Primo atto: La pioggia
Il maltempo impedisce le prove di notte, ma un cielo sereno accoglie gli etruschi uccelli del drappellone di Fromanger, presentato ad una folla di contradaioli.
Un cielo grigio piombo, più classico di una mattina in bassa padana ad ottobre, questo è lo scenario che presenta Siena la mattina dell'11 agosto, data importante per ogni senese contradaiolo e soprattutto per coloro che inevitabilmente amano quell'animale, che ineluttabilmente è il protagonista del Palio di Siena: il cavallo. Stanotte, infatti, il secolare rituale della Festa, prevedeva l'entrata in scena dei barberi, in quella surreale "performance" che li vede da anni galoppare di notte 48 ore prima della Tratta.
Saggiare le qualità del soggetto nuovo, verificare le reazioni emotive della coesistenza con il popolo vociante, l'esatta impostazione di giovani fantini rampanti, la risposta del cavallo nel «tufo» spericolato nel baratro di S. Martino o alla secca curva del Casato ed infine anche una buona occasione per far fare la «passerella» ai big dell'anello di tufo, esperti e quasi sfrontati per la destrezza con cui compiono gesti da veri atleti; questi e tanti altri i motivi che danno alla nottata una particolare fisionomia tutta senese. È vero, negli ultimi anni la cosa era un po' degenerata, per la scostumatezza di alcuni individui alla ricerca di un divertimento gratuito, che si gratificava in modo incivile nei confronti di cavalli e cavalieri: fischi, urla, flash fotografici e pericolosissime attraversate di pista, tanto che l'Amministrazione Comunale, rese nota la decisione di proibire tale manifestazione, che pareva aver perso i suoi vecchi connotati di schiettezza e socialità contradaiole.
Siena, quindi, sotto una pioggia battente, che dà solo a tratti la sensazione di cessare, aspetta con trepidazione la giornata di domenica 13 agosto, giorno in cui, pioggia o non pioggia, i barberi ci saranno e dieci di loro varcheranno le stalle delle varie Contrade partecipanti. La pioggia quindi impedisce le tradizionali «prove di notte», ma non «annacquerà» certo i pensieri dei contradaioli... pare di potergli dar voce.
Al momento della presentazione del Drappellone di Fromanger il cielo è quasi sereno. Gli uccelli etruschi hanno diradato le nubi, il messaggio liberatorio del maestro transalpino è accolto da un caloroso e sincero applauso ma non sono mancati i fischi degli ultra tradizionalisti ai quali non è piaciuta l'originale interpretazione della figura dell'Assunta in veste di una moderna madre che spinge il carrozzino.
Roberto Barzanti ha parlato di «presenza di una dinamica interiore: la maternità» e citando Torquato Tasso ha legittimato la libera interpretazione raffigurativa della Madonna nell'arte. Nella letteratura come nella pittura. Gli uccelli che si librano verso il cielo con i colori delle Contrade si richiamano a quelli presenti nella tomba di Tarquinia: «è arte che inventa l'arte» ha affermato il nostro parlamentare europeo.
Il richiamo alla dichiarazione dei diritti dell'uomo è raffigurato come una colomba tricolore che tiene sul becco tre fili su uno dei quali sono scritte le suggestive parole del primo articolo: «gli uomini nascono e restano liberi nei diritti».
Immaginario ma straordinariamente vivo è il filo che lega le tradizioni senesi alla voglia libertaria francese unito dal fascino inquietante degli etruschi che ci hanno lasciato stupendi messaggi di felicità e mistero. Il festoso gioco di uno stormo di uccelli e intriganti sorrisi. Come la nostra festa.
Batterie: il successo della previsita
Trentuno i cavalli presentati nell'entrone tra i quali un nutrito gruppo di purosangue. Incerta la genealogia di alcuni soggetti mentre è di moda ricostruire l'immagine di un cavallo con il cambiamento del nome. Tentativo che spesso si rileva più dannoso che utile. Questa volta il mezzosangue Turbolento II era il più famoso Ferramonti mentre Pia de Tolomei era in realtà Briosca.
Anche la previsita è stata un successo visto che sono passati sotto le attenzioni dell'equipe dei veterinari, composta da Guiducci, Pezzoli e Ciampoli, ben 22 soggetti nella stragrande maggioranza in ottime condizioni fisiche. Quattro sono i soggetti inseriti nella categoria «C»: Folletto Azzurro, Bela Bartok, Odino e Gessica.
