza grossi problemi. Nettamente primo all'uscita dal canape è Giuseppe Pes con il giubbetto del Valdimontone su Figaro che di prepotenza sfila davanti a tutti. Sulla sua scia l'Istrice con Fogarizzu, poi Torre e Tartuca. Lo spunto di Figaro si protrae fino a metà del secondo giro per lasciare poi spazio, all'altezza della seconda curva di San Martino, ad Andrea De Gortes con il cavallo della Tartuca Bambina, che passa a condurre conservando poi la posizione anche nel terzo giro. È la Tartuca infatti a vincere questa prima prova, nonostante un leggero ritorno di Galleggiante con Renato Gigliotti per la Giraffa, seguita al bandierino dalla Torre con Chartreuse e Donatini.
Nel complesso una prova condotta a ritmo piuttosto blando dove ha destato ancora una volta ottima impressione Figaro confermatosi come il favorito numero uno di questo Palio. Tra gli altri soggetti trova molti consensi Uberto nell'Aquila che, nonostante la struttura molto potente, sembra piuttosto «corretto», mostrando una certa precisione e naturalezza di galoppo, notevole qualità per un elemento nuovo ed ancora inesperto.
Sono rimasti «alla finestra» alcuni dei fantini che vanno per la maggiore, come Bastiano, Cianchino e Tredici, in attesa di definire la loro situazione nelle ore successive. Da segnalare nessun incidente di rilievo, fatta eccezione per un contradaiolo della Tartuca, Roberto Tozzi, travolto dal cavallo della Torre, senza peraltro riportare grosse conseguenze.
Seconda prova: Tutti i big in pista mentre Pitheos «risponde» a Figaro
Bastiano su Galleggiante nella Giraffa, Cianchino su Pitheos nell'Oca, Francesco Ticci su Chartreuse nella Torre e Bazzino su Fabiola nel Leocorno, sono le novità di questa seconda prova.
Tutto sembra andare secondo le previsioni con Oca e Valdimontone nella parte delle superfavorite ed un nutrito gruppo di «outsiders» come Torre, Istrice, Aquila, Giraffa, pronte a giocarsi le loro carte approfittando di ogni occasione. È Cianchino comunque a fare subito la voce grossa, schizzando via al primo posto appena abbassato il canape dopo una mossa abbastanza lunga, data la difficoltà da parte della Tartuca di trovare un corridoio libero per la sua rincorsa.
Bucefalo con Uberto spingeva verso l'alto lasciando poco spazio ad Andrea de Gortes, che ha quindi atteso a lungo prima di lanciare Bambina in uno spunto, per la verità, tutt'altro che irresistibile. Primo in partenza, come abbiamo già detto, Pitheos, sembra quasi abbia voluto rispondere alla «provocazione» lanciatagli da Figaro nella prima prova. Dietro l'Oca, buono lo scatto di Uberto che conferma così la buona impressione destata la sera precedente. In terza posizione si distende il Nicchio che va anche tranquillamente a vincere una prova dove, ancora una volta, nessuno ha forzato con decisione.
L'attenzione dei contradaioli si è indirizzata tutta verso il «gioco delle monte» che dopo le novità della mattinata sembra abbastanza delineato, secondo le previsioni del «dopo assegnazione».
Terza prova: Dopo una mossa difficile è prima la Giraffa
Il Nicchio in questa terza prova chiede ed ottiene l'esenzione per il proprio soggetto, Gaucho de Ozieri, a causa di un colpo ricevuto in mattinata all'anteriore destro. Le contrade (senza nessun cambiamento nelle monte) sono entrate tra i canapi in quest'ordine: Torre, Istrice, Valdimontone, Oca, Aquila, Tartuca, Leocorno, Giraffa e di rincorsa la Pantera.
Mossa questa volta molto laboriosa con Federico Roman che è stato costretto a far uscire tutti dai canapi e successivamente ad invalidare una partenza. Alla fine è la Torre che mette la testa avanti seguita da Montone ed Aquila. È proprio questo terzetto a spingere leggermente fino alla seconda curva di San Martino quando i fantini riprendono decisamente in mano i rispettivi cavalli. La Giraffa «rimonta» il Valdimontone girando prima al Casato e va ad aggiudicarsi la prova con gli altri, Montone e Leocorno, molto distanti. Da notare come i fantini molto spesso non compiano neanche due giri di Piazza ed in questo caso addirittura abbiamo visto Bonito nell'Istrice fermarsi, dopo aver percorso appena un giro praticamente «al passo». Per quanto riguarda le «presenze», qualche vuoto di troppo in Piazza c'è stato sicuramente; che lo si voglia ammettere o meno, l'effetto mondiale si fa sentire anche a Siena.
Quarta prova: Bambina irrequieta, qualche problema per Roman
Molto agitata la mossa della mattina del 1° luglio, soprattutto a causa dell'irrequieta Bambina, della Tartuca, che, apparsa piuttosto agitata, ha iniziato a distribuire coppiole agli altri cavalli. È stato dunque difficile trovare l'allineamento giusto. Dopo la prima mossa, non valida, Istrice e Oca hanno compiuto un giro abbondante prima di riprendere posto tra i canapi. Al secondo tentativo parte prima la Pantera con Falchino e Penna Nera seguita dalla Giraffa con Bastiano e Galleggiante.
Si forma poi il gruppetto di testa con, nell'ordine, Oca, Aquila e Istrice che mantiene invariate le posizioni fino al 3° San Martino, quando Guido Tommasucci detto Bonito spinge il suo Fogarizzu superando Pitheos e va quindi a vincere davanti a Oca e Valdimontone, mentre le altre Contrade si erano praticamente già fermate.
