Tratto da "Senesi da ricordare" di Marco Falorni.
Grammatico e filologo.
N. Roma, 1 aprile 1553 - m. Siena, 29 marzo 1627
Dopo tanti senesi vissuti a Roma, troviamo un romano vissuto a Siena; Celso Cittadini trascorse infatti gran parte della sua esistenza a Siena, che sentì come patria adottiva, ed in questa città tenne la cattedra di Lingua Toscana presso la locale Università e godette di grande prestigio anche nell'ambito dell'Accademia degli Intronati di cui fece parte.
Molto dotto in numerose discipline, il Cittadini fu richiestissimo in tutta Italia e prestò i suoi servigi presso varie Corti; fu veramente quello che oggi potrebbe definirsi un autentico pozzo di scienza; basti pensare che egli, oltre che di letteratura e di linguistica, si occupò anche con profitto di storia, filosofia, teologia, economia, matematica, fisica, chimica e altre scienze ancora.
Di rilievo le sue ricerche nel campo dell'araldica: a lui si deve infatti la ricostruzione degli alberi genealogici delle principali famiglie di Siena e di altre città. Ma i suoi studi più importanti e sentiti furono quelli sulla lingua volgare, attraverso i quali contribuì in maniera notevole, con una copiosa produzione, a dare una impronta sempre più toscana all'ancora imperfetta e incompleta lingua nazionale italiana.
Tra le altre opere, citiamo un «Trattato degli idiomi toscani», e, soprattutto, un «Trattato della vera origine e del processo e nome della nostra lingua», e «L'origini della toscana favella»; particolarmente questi ultimi due scritti hanno un grande valore, in quanto in essi il Cittadini precorre la moderna concezione della derivazione delle lingue romanze dal latino volgare e della coesistenza in esse di uno strato dotto e di uno strato popolare.
Il Cittadini determina inoltre le leggi fonetiche per cui le vocali latine passano nelle corrispondenti toscane. E' ben vero, tuttavia, che le sue dottrine non furono del tutto originali: egli attinse largamente, senza citarli, ai manoscritti tuttora in gran parte inediti del letterato senese Claudio Tolomei. Le opere del Cittadini furono pubblicate postume da Girolamo Gigli, a Roma, nel 1721.