Da sottolineare il ritorno alla tratta di Canapino che montava il purosangue Uberto avuto in cura da un mese per prepararlo ed adattarlo alla pista di Piazza. Determinante per la scelta di Chartreuse si è rilevata la condotta di corsa di Sebastiano Deledda che ha dimostrato un mestiere utilissimo per cavalli alla prima esperienza sul tufo. Non sarebbe male che altri fantini, reputati big, si impegnassero nelle batterie di selezione per avere un visione più chiara dello stato di forma e adattabilità dei cavalli.
Le cinque batterie sono state vinte da Laerte, Musetto (scosso), Folletto Azzurro, Germanu, Rimini II, mentre in quella di recupero si è affermata Bela Bartok scossa. Sono caduti il giovanissimo Giovanni Consorti da Musetto, Francesco Ticci da Ghibellina a causa dell'intreccio del canape sugli anteriori del cavallo, Renzo Turchi da Scrooge (che è stata subito ritirata) e Bianchi da Bela Bartok.
Il più veloce di tutti è stato Folletto Azzurro che ferma i cronometri a 1.19.08
Assegnazione: Drago e Selva baciate dalla sorte
Alle una pomeridiane i Capitani uscivano dalla riunione per la scelta dei dieci barberi. Vipera, come era nelle previsioni, veniva subito esclusa dal lotto senza grossi problemi. Poi solo tra Euro e Sole Rosso nasceva una piccola discussione in cui è prevalsa la potenza del purosangue di Renato Gigliotti rispetto alla precisione e manovrabilità di Euro.
Si è voluto effettuare una scelta che premia la velocità del soggetto e ne è venuto fuori un lotto in cui nessuno può reputarsi escluso definitivamente dalla vittoria finale. Certo la strapotenza di Figaro, Benito e Pitheos è lampante, ma i contradaioli esultano anche ai nomi di Galleggiante e Fogarizzu.
Tre sono gli esordienti, tutti con buone credenziali: Chartreuse, Uberto e Musetto. Quattro i purosangue: Uberto originario della Polonia, Sole Rosso (terza presenza sul tufo), Pitheos e Musetto (allevato da Tristezza).
Il primo ad essere sorteggiato è il sauro di Renato Gigliotti che prende la strada di Via del Casato, poi è la volta del super big Figaro che fa esultare Vallepiatta. La freccia nera Benito torna per la seconda volta nel Drago, quindi il Montone porta nella stalla Fogarizzu e la Pantera Galleggiante. Non saltano i contradaioli di S. Marco per l'assegnazione di Germanu così come l'Oca per il giovane Musetto. Chartreuse, che ha destato l'interesse durante le batterie, va in Camollia, poi Uberto va nel Nicchio ed il Bruco si ritrova nuovamente nella stalla Pitheos.
Prima prova: Istrice esonerato
A causa di una ferita al posteriore di Chartreuse, l'Istrice chiede ed ottiene l'esenzione per la prima prova.
In fatto di monte il dato più interessante è la presenza di Aceto nella Selva. Nel Bruco c'è Ricciolino, nella Pantera Tredici, nella Chiocciola Bandini, nel Drago Moretto, nel Montone Cesario, nell'Aquila Bucefalo, nel Nicchio Massimino e nell'Oca Franco Casu.
Massimino ha alcuni problemi con Uberto che si rifiuta di entrare fra i canapi mentre Fogarizzu accenna a scalciare. Pochi minuti e Masala può dare la mossa buona. La Selva è la più svelta di tutte ad uscire dai canapi subito seguita da Drago e Montone.
Francesco Ticci spinge il potente baio Galleggiante per un giro poi è Ricciolino ad impegnare Pitheos con un buon galoppo andando a vincere la prova con il tempo di 1.22.05. Appena fuori Piazza si fronteggiano senza ulteriori conseguenze Chiocciola e Aquila a causa di futili motivi.
Seconda prova: arrivano i big. Cianchino, il Pesse e Bastiano scendono in campo.
Cianchino è sceso in campo montando Pitheos, mentre nel Valdimontone si è assistito al ritorno del Pesse dopo la parentesi torraiola. È un ritorno anche quello di Bastiano nella Chiocciola.
