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GIOVANNI PISANO (1245-1314)

elenco personaggi

Tratto da "Senesi da ricordare" di Marco Falorni.

Scultore e architetto.

N. 1245 circa - m. forse a Siena, dopo il 1314

Per le considerazioni sulla senesità di Giovanni Pisano, rimandiamo alla scheda relativa al padre Nicola, ritenendo valido quanto già scritto per quest'ultimo.

Parlando di Giovanni Pisano, non si può sbagliare di molto definendolo il massimo scultore italiano precedente a Michelangelo. Seppure allievo del padre, Giovanni produsse un'arte profondamente diversa. Mentre Nicola era stato maestro, nella sua scultura, di fermezza e particolarità plastica, Giovanni inclinò sempre più verso forme impetuose e drammatiche, che seppe rappresentare in modo altissimo.

Certamente su di lui fu decisivo l'influsso dell'arte gotica oltremontana, che egli potè conoscere, se non attraverso lunghi viaggi, di cui peraltro fece cenno nell'antica epigrafe del pergamo di Pisa, almeno mediante lo studio di intagli francesi in avorio.

Egli seppe tuttavia vivificare e personalizzare le formule apprese dando alla scultura gotica grandi capolavori. Notevole ispirazione trasse anche dalla scultura classica, seppure in modo diverso da Nicola, scegliendo in essa idee e modelli trattati poi impressionisticamente.

In gioventù, il Nostro, insieme con altri, aiutò il padre nella realizzazione dello stupendo pergamo della Cattedrale di Siena (1265-69). Ebbe poi parte importante nei lavori della Fontana di Piazza a Perugia, terminata nel 1278, la quale porta iscritto anche il suo nome. Al periodo giovanile appartiene anche un'acquasantiera in S. Giovanni Forcivitas, a Pistoia, in cui la sua arte appare gia quasi completamente formata.

A partire dal 1284 e fino al 1299, Giovanni fu quasi costantemente a Siena, acquisendo anche ufficialmente la cittadinanza senese. In questo periodo realizzò grandi capolavori, come scultore e come architetto; tra l'altro, attese lungamente ai lavori della stupenda parte inferiore della facciata della Cattedrale senese, lasciandovi altissime testimonianze di se, e decorandola con molte statue di sibille, profeti e animali protesi, robustamente costruite su poche linee principali.

Mentre operava in Siena, nel 1287 circa, attese anche a proseguire la costruzione della bellissima Cattedrale romanica di Massa Marittima, compiendovi goticamente la parte superiore della facciata, e forse disegnandovi il coro.

Nello stesso periodo, fu attivo anche a San Quirico d'Orcia, dove disegnò la porta di fianco della Collegiata. Geniale è l'architettura di questa porta, in cui le statue delle cariatidi che sorreggono i pilastri, quelle dei leoni, e i giuochi di chiaro e di scuro, esprimono magnificamente movimento e nervosa energia.

A partire dal 1299, e almeno fino al 1302, Giovanni fu Capo-maestro del Duomo di Siena, ma, contemporaneamente, fu Capo-maestro anche del Duomo di Pisa e lavorò anche altrove. Nel 1299 eseguì una grande «Madonna» eburnea nella Cattedrale pisana. Nel 1301 eseguì il pergamo di S. Andrea a Pistoia, dove già cominciano a manifestarsi i modi complessi dell'ultimo periodo dell'arte di Giovanni, caratterizzata da una sempre maggiore tensione drammatica.

Nel 1302 iniziò il pergamo del Duomo di Pisa, che terminò nel 1310; incomparabile, in quest'opera, è il movimento delle forme architettoniche e plastiche, mentre i personaggi e le situazioni riprodotte sono caratterizzate da veemente concitazione.

Frattanto, nel 1305 circa, Giovanni realizzò la «Madonna e due Angioli» nella Cappella Scrovegni a Padova, e, nello stesso periodo, la statua della «Madonna» nella Cattedrale di Prato. Nel 1312 era invece a Genova, dove realizzò il sepolcro di Margherita di Lussemburgo, moglie di Enrico VII di Lussemburgo. Quindi, Giovanni fece probabilmente ritorno a Siena. Tra l'altro, proprio in questa città, nei pressi della Cattedrale dove aveva tanto lavorato, egli aveva scelto il luogo della sua sepoltura; incerta, tuttavia, è la data della morte, e la sua tomba non è mai stata ritrovata.

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