Pochi «colpi di scena» quindi alla vigilia del Palio del 2 luglio 1990, con le monte che sembrano quanto mai delineate e le accoppiate Cianchino-Pitheos e Pesse-Figaro a tener banco nei pronostici del «giorno prima». Ancora esentato il Nicchio, come era successo nella terza prova, per la contusione riportata all'anteriore destro da Gaucho de Ozieri.
Prova generale: Buon galoppo di Figaro, esenzione per Penna Nera
Un colpo ricevuto da Penna Nera in mattinata impedisce alla Pantera di partecipare a questa prova generale che ha visto un «crescendo» di cori dai palchi con i contradaioli a riscaldare l'atmosfera in attesa delle rispettive cene.
Entrano nell'ordine: Giraffa, Oca, Nicchio, Leocorno, Istrice, Tartuca, Montone, Torre e Aquila di rincorsa. Nessun problema per Roman per la relativa calma tra i canapi che ha consentito una mossa piuttosto veloce.
Nettamente in testa Oca e Giraffa, poi a seguire, Leocorno e Istrice. Il Montone si distende al galoppo fino a tutto il secondo giro andando a vincere con il discreto tempo di 1' 19" 4.
Si fa vedere anche Andrea De Gortes con Bambina, mentre per gli altri, niente più di una leggera sgambatura, con il Nicchio che, rimasto fermo al canape, non ha in pratica percorso più di poche decine di metri, cercando di risparmiare al massimo il suo Gaucho, esentato nelle due prove precedenti. Per quanto riguarda l'ordine pubblico, nessun problema, solamente schermaglie verbali tra Aquila e Pantera e Nicchio e Montone.
Provaccia: Solo Nicchio e Montone galoppano in una corsa «al passo»
Si inizia con un leggero ritardo rispetto all'orario consueto per consentire lo svolgimento della tradizionale «Messa del Fantino».
Tutte presenti le contrade al canape e senza nessuna variazione nelle monte, con la Torre leggermente avvantaggiata in partenza sulle altre. Dopo la prima curva di San Martino è il Nicchio che prende decisamente la testa e Massimino lancia al galoppo Gaucho che incontra qualche problema di «presa» sul tufo la cui consistenza superficiale ha destato qualche perplessità. Nel terzo giro risale il Valdimontone che va a vincere la prova mentre tutti gli altri si fermano.
Ritmo lentissimo, quindi, in questa ultima uscita prima del Palio, una «provaccia» che davanti ad un numero esiguo di contradaioli, ancora preda degli effetti «post-cena», ha mantenuto senz'altro fede al suo nome. Si rientra in contrada, in attesa dei rintocchi del Campanone per queste ultime frenetiche ore.
Palio: Giraffa di forza (di Annalisa Coppolaro)
Il Palio di Provenzano torna in Provenzano ed è di nuovo un te deum appassionato di lacrime e d'amore. Bastiano e Galleggiante hanno portato con una galoppata entusiasmante il cencio al popolo della Giraffa. Per la sesta volta in piazza, questo bel baio oscuro di otto anni ha trionfato in un attimo sugli inseguitori, dimostrando infine le sue grandi capacità mai giunte allo scoperto. E Silvano Vigni, che dal 1983 non giungeva primo al bandierino, portato in trionfo dai suoi contradaioli, ha saldamente condotto il suo barbero con la passione dei grandi fantini.
Il mossiere Euro Federico Roman ha chiamato tra i canapi nell'ordine Istrice, Giraffa, Nicchio, Torre, Leocorno, Aquila, Tartuca, Pantera, Montone e Oca di rincorsa. Al primo scoppio di mortaretto, la mossa viene invalidata e di nuovo si tenta l'allineamento tra i canapi. Ma sembra difficile, con il Nicchio che sale e l'Oca che non ha intenzione di partire. Quando sembra che la mossa sia vicina, Bambina forza il canape che non viene abbassato e Aceto si ritrova al suolo. Lunghi minuti trascorrono mentre i fantini smontano e i cavalli fanno il tondino.
Tutti di nuovo dentro, ma Roman ordina l'uscita: la confusione è grande, l'Oca è immobile e non accenna a prepararsi alla rincorsa, il Nicchio dimentica il terzo posto al canape, il Pesse lo fa notare al mossiere. Si ritenta l'allineamento, la tensione sale, i cavalli sudano. Viene data la mossa valida, Bastiano conquista sicuro la testa, dietro la Torre e quasi subito l'Oca. Prima curva di San Martino, cadono Nicchio e Aquila, Silvano Vigni conduce ancora la sua corsa potente su Galleggiante, dietro Tredici su Chartreuse che controlla Cianchino alle sue spalle.
Già manca poco al bandierino, Galleggiante è irresistibile, il popolo di Provenzano soffre di gioia. Pochi attimi, Bastiano è ormai irraggiungibile. Dietro, lontano, Tredici cade ai piedi di Pitheos. Ma ormai è Giraffa, Silvano Vigni torna alla vittoria, per la quinta volta, dopo anni di ombra.
Il Palio delicato di Alison Roux è in Provenzano, dopo l'ultimo dell'agosto 1986. Trenta i Palii per la Contrada del tre volte vittorioso capitano Giancarlo Rossi e Fabio Caselli, fiduciari e poi il priore Franco Semboloni e il vicario Gianni Neri si stringono forte al cuore di Provenzano che batte, esulta, prega: trenta sono da ieri le vittorie. Un cuore bianco e rosso che gli scalpellini di Alison segnano di una data indelebile. Il primo Palio anni '90 è Giraffa.