Assente alla prova l'Istrice, è di rincorsa il Bruco. Una mossa falsa e poi è prontissimo Massimino a far partire Uberto, davanti a Selva e Oca che prende subito il comando della corsa. Gli atri seguono Franco Casu e Musetto al piccolo trotto e dopo aver doppiato alcune Contrade vince la prova l'Oca con il tempo di 1.39.05.
Terza prova: al canape in otto. Anche il Nicchio chiede e ottiene l'esenzione.
Non si registra nessun cambiamento di monta. Oltre all'Istrice ha chiesto di essere esentato per la terza prova anche il Nicchio. L'ordine tra i canapi è dettato dal numero di orecchio del cavallo pertanto il Bruco è per la seconda volta di rincorsa. Masala non ha particolari difficoltà e la mossa richiede appena il tempo necessario per far entrare fra i canapi i cavalli. Aceto fianca ancora una volta per primo seguito da Moretto e Pesse.
È proprio quest'ultimo che accellera leggermente per provare il baio Fogarizzu. Prova anche Bastiano nella Chiocciola, ma è il Drago che al terzo giro passa in testa e vince la prova. Tempo: 1.31.07
Quarta prova: Istrice in pista. Parte bene la Chiocciola. La prova all'Oca.
L'ordine di chiamata è l'inverso del numero di orecchio. Per la prima volta prova l'Istrice. Uberto si rifiuta di entrare tra i canapi e Massimino si vede costretto a fiancare l'animale all'indietro. Germanu sembra particolarmente nervoso e scalcia a ripetizione i cavalli vicini.
Dopo alcuni minuti l'ordine è quasi perfetto e l'Aquila di rincorsa, fianca decidendo la mossa. Germanu, è velocissimo e Bastiano conferma le proprie doti di prontezza.
Anche Bruco e Montone si mettono sulla scia della Chiocciola ma al secondo giro viene forte l'Oca che conclude vittoriosamente la prova distanziando tutte le altre.
Prova Generale: si sfilaccia il vecchio canape e viene sostituito. Cade alla mossa Il Pesse.
Mentre i cavalli si avviano alla mossa Masala esaminando il canape si accorge di una sfilacciatura e ne ordina la sostituzione. In attesa del canape di riserva, l'olimpionico parlamenta con Bastiano e lo consiglia sul modo di tenere Germanu alla mossa. Nel frattempo i fantini sono scesi aiutati dai rispettivi barbareschi.
Dopo alcuni minuti tutto è pronto e si procede con l'ordine di chiamata. Il Drago ha ottenuto l'esenzione: Benito lamenta alcuni dolori agli anteriori. Germanu prova ancora a calciare mentre tutti gli altri sono abbastanza tranquilli, anche se Daniele Masala è costretto a tentare l'allineamento per due volte.
Entra anche la rincorsa, l'Aquila, e il Pesse fianca il prontissimo Fogarizzu con un attimo di anticipo e va a sbattere contro il canape non ancora abbassato, cadendo senza lamentare nessuna conseguenza. Istrice, Selva e Bruco sono le più svelte, a S. Martino prende il comando Bonito, che saggia con attenzione le doti di Chartreuse.
Prova anche la Pantera che compie un giro a gran velocità ma è l'Istrice che si aggiudica la Prova Generale.
Provaccia: Cianchino non risparmia Pitheos.
Siena si risveglia per il suo grande giorno dedicato all'Assunta. In nottata i dirigenti hanno perfezionato quegli accordi necessari per garantirsi maggiori possibilità di vittoria. Niente è lasciato al caso, anche se è proprio la sorte la grande protagonista di questo appassionante Palio di mezz'agosto. Sorte che ha stabilito di mettere in diretta competizione una Contrada come la Selva che ha vinto per ben 11 volte dal dopoguerra, con il Bruco che non gusta la vittoria da 34 anni. È questo il sale del Palio. Un giuoco dove le carte sono servite dalla fortuna e tutti devono competere facendosi onore.
Prima della Provaccia Mario Jsmaele Castellano celebra in Piazza del Campo la messa del fantino, una cerimonia che negli ultimi anni ha acquistato un valore maggiore che nel passato, grazie soprattutto allo straordinario rapporto che si è instaurato tra la città, il mondo contradaiolo e il suo Arcivescovo.
La Provaccia, per una volta non è fedele al proprio nome. Dopo una rapida partenza di Oca, Istrice, Pantera e Aquila, Cianchino spinge quasi al massimo Pitheos soprattutto in prossimità delle curve del Casato e S. Martino. Franco Casu accenna ad un tempo di galoppo più sostenuto, ma Bonito e Chartreuse vincono anche questa sesta e ultima prova. Il Drago è stato esentato per la seconda volta consecutiva.
PALIO: Il Drago impazzisce. Benito una freccia nera.
Benito scosso. Travolgente, rimonta cinque Contrade superando nelle ultime due curve Pitheos che nel Palio di luglio si era trovato ancora scosso a lottare per la vittoria, sempre per il Bruco.
È Drago: un volo, come gli uccelli sbrigliati del solare drappellone di Gerard Fromanger, Benito la freccia nera, il cavallo che sà leggere e scrivere, ha lottato caparbiamente riportando dopo appena tre anni, il Palio nella Contrada di Camporegio.
Sul rotondo orizzonte di Piazza del Campo lampeggia come un bagliore accecante l'astro del potente mezzosangue giunto alla veneranda età di dodici anni. La legge di Benito ha scandito il ritmo di un trionfo conquistato con forza caparbietà e intelligenza. Si è trattato di una rimonta formidabile, al termine della quale è parso di udire uno scoppio. È il mortaretto. No. La freccia nera ha frantumato la barriera del suono, in un sol colpo ha sconfitto le previsioni dei maghi e tutte le alchimie della vigilia.
La mossa è stata lunga e sofferta. La sorte aveva deciso il seguente ordine di chiamata: Chiocciola con Silvano Vigni detto Bastiano e Germanu, Bruco con Salvatore Ladu detto Cianchino e Pitheos, Istrice con Guido Tommasucci detto Bonito da Silva e Chartreuse, Oca con Franco Casu detto Spirito e Musetto, Drago con Antonello Casula detto il Moretto e Benito, Nicchio con Massimo Coghe detto Massimino e Uberto, Selva con Andrea de Gortes detto Aceto e Figaro, Valdimontone con Giuseppe Pes detto il Pesse e Fogarizzu, Aquila con Maurizio Farnetani detto Bucefalo e Sole Rosso ed infine, di rincorsa la Pantera con Francesco Ticci detto Tredici e Galleggiante.
Nelle prime posizioni si forza il canape e Daniele Masala invalida la partenza. Si ritenta l'allineamento e Tredici decide di entrare ma il mossiere olimpionico fa scoppiare di nuovo il mortaretto. L'Istrice ed il Bruco erano state le più svelte a partire e Masala si prende le prime fogate. Ma Benito ha perso il ferro dell'anteriore destro e si perde una ventina di minuti prima che il maniscalco possa risolvere il problema del cavallo del Drago. Si ritenta ancora una volta l'allineamento ma Aceto forza il canape e si procede ad una nuova chiamata.
Sono ormai le 19,30 e la Pantera finalmente si decide e la mossa è quella buona. Il Bruco è un fulmine, Pitheos accelera a gran velocità. Dietro lottano fianco a fianco Istrice, Nicchio, Chiocciola e Drago. S.Martino è fatale per Pantera e Drago. Benito, libero dal proprio fantino allenatore inizia la sua formidabile rimonta.
Poco prima del Casato cade anche Bastiano mentre Cianchino affronta con troppa foga la curva e rovina clamorosamente sul tufo. Il Drago aumenta il galoppo, sceglie la traiettoria migliore e infila all'interno Istrice e Nicchio. Pitheos non può far nulla. Benito è scatenato sembra volare sul tufo.
All'inizio dell'ultimo giro si spengono le speranze dei brucaioli e Benito si porta in testa, per concludere vittoriosamente davanti a Bruco, Istrice, Nicchio e Oca. Camporegio esulta, sono passati appena tre anni dall'ultima vittoria con Ogiva e Falchino. Al secondo tentativo il condottiero del Drago Mario Toti fa centro ed esulta con il suo Priore Andrea Muzzi.
Cala la notte e nell'azzurrina profondità del cielo risplende la stella di Benito che aspetta il bacio del Moretto, il suo proprietario. Nella città si ode solo lo spasmodico urlo di gioia del popolo di Camporegio.