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POLICARPO BANDINI (1801-1874)

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Tratto da "Senesi da ricordare" di Marco Falorni.

Imprenditore e uomo politico.

N. Siena, 1801 - m. Badia a Quarto, presso Siena, 7/6/1874

Nato da un padre dentista e farmacista (Gaetano) e da Caterina Capezzuoli, Policarpo Bandini studiò Scienze Naturali ed Applicate e si laureò in Farmacia già nel 1818. Dotato di uno spiccatissimo senso imprenditoriale, iniziò prestissimo ad occuparsi di problemi di industria e di agricoltura.

Fra i molti affari di cui si occupò, oltre alla conduzione del negozio paterno, ricordiamo l'estrazione di minerali dalle cave di Spannocchia, presso Siena, la distillazione delle albatre per produrre alcool, la fabbricazione di tessuti di lino in una manifattura locale.

Ma il Bandini non trascurò neppure la politica; fu infatti uno del protagonisti del Risorgimento a Siena. Negli anni dal 1828 al 1832 fece parte della «Congrega Liberate Senese», presieduta da Celso Marzucchi; nello stesso anno fu arrestato e processato per attività sovversiva e dovette scontare qualche tempo in carcere, nel Mastio di Volterra.

Si mantenne poi in contatto con gli ambienti liberali fiorentini e livornesi, oltre che senesi, e strinse profonde amicizie con eminenti personaggi, come Gian Pietro Viesseux, che gli saranno poi molto utili per le sue relazioni commerciali.

Dopo il 1840, con l'aiuto di Luigi Serristori e di altri cittadini, fondò la Banca Senese, basata su criteri modernissimi rispetto agli altri istituti di credito allora esistenti in Toscana. Raggiunta ormai una condizione molto agiata, il Bandini seppe anche dimostrarsi benefattore e protettore di Opere Pie. Ma fu nel 1844 che realizzò la sua opera più importante e meritoria; appoggiandosi al finanziere livornese Pietro Bastogi, e con la collaborazione dell'ingegnere Giuseppe Pianigiani e di altri cittadini, costituì la Società Anonima della Strada Ferrata Centrale Toscana, che si proponeva di realizzare la nuova linea ferroviaria Siena-Empoli.

Seguirono anni di indefessa dedizione al seguimento di quest'opera; il Bandini, vero cervello e «motore» della società, riuscì a superare tutti gli ostacoli che gli si presentarono, da quelli politici a quelli economici, arrivando infine felicemente alla inaugurazione della linea nel 1849.

Intensa fu poi la sua opera per la prosecuzione della linea ferrata verso Roma, combattendo dure battaglie politiche contro i fautori di altri progetti tendenti a scartare l'ipotesi della «via senese» verso Roma.

Il Bandini fu anche promotore dell'impianto in Siena delle famose Officine Meccaniche Ferroviarie, successivamente trasferite altrove. Dopo la costituzione del Regno d'Italia il Bandini, oltre a insegnare presso l'Università Senese (tra il 1860 e il 1873), continuò la sua attività politica e fu eletto per due legislazioni Deputato del partito liberal-governativo, ritirandosi a vita privata nel 1870. Morì quattro anni dopo, nella sua villa di campagna presso Siena.

Uomo di fermi disegni e privo di scrupoli, ebbe tanti avversari quanti amici, ma, politico abilissimo, riuscì sempre a raggiungere, pressoché totalmente, i suoi scopi. Se talvolta fu perfino cinico nel suo comportamento, è doveroso riconoscere che la sua robusta spinta imprenditoriale fu di vitale importanza per la rinascita economica della Siena della seconda metà del sec. XIX.

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