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DUCCIO DI BUONINSEGNA (1255-1318)

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Tratto dal sito www.italica.rai.it

Le prime documentazioni relative alla vita del grande pittore senese risalgono al 1278. Si tratta d’una annotazione di pagamento di 40 soldi per la pittura di dodici casse, destinate alla custodia di documenti dell'Ufficio della Biccherna del Comune di Siena, di cui purtroppo nulla è rimasto.

La presenza di Duccio su un documento di pagamento, incombenza da artigiano più che da artista ben affermato, potrebbe essere segno di giovane età. In realtà, l’accreditata parentela con un tal Bonaventura (suo fratello), padre del pittore Segna, fissa la data di nascita di Duccio tra il 1255 e il 1260.

Nato da un Buoninsegna che abitava nel popolo di San Donato, Duccio dà ulteriore notizia di sé tramite altri due pagamenti: nel 1279, per una copertina di registro della Biccherna; nel 1280, per una salata multa di 100 lire, inflittagli in seguito ad un reato di cui si ignora l’entità.

Di pochi anni più tardi è la prima commissione importante: il 15 aprile 1285, la Compagnia dei Laudesi di Santa Maria Novella in Firenze gli affida il compito di dipingere una grande tavola. Nel mese d’ottobre dello stesso anno, il pittore è di nuovo a Siena e lavora per 8 soldi ad un’altra copertina di registro della Biccherna.

Lo stesso lavoro gli viene commissionato e pagato nelle annate 1286-91-92-94-95, quando Duccio è già affermato artista. È notizia del 1295, infatti, la sua presenza sul luogo dove sarebbe sorta la Fonte Nuova d’Ovile.

Egli qui svolge ruolo di Maestro d’arte e consigliere, insieme con Giovanni Pisano ed altri artisti di valore. La sua fama di pittore si unisce a quella di cittadino turbolento, dedito alla stregoneria, che gli causa una multa nel 1302.

Il 4 dicembre dello stesso anno riceve 48 lire dal Comune per una tavola con predella per l'altare della cappella interna del Palazzo Pubblico. A questa ricca commissione, fanno seguito un cospicuo numero di multe. Segno del carattere ribelle dell’artista, molte di queste pene pecuniarie si riferiscono a debiti contratti e non pagati.

Nel 1295, l'artista è condannato per essersi rifiutato di prestare giuramento agli ordini del Capitano del Popolo. Nel 1302, gli viene inflitta una pena per aver disertato la guerra in Maremma. Nonostante i debiti e le multe da pagare, Duccio risulta possessore, nel 1304, di una vigna in località Castagneto, vicino Siena, segno di un certo benessere.

Tale condizione economica va ulteriormente migliorando dopo la data del 9 ottobre 1308, quando gli viene commissionata la Maestà. Conclusa nel 1311, realizzata per il Duomo di Siena, l’opera è trasportata con cerimonia solenne nella Cattedrale il 9 giugno. Stando a ciò che racconta il cronista Agnolo di Tura, in tale occasione sono ancora da concludersi la predella e il coronamento.

La commissione illustre frutta a Duccio ben 3000 fiorini d'oro; eppure, l'8 giugno del 1313, egli risulta ancora oberato da molti debiti. Fino al 1318, il pittore vive in San Quirico, presso Porta Stalloreggi, dove ha bottega; muore forse alla fine di quest’anno, o nei primi sei mesi di quello successivo.

Un documento firmato dai figli, che rinunciano all'eredità paterna, lo darebbe ancora in vita nel 1319. Alla sua morte, Duccio lascia la moglie Taviana e sette figli, di cui almeno due divengono pittori